JAGIČ, Vatroslav
Slavista, nato il 6 luglio 1838 a Varaždin in Croazia, morto il 5 agosto 1923 a Vienna. Studiò a Varaždin, a Zagabria, e poi (1856-1860) all'università di Vienna, dedicandosi alla filologia classica e alla slavistica, nella quale ebbe per maestro F. Miklosich. Insegnante di ginnasio a Zagabria (1860-1870), prese parte attiva al movimento scientifico culturale e politico (a tendenza unitaria, iugoslava), propugnato e sorretto in quegli anni dal vescovo Strossmayer; fu uno dei fondatori della rivista Književnik (Il letterato), collaborò all'organizzazione dell'Accademia iugoslava di Zagabria (della quale fu uno dei primi membri). Nel 1870, per una protesta di carattere politico, fu licenziato. Subito dopo, trascorso in Germania e in Russia un anno di perfezionamento, iniziò la sua carriera universitaria: a Odessa (1872-74), a Berlino (1874-1880), a Pietroburgo (1880-1886) e infine a Vienna, ove insegnò, succedendo al Miklosich, sino al 1909.
Per quasi mezzo secolo fu il rappresentante più eminente, il fulcro della filologia slava: a lui facevano capo quasi tutti gli slavisti, dei quali non pochi avevano seguito le sue lezioni, vívificate da un temperamento battagliero, ma oggettive e concilianti nel giudizio critico, dominate sempre da un vivo senso della realtà storica.
Della filologia slava egli è stato per lungo tempo anche lo storico più insigne: per i suoi numerosissimi scritti d'occasione, per le sue edizioni degli epistolarî di Dobrovský e di altri slavisti (Briefwechsel zwischen Dobrowský und Kopitar, Berlino 1885; Neue Briefe von Dobrowský, Kopitar und anderen Süd- und Westslaven, Berlino 1898), e soprattutto per la sua monumentale,. se anche un po' prolissa, Istorija slavjanskoj filologij (Pietroburgo 1910). A scrivere questa "Storia della filologia slava" egli era adattissimo, non soltanto per la sua profonda conoscenza di tutta la vasta materia e per la sua imparzialità, ma anche perché avendo iniziato la sua attività quando la slavistica era ancora agl'inizî, egli stesso ne era stato, accanto al Miki0sich, il più valido e felice costruttore.
Dotato di una memoria prodigiosamente facile e nello stesso tempo disciplinata, lo J. riuscì via via a dominare e a promuovere la filologia slava in tutte le sue branche: lingua, letteratura, storia, cultura di tutti i popoli slavi. Numerosi sono i suoi studî linguistici, dai saggi fonetici: Das Leben der Wurzel de in den slavischen Sprachen (Lipsia 1871); Pomladjena vokalizacija u hrvatskom jeziku (Il rinnovamento della vocalizzazione nella lingua croata, Zagabria 1869), ai Beiträge zur slavischen Syntax (Vienna 1899), all'importante Kapitel aus der Geschichte der südslavischen Sprache (in Archiv für slavische Philologie, 1895) e all'interessante studio Die Geheimsprache bei den Slaven (Vienna 1895). Anche alla storia letteraria fornì parecchi contributi notevoli: tracciando "la storia della letteratura del popolo croato" (Historija Književnosti naroda hrvatskoga i srpskoga, Zagabria 1867); indagando "la fortuna di Puskin nelle letterature slavo-meridionali" (A. S. Puskin v južnoslavjanskich literaturach, Pietroburgo 1901); compilando una documentatissima monografia su "la vita e l'opera di J. Križanič (Zivot i rad J. K.: Zagabria 1917) curando edizioni critiche di parecchi poeti croati di Dalmazia (Marulo, Menze, Darsa, Vetrani, ecc.). Suo campo preferito d'indagine fu però sempre il paleoslavo con le sue diverse ramificazioni. A lui si devono le pregevoli edizioni critiche del Codex Glagoliticus quattuor evangeliorum... Zographensis (Berlino 1879), del Codex Marianus glagoliticus (Berlino-Pietroburgo 1883), del Psalterium Bononiense (Berlino 1907) e di molti altri testi di periodi meno antichi (di redazione serba, croata, bulgara, russa). Fanno degna corona a queste edizioni il suo studio sulla "Scrittura glagolitica" (Glagoličeskoe pis′mo, Pietroburgo 1911) e l'opera che si può considerare il suo capolavoro l'Entstehungsgeschichte der Kirchenslavischen Sprache (Vienna 1900; 2ª ed., Berlino 1913).
Di queste e di altre opere, non poche sono rimaste ancora oggi insuperate, e quasi in tutte ci sono indicazioni metodologiche alle quali la slavistica attuale continua a ispirarsi. Eppure, più ancora che alla sua attività di studioso, la fama di J. è affidata alla rivista Archiv für slavische Philologie che, fondata a Berlino nel 1878, è divenuta subito ed è rimasta sino alla fine della guerra mondiale l'organo centrale della slavistica. l'enorme lavoro di redazione fu, per alcuni decennî, opera quasi esclusiva dello J.: non solo egli traduceva in tedesco gli articoli scritti nelle lingue slave, ma, metodico, chiaro, imparziale nei proprî lavori. imponeva queste sue qualità ai proprî collaboratori.
Bibl.: V. Jagič, Spomeni mojega života (Ricordi della mia vita), I, Belgrado 1930 (autobiografia fin dal 1886; un secondo vol. è pronto per la stampa). La bibl. delle opere è nello Zbornik u slavu V. J. - Festschrift Jagič, Berlino 1908; per gli anni 1907-1923, in Južnoslovenski filolog, III (1922-23).