Scrittore russo (Kazan´ 1932 - Mosca 2009), figlio della scrittrice Evgenija Ginzburg. Esordì (1960) con il romanzo breve Kollegi ("I colleghi") sui medici della nuova generazione; gli fece seguito nel 1961 Zvezdnyj bilet (trad. it. Il biglietto stellato, 1961), romanzo sulla gioventù contemporanea alla ricerca di una propria concezione del mondo. Umoristici e grotteschi i due romanzi brevi Na polputi k lune ("A metà strada dalla luna", 1966) e Zatovarennaja bočkotara ("La tara delle casse", 1968), che fu definito "assurdo" dalla critica. Nel '74 è uscito il romanzo Ljubov´ k električestve ("L'amore per l'elettricità") sulla vita del rivoluzionario L. Krašin, e nel '78 V poiskach žanra (v poiskach žanra) ("Alla ricerca di un genere", sottotitolo: "alla ricerca di un genere"), dove a cercare un nuovo genere sono sia il protagonista, un prestigiatore, sia lo stesso scrittore. Nel 1980 è stato pubblicato in Italia il romanzo L'ustione (titolo orig. Ožog). Sono seguiti due lunghi romanzi, Bumažnyj pejzaž ("Paesaggio di carta", 1983) e Skaži izjum ("Sorridere prego", 1985), in cui si descrive il tragico destino della generazione degli anni Sessanta.