BELOV, Vasilij Ivanovič
Scrittore russo, nato a Timonicha (Vologda) il 23 ottobre 1932. Figlio di contadini, operaio, esordisce in letteratura nel 1952 con un ciclo di poesie apparse sul giornale Sovetskij sport. Per un decennio scrive esclusivamente poesia (riviste Zvezda, Junost'). Dal 1959 al 1964 frequenta a Mosca l'Istituto di Letteratura, nel 1961 il racconto Derevnja Berdjaika ("Il villaggio Berdjaika"), apparso sulle pagine dell'almanacco Naš Sovremennik, attira su di lui l'attenzione della critica, che lo annovera tra i più promettenti giovani scrittori ''campagnoli''. Nel 1962 è accolto nell'Unione degli Scrittori, pubblica due antologie di racconti (Znojnoe leto, 1963, "Una torbida estate"; Rečnye izluki, 1964, "Le anse del fiume") incentrati sulla vita nelle campagne del Nord della Russia; dal 1968 comincia a pubblicare sulla prestigiosa rivista Novyj Mir. La raccolta Privyčnoe delo (1966, "Ordinaria amministrazione") e Plotnickie rasskary (1968, "Racconti del falegname") consolidano la sua fama quale rappresentante della prosa ''campagnola'', con una forte presenza di elementi lirici.
A B. interessano le sorti private del contadino russo, il suo mondo spirituale, le sue tradizioni, raccontate con calore e un velo di nostalgia per un mondo patriarcale autentico e umano (ciclo di miniature umoristiche Buchtiny vologodskie, 1969, "Storielle vologdane"). Negli anni Settanta il lirismo di B. cede il posto a toni più drammatici: il romanzo Kanuny (1972-77, "Vigilie") racconta la distruzione del sistema di vita patriarcale e l'annichilimento fisico del contadino negli anni della collettivizzazione forzata; la pièce Nad svetloj vodoj (1973, "Sull'acqua chiara") rappresentata a lungo a teatro, denuncia la morte dei villaggi di campagna e dei valori e dei sentimenti che vi si custodivano; il ciclo di schizzi Lad. Očerki o narodnoj estetike (1979-81, "Armonia. Saggi di estetica popolare"), sorta di enciclopedia della vita della campagna russa nel dopoguerra, sottolinea l'irreparabile perdita dell'integrità e dell'armonia della cultura contadina e del suo legame organico con la natura.
Vicino in ciò ad altri rappresentanti della prosa ''campagnola'', B. passa dalla descrizione lirica alla denuncia, dalla denuncia alla ricerca dei colpevoli, individuando questi ultimi nella civiltà di tipo europeo occidentale, nella città-megalopoli disumana, nell'intelligencija occidentaleggiante, cui è contrapposta la campagna nella sua idealizzazione nazionalista grande-russa.
Tra i personaggi della pièce Po dvesti šestoj (1979-80, "Ai sensi dell'art. 206"), presidenti di Kolchoz, funzionari di provincia, tutti in varia misura responsabili della catastrofe delle campagne, i più colpevoli sono i dirigenti cittadini, "formalisti, carrieristi e burocrati". L'assenza di un sistema di valori tradizionali cui fare riferimento produce bambini infelici (Vospitanie po doktoru Spoku, 1974, "L'educazione secondo il dottor Spock"), facile preda di droga e alcool (Dnevnik narkologa, 1982, "Diario di un narcologo"). Nella prosa degli anni Ottanta i toni pubblicistici si accentuano, sia nelle opere destinate ai più piccoli (le raccolte di racconti Kanikuly, Rasskazy o vsjakoj živnosti, 1981, "Vacanze", "Racconti su vari animaletti"; Dialog, 1982, "Dialogo") che nel romanzo Vse vperedi (1986, "Tutto deve ancora venire"), subito al centro di accese polemiche, il cui protagonista è sconvolto dal sospetto che la moglie, in occasione di una gita a Parigi, possa aver assistito alla proiezione di film pornografici; di qui una catena di malintesi e di incomprensioni, che travolgono tutta la famiglia, sullo sfondo di una Mosca sporca, abitata da esseri quasi demoniaci: ambientazione cittadina, che è però poco congeniale al talento di B., la cui foga di denuncia appiattisce i personaggi, privandoli di una convincente caratterizzazione psicologica e linguistica.
Bibl.: Ju. V. Seleznev, Vasilij Belov. Razdum'ja o tvorčeskoj sud'be pisatelja ("V. Belov. Riflessioni sull'evoluzione creativa dello scrittore"), Mosca 1983; L. F. Eršov, Tri portreta: očerki tvorčestva ("Tre ritratti. Saggi sull'opera"), ivi 1985; W. Kasack, Lexicon der russischen Literatur ab 1917, Monaco 1986; N. Ivanova, Ispitanie pravdoj ("La prova della verità"),in Znamja, 1 (1987), pp. 198-220; D. Urnov, O blizkom i dalekom ("Su ciò che è vicino e ciò che è lontano"), in Voprosy Literatury, 9 (1987), pp. 113-31; A. Mal'gin, V poiskach ''mirovogo zla'' ("Alla ricerca del ''male del mondo''"), ibid., pp. 132-68.