BAŽENOV, Vasilij Ivanovič
Il più geniale e il più celebre fra gli architetti russi del sec. XVIII, nato a Volskoe (distretto di Malojaroslavec) il 1° marzo 1737. Allievo della scuola d'architettura dell'Uhtomskij e dell'università di Mosca, nel 1758 fu ammesso all'accademia delle belle arti di Pietroburgo, dove fu discepolo di J.B. Vallin de la Mothe. Dopo due anni (1760) fu nominato assistente dell'architetto Rastrelli. Mandato a Parigi, vi lavorò sotto la direzione di Charles de Wailly. Nel 1762, ottenuto il diploma accademico e una borsa di studio del governo, partì per l'Italia. Nominato membro delle accademie di Roma, di Firenze, di Bologna, nel 1765 ritornò a Pietroburgo e vi espose tutti i suoi progetti e disegni architettonici, eseguiti nei lunghi anni di viaggi e di studî, che lo fecero accogliere entusiasticamente dalla corte e dalla società della capitale. L'imperatore l'incaricò della costruzione del palazzo di Kamennyi Ostrov per il principe ereditario. Nel 1769 il B. costruì i grandi edifizî dell'arsenale, trasformati in palazzo di giustizia nel secolo passato, e quasi del tutto distrutti nella rivoluzione del marzo 1917. Non fu eseguito il progetto d'una immensa ricostruzione del Kremlino che avrebbe dovuto essere incorporato nelle parti principali di un nuovo grandioso palazzo. La carriera dell'artista fu definitivamente spezzata dalla disapprovazione dei suoi lavori nel palazzo imperiale di Caricyno presso Mosca, dove il fabbricato principale fu perfino raso al suolo per ordine dell'imperatrice. Ritornato in favore, sotto il regno di Paolo I fu nominato vice-presidente dell'accademia di belle arti, ma poi dovette cedere all'architetto Brenna la direzione dei lavori per il nuovo palazzo imperiale. Morì il 2 agosto 1799. La tragica sorte del B., dopo la meravigliosa sua ascesa, gli tolse quasi sempre la soddisfazione di poter eseguire i suoi progetti. Quel che ci resta della sua opera - il palazzo di Kamennyi Ostrov, gli avanzi del vecchio arsenale, qualche edificio di Caricyno e alcune chiese di provincia in stile pseudo-gotico, che gli si vollero attribuire recentemente - ci mostrano come egli fosse architetto un po' arcaico, fedele alla tradizione barocca, tutt'al più gallicizzante. Una certa aridità delle linee coincide nei suoi progetti col vivo sentimento dei contrasti e con la tendenza spiccata per le dissonanze e per i movimenti violenti delle forme. In certi aspetti si potrebbero sentire, nella sua maniera, i ricordi più o meno coscienti dell'antica architettura russa.
Bibl.: I. Grabar, Istorija russkogo iskusstva (Storia dell'arte russa), III, Mosca 1913, pp. 325-336 (con indicazioni di lavori più antichi); V. Zgura, Antichi architetti russi (in russo), Mosca 1923, pp. 19-22; Kožin, Due studî sullo stile pseudo-gotico in Russia, usciti nelle Memorie dell'Istituto per la storia dell'arte di Leningrado (1924 e 1927).