Vedi SICELIOTI, Vasi dell'anno: 1973 - 1997
SICELIOTI , Vasi (v. s 1970, p. 716)
Nuove attribuzioni e il problema dei rapporti tra officine campane e siceliote costituiscono i temi principali discussi da A. D. Trendall nei supplementi al suo The Red-Figured Vases of Lucania, Campania and Sicily, pubblicati negli ultimi due decenni (1970, 1973, 1983).
A parte le nuove attribuzioni, il principale problema affrontato è quello dei rapporti tra officine campane e siceliote. Egli ritiene che l'instabilità politica del periodo dionigiano abbia danneggiato il proseguimento della produzione in Sicilia, incoraggiando il trasferimento degli artigiani dall'isola in Campania. Nel periodo compreso fra i regni di Dionisio I e Timoleonte sarebbero stati realizzati pochi esemplari e solo con il secondo dei due (340- 330 a.C.) i vasai sarebbero ritornati dalla Campania per riattivare le officine ormai in disuso. Più cautamente, secondo Giudice, va accettata l'ipotesi di uno iato tra il primo e il terzo quarto del IV sec. a.C., fondata, da una parte, sulla base dei recenti studi sulla moneta dionigiana, e dall'altra, sulla politica di ampio respiro di Dionisio I (405-367 a.C.), proiettata verso Locri, il golfo di Taranto e l'alto Adriatico. Questa apertura della produzione siceliota al mercato italiota (bruzio, campano e adriatico) non deve aver subito interruzioni, vistose al tempo di Dionisio II (367-344 a.C.), che continuò ad attingere per il suo esercito all'area campana; e d'altronde la presenza di officine nell'isola è deducibile dalle stesse fonti letterarie che, sebbene tradizionalmente parche di notizie di questo genere, ci ricordano un'officina di vasai operante a Thermal, intorno al 360 (quella di Carcino di Reggio), al tempo quindi della tirannide di Dionisio II. Su questa linea U. Spigo ha tentato una sistemazione cronologica, nella quale pone tra l'ultimo ventennio del V e il primo quarto del IV sec. a.C. i gruppi della Scacchiera e di Himera, il Pittore di Santapaola e affini, il Gruppo di Locri (per il quale ipotizza un'origine siceliota), l'inizio dell'attività del Gruppo di Dirce (probabilmente a partire dall'inizio del IV sec.), i gruppi dell'Orgia e Prado-Fienga (allo scadere del primo venticinquennio). Nel secondo quarto del IV sec. e nel primo decennio del successivo, egli pone la continuazione dell'attività dei gruppi di Dirce, dell'Orgia e Prado-Fienga e, per parte del periodo, ceramografi del Gruppo di Locri, ceramografi presenti in Calabria e collegati con il Pittore dell'Erote Inginocchiato e della Pisside RC 5089, il Pittore di Adrasto e il Gruppo di Maron e infine l'inizio dell'attività del Gruppo di Lentini- Manfria. All'ultimo quarantennio del IV sec. a.C. data inoltre la prosecuzione dell'attività del Gruppo Lentini- Manfria e, forse, quella di maestri come il Pittore di Maron e il Pittore di Adrasto (fino circa al 330?), il Gruppo di Borelli, il Gruppo dell'Etna e il Pittore di Cefalù, l'inizio dell'attività degli ateliers del Pittore di Lipari e del suo gruppo. Infine, nella prima metà del III sec. a.C. egli colloca l'attività del Gruppo di Lipari e, in Sicilia, la continuazione di gruppi attivi alla fine del secolo precedente (Lentini-Manfria e soprattutto Borelli-Etna). U. Spigo tiene pure conto per il Gruppo di Lipari della cronologia proposta da L. Bernabò Brea e da M. Cavalier per i vasi di Lipari (v. vol. iv, p. 648, s.v. Lipari, Gruppo di), sulla quale Trendall aveva mostrato riserve.
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