Varna Città della Bulgaria (dal 1949 al 1957 Stalin; 313.983 ab. nel 2008), capoluogo dell’omonima provincia e porto sul Mar Nero, in fondo all’ansa omonima. Importante nodo stradale e ferroviario, V. è uno dei più notevoli centri industriali della Bulgaria (industria metallurgica, petrolchimica, elettrotecnica, cantieristica, tessile, alimentare) e sede di importanti attività culturali. La città è inoltre centro di turismo balneare.
Antica colonia milesia con il nome di ᾿Οδησσός, fondata agli inizi del 6° sec. a.C., subì l’influsso dei vicini Traci, Sciti e Geti, i quali ultimi la distrussero alla metà del 1° sec. a.C. Sotto i Romani fece parte della Moesia inferior. Dopo aver subito (5° e 6° sec.) incursioni unne e slave, fu stabilmente occupata dai Bulgari sotto il regno di Costantino IV Pogonato (668-685). Nella seconda metà del 10° sec. passò sotto i Bizantini, ritornando ai Bulgari alla fine del 12° secolo. Per tutto il Medioevo fu porto importante, quale mercato di esportazione dei cereali. Questo commercio decadde quando i Turchi conquistarono la città e il resto della Bulgaria, nell’ultimo decennio del 14° secolo. Sotto i Turchi, V. fu uno dei pilastri del sistema di difesa dell’Impero sul basso Danubio. Sotto le sue mura nel novembre 1444 il sultano Murad II sconfisse l’esercito cristiano di Ladislao II re di Ungheria e Polonia e di Giovanni Hunyadi. Fu occupata per breve tempo dai Russi nel 1610 e di nuovo nel 1828 (dopo un lungo assedio). Nel 1854, durante la guerra di Crimea, fu la base di operazioni dell’esercito franco-inglese contro Sebastopoli.