variometro
variòmetro [Comp. di vari(azione) e -metro] [EMG] Induttore variabile, costituito da due bobine d'induttanza in serie e di cui si può variare l'accoppiamento e quindi l'induttanza mutua, in relazione alla quale varia anche l'induttanza complessiva: v. induttanza, campioni di: III 172 f. ◆ [MTR] Strumento per misurare le variazioni di determinate grandezze; se provvisto di dispositivo registratore si chiama variògrafo. ◆ [GFS] V. magnetico: strumento per misurare le variazioni, da luogo a luogo o nel tempo, degli elementi del campo magnetico terrestre. I v. locali, cioè per misurare variazioni da luogo a luogo, sono strumenti tipici della prospezione magnetica del sottosuolo; nel passato fu molto usata la bilancia magnetica di Schmidt, un magnetometro portatile ad ago magnetico per la componente verticale, mentre attualmente si usano prevalentemente magnetometri a precessione di protoni, assai più rapidi e accurati (v. geofisica applicata: III 30 b e misurazioni geomagnetiche: IV 35 f). I v. temporali, cioè per misurare variazioni nel tempo, sono strumenti da Osservatorio e si tratta sempre di variografi; ai v. a registrazione fotografica universalmente usati fino a circa venti anni fa, costituiti da un declinometro ad ago magnetico, un teodolite magnetico per la componente orizzontale e una bilancia magnetica per la componente verticale, si sono andati via via affiancando v. vettoriali a precessione, costituiti da un magnetometro a protoni, un sistema di bobine opportunamente disposte e un calcolatore elettronico che determina le tre configurazioni per misurare gli elementi tradizionali (declinazione, componente orizzontale, componente verticale) oppure, oggi più spesso, le tre componenti cartesiane locali (nord, est e verticale), registrandone i valori ed elaborandoli in medie orarie, giornaliere, mensili e annuali (v. misurazioni geomagnetiche: IV 38 e).