Vangelo di Nicodemo
Vangelo apocrifo databile, nella forma attuale, al 425 d.C. Già nel II secolo d.C. s. Giustino parla di un V. di Nicodemo ed è probabile che il testo attuale contenga degli elementi più antichi.
Questo V. è costituito di due parti, unite assieme in un secondo tempo, vale a dire gli ‛ Atti di Pilato ', che raccontano il processo di Gesù in una sorta di autogiustificazione di Pilato, e la ‛ Discesa di Cristo agl'Inferi '. Composto originariamente in greco, il V. di Nicodemo fu conosciuto in Occidente grazie a delle antiche traduzioni latine. Nel XIII secolo, Vincenzo di Beauvais (Spec. VIII 40 ss.) e Iacopo da Varazze (Hist. Lombardica 54) citano abbondantemente il V. di Nicodemo, segnatamente la seconda parte. È appunto questa parte che può aver ispirato D. - in particolare If IV 52 ss. - laddove descrive la discesa di Cristo agl'Inferi (v. anche DESCENSUS CHRISTI AD INFEROS).
Bibl. - Evangelia Apocrypha, ediz. C. De Tischendorf, Lipsia 1876, LIV-LXXVI, 210-432; Neutestamentliche Apocryphen, a c. di E. Hennecke e W. Schneemelcher, Tubinga 1958, I 330 ss.; N. Zingarelli, La vita, i tempi e le opere di D., II, Milano 1944³, 817-818.