van sharing
loc. s.le m. inv. Condivisione a pagamento di veicoli adibiti al traporto di merci, al fine di ridurre l’inquinamento e i problemi di viabilità causati dal traffico cittadino.
• L’hanno soprannominato «Van Sharing» e potrebbe essere la quadratura del cerchio per coniugare il diritto alla mobilità di chi usa l’autoveicolo come strumento di lavoro con la tutela dell’ambiente. Obiettivo: estendere il servizio di «Car Sharing» al settore commerciale in vista del divieto che dal 15 settembre 2007 imporrà le nuove limitazioni in Ztl Ambientale anche al trasporto merci (lunedì-venerdì 9-13). (Alessandro Mondo, Stampa, 12 gennaio 2007, p. 62, Cronaca di Torino) • «Da qui al 2016 vogliamo arrivare all’ecopass elettrico, cioè non come tributo in termini economici al Comune, ma come tributo all’ambiente», spiega [Matteo] Renzi nel giorno della firma, in Palazzo Vecchio, di un protocollo tra il Comune e il colosso RenaultNissan per lo sviluppo della mobilità elettrica. Un’intesa in più punti: aumento delle colonnine di ricarica elettrica in collaborazione con l’Enel (oggi sono solo 120, si pensa a metterne di nuove nei parcheggi sia coperti che di superficie); sperimentazione di «car e van sharing» elettrico, ovvero di condivisione di mezzi sia privati che commerciali; studi sulla conversione elettrica della flotta dei mezzi pubblici; incentivi per alberghi e negozi che si dotino di mezzi elettrici. (Ernesto Ferrara, Repubblica, 18 ottobre 2011, Firenze, p. IV) • Oggi il mercato è cambiato e le possibilità, grazie alle tecnologie, sono diventate infinite: si può prenotare il car sharing free floating (senza punti di sosta obbligatori) il peer to peer (tra privati) fino allo scooter o il van sharing, in sperimentazione a Roma. (Barbara Millucci, Corriere della sera, 20 giugno 2016, Corriere Economia, p. X).
- Espressione inglese composta dai s. van ‘furgone’ e sharing ‘condivisione’.
- Già attestato nel Corriere della sera del 7 aprile 2005, p. 52, Cronaca di Milano (Elisabetta Soglio).