VALSOLDA (A. T., 17-18-19 e 24-25-26)
Piccola valle che s'apre sulla sponda settentrionale del Lago di Lugano, a occidente e a breve distanza da Porlezza, segnando, con il suo fianco destro, un breve tratto del confine svizzero. Dal paesello di Oria, dove questo incrocia la riva del lago, la displuviale della valle ascende alla Colma Regia (m. 1514), al Sasso Grande (m. 1493), e alle Cime di Moresso (m. 1721) e di Fiorina (m. 1811), per tornare al lago, a oriente, col Bronzone (m. 1434), la Forcola (m. 1197) e i Pizzoni (m. 1303), creste tutte che incorniciano con il loro aspro profilo un anfiteatro vallivo per la maggior parte nudo e roccioso. Lo rigano, fino alla bassa terrazza con cui sormonta il lago, brevi e impetuosi torrentelli, che s'uniscono, sui due lati dell'anfiteatro, in due correnti maggiori, le quali prendono lo stesso nome di Soldo (dal lat. solidus, nel senso di terreno non dissodato o incolto; nome che con tal significato ricorre in altre vicine località, per es., a N. del Lago del Piano), e si congiungono alla loro volta nella profonda gola con cui intagliano quella terrazza, per mettere foce nel lago. La valle è tutta incisa nelle dolomie e nei calcari marnosi del Retico, con i quali stanno in rapporto l'asprezza delle sue forme e la scarsa fertilità dei terreni (è coperta per oltre 1/6 da incolti produttivi, ha radi seminativi, poverissimi i prati e i pascoli, che consentono una vita stentata a pochi bovini).
L'economia resta perciò a carattere tipicamente pastorale-agricolo e con forme poco evolutive. Questo spiega la debole densità della sua popolazione (46 ab. per kmq. nel 1931, su di un'area di 31,7 kmq.), costretta, in tempi normali, a cercar lavoro nella vicina Svizzera, in specie a Lugano (in gran numero gli scalpellini, i muratori, i decoratori).
Dopo la guerra mondiale lo spopolamento della valle si è andato accentuando in modo spiccatissimo: da 1434 ab., quanti se ne contavano nel 1871 nei sei comuni in cui la valle stessa si divideva (Albogasio, Castello Valsolda, Cressogno, Dasio, Drano e Puria), si passa a 1476 nel 1881, a 1705 nel 1911, a 1753 nel 1921, per scendere a 1473 nel 1931. Degli otto centri abitati, disposti fra 275 e 539 metri d'altezza, tutti assai piccoli, il più importante è Albogasio, sulla riva del lago, lungo il quale sono anche S. Mamete e Oria, località divenute notissime per i romanzi di A. Fogazzaro.