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VALLETTA

di Attilio MORI - Vincenzo BONELLO - Ettore ROSSI - - Enciclopedia Italiana (1937)
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VALLETTA (o La Valletta; A. T., 22-23)

Attilio MORI
Vincenzo BONELLO
Ettore ROSSI

Città e porto principale delle Isole Maltesi, posta sulla costa nord dell'isola di Malta alle coordinate geografiche riferite al faro del forte S. Elmo di 35° 54′ lat. N. e 14° 30′ 45″ long. E. La città occupa l'estrema punta settentrionale di una penisoletta rocciosa (la Sceberra), che si protende per quasi 3 km. tra le due profonde insenature del Porto Grande a levante e del porto di Marsa Muscetto a ponente.

La pianta della città è press'a poco rettangolare, delle dimensioni di 750 × 600 m. ricoprendo quindi un'area di circa 50 ettari. L'asse principale è costituito dalla Strada Reale, sulla quale si affacciano i principali edifici pubblici e dove si svolge la più eletta vita cittadina. Strade parallele a questa arteria, e vie minori ad essa perpendicolari e generalmente a gradinate, ne completano la rete. Costituiscono come una dipendenza della Valletta i varî centri abitati che in tempi diversi si andarono formando nelle adiacenze della frastagliata insenatura di cui la nuova città occupa il centro. Tali la Vittoriosa (l'antico Borgo del Castel S. Angelo prima residenza dei cavalieri nel 1530, così ribattezzato dopo la vittoria), la Cospicua, e Senglea che, adiacenti fra loro, occupano pronunziate. sporgenze della costa orientale del Porto Grande, recinte dalla parte di terra da una cerchia di íortificazioni fatta erigere dal gran maestro Cottoner, onde il nome di Cottonera. La Floriana che occupa la base dello sperone di cui Valletta occupa l'estremità, divisa da questa dalla piazza d'armi, da giardini e da una vasta piazza dove come a Foggia si aprono le fosse per la conservazione del grano; e, sulla insenatuia di Marsa Muscetto, ma da questa divisa dall'isola della Gezira, il recente elegante e ridentissimo quartiere della Sliena. La popolazione della Valletta, che nei limiti della città principale risultò al censimento del 1931 di 22.833 abitanti, comprese le ricordate dipendenze, ascende a 151.215 abitanti, di cui circa 2000 Italiani regnicoli.

Per la sua posizione nel centro del Mediterraneo scelta a sede della flotta che il governo britannico mantiene in questo mare, e per le forze terrestri ed aeree che la presidiano, per le potenti opere di fortificazione che la muniscono, la Valletta appare principalmente come una fortezza. Ma a fianco delle manifestazioni della vita militare essa presenta quelle altresì che le derivano dall'attività commerciale e marinaresca; dall'interesse che destano i tesori delle sue memorie sia del tempo dei Cavalieri sia di quelli dell'età preistorica; dal gradevole soggiorno che offre il suo clima mitissimo (temperatura media annua 19°; media invernale 13°; media estiva 25°; pioggia 540 mm.), onde numerosi vi accorrono i visitatori attratti dai comodi della vita che essa offre. Attive vi sono le relazioni commerciali soprattutto con l'Italia, con la quale è legata dalle linee di navigazione che congiungono Tripoli alla metropoli. L'accesso alle navi mercantili è limitato solo al Porto Grande e a quello di Marsa Muscetto, nei quali sono accessibili all'attracco 1150 m. di banchine con fondali di 9,7 m. Nel 1934 vi approdarono 2752 navi di cui solo 791 britanniche. Il porto è fornito di due grandi bacini di carenaggio doppî e quattro semplici. La marea alle sizigie vi oscilla tra i 25 e 35 centimetri.

Valletta è collegata a un'estesa rete telegrafica per le sue relazioni con il vicino Oriente; vi funziona altresì una stazione radiotelegrafica.

Oltre che residenza del governatore e comandante in capo britannico delle Isole Maltesi, considerato come "colonna della corona", Valletta è sede di un vescovado cattolico.

L'istruzione è affidata a numerose scuole elementari e medie e ad una università. Una ricca biblioteca allogata in apposito palazzo e un museo prevalentemente archeologico ma anche artistico, storico e naturalistico che occupa il palazzo dell'antico "Albergo" d'Italia, ne fanno anche un considerevole centro di cultura.

Monumenti. - Il Grande Maestro dell'Ordine di Malta fin dal 1558 aveva chiamato da Pesaro Bartolomeo Genga per fornirgli i disegni necessarî alla costruzione della città, che venne però costruita sui disegni di Francesco Laparelli di Cortona, al quale s'aggiunse l'ingegnere dell'Ordine Gerolamo Cassar, maltese. Con tutte le sue strade a rettifilo che si incrociano ad angolo retto, è tra i primi esempî di urbanistica moderna.

Formidabile e bellissima appare la cinta delle fortificazioni costituite da altissimi e assai robusti bastioni e da fossati profondi scavati nella roccia.

Il disegno originale non fu però eseguito integralmente: il Mandracchio, per es., che doveva essere scavato nella falda a NE. del monte, non venne mai completato; arrivato a qualche metro sotto il livello del mare, lo scavo fu abbandonato, e oggi quell'enorme buca ospita il più misero e pittoresco quartiere della città; lo stesso Palazzo Magistrale, che doveva sorgere nella parte più alta della città, venne quasi improvvisato, allargando la casa di Eustachio del Monte, nipote del Gran Maestro di quel nome, e solo nella prima metà del sec. XVII ebbe aggiunte grandiose, ma non assunse il suo aspetto attuale che nella metà del sec. XVIII. Anche gli Alberghi delle varie lingue, noti come Albergie, alcune di notevole mole e assai nobile aspetto, conobbero due periodi. Solo la monumentale chiesa conventuale di S. Giovanni sorse quasi di getto (1573-1577), dovuta al maltese Cassar, che inserì assai felicemente lo stile novo che era poi il Rinascimento maturo che già tendeva al Barocco, sui ritardati motivi indigeni dell'architettura siculo-normanna. Le chiese e i palazzi come anche le case più modeste sono costruiti in pietra da taglio; e ciò comporta quella certa pesantezza così caratteristica alle costruzioni maltesi. Nel sec. XVIII però, sebbene il materiale rimanesse sempre la pietra fornita dalle cave dell'isola, sorsero anche edifici molto eleganti come la chiesa di S. Giacomo e la Biblioteca, dovute, quella al maltese Giov. Barbara e questa al romano Stefano Ittar. Oltre alle famose collezioni ospitate nel severo Albergo dei Cavalieri Italiani e alle collezioni del Palazzo Magistrale che annoverano una ricca armeria e una raccolta di pitture iniziata dal Gran Maestro senese M. A. Zondadari, anche le chiese sono ricche di opere d'arte; fra quesre le più notevoli sono: S. Giovanni, con la vòlta famosa e le altre numerose pitture del Preti e con le opere del Caravaggio, dello Spada, dell'Algardi, del Mazzuoli, del Favray, ecc. e la chiesa del Gesù, costruita dal lucchese F. Bonamici con opere del Romanelli, del Battistiello, del Preti, ecc. Il Preti vi spese quasi trent'anni della sua esistenza e vi morì; più o meno lunghe dimore vi fecero, prima del Preti, il Caravaggio e poi il Favray. È ricchissimo l'archivio dell'Ordine con documenti che vanno dal sec. XII al XVIII. La Valletta, costruita con criterî che si possono chiamare moderni, non conobbe il fenomeno degli sventramenti; la cinta delle fortificazioni avendo poi soffocato ogni tendenza espansionista, conservò alla città il suo aspetto originale; i secoli posteriori poco infatti vi hanno aggiunto: l'edificio moderno più notevole è il teatro dell'Opera costruito sui disegni dell'inglese Barry.

Storia. - Fu fondata il 28 marzo 1566, all'indomani della vittoria ottenuta sui Turchi nell'assedio del 1565 e chiamata La Valette (poi La Valletta o Valletta) dal nome di fra Giovanni de Valette, Gran Maestro dell'Ordine di San Giovanni, che teneva l'isola dal 1530. Doveva costituire un valido baluardo contro la persistente minaccia dei Turchi. Cominciò ad essere abitata nel 1571.

La città si arrese a Napoleone Bonaparte il 12 giugno 1798 e fu presidiata dal Vaubois fino al 5 settembre 1800, quando fu ripresa dai Maltesi della campagna che si erano sollevati ed erano poi stati aiutati dal re di Napoli e dagl'Inglesi.

Bibl.: G. A. Ciantar, Malta illustrata, Malta 1780; A. Ferris, Descrizione storica delle chiese, ivi 1866; id., Memorie dell'Ordine, ivi 1885; G. Calleja, The Works of Art in the Churches of Malta, ivi 1881; R. Paribeni, Malta, Roma 1925; Th. Zammit, Valletta, Malta 1929; Darmanin-Demajo, Naval Establishments of the Order, in Daily Malta Chronicle, 1925-27; id., Studi sulle chiese e le Albergie dell'ordine, in Arch. st. di Malta, 1930-33; V. Bonello, Old Valletta, in Bull. of the Museum, 1934.

Vedi anche
Malta Stato insulare dell’Europa meridionale. Il suo territorio, un arcipelago esteso per circa 50 km da NO a SE e formato da due isole maggiori (Malta, 245,7 km2 e Gozo, 67,1 km2) e da altri tre isolotti (Comino, Cominotto e Filfola), si pone al centro del Mediterraneo, sulla piattaforma continentale sicula. ... Jean Parisot de la Valette Valette ‹valèt›, Jean Parisot de la. - Gran Maestro dell'ordine di San Giovanni (n. 1494 - m. 1568); eletto nel 1557, cercò di riprendere Tripoli, ma per colpa del viceré di Sicilia, Giovanni de la Cerda, suo alleato, la spedizione fallì. Resistette per quattro mesi (1565), in Malta, all'assedio di 200 ... Francesco Laparèlli Laparèlli (o Lapparèlli), Francesco. - Architetto (Cortona 1521 - Candia 1570). Eresse (1540 circa) a Cortona la fortezza detta di Girifalco, e costruì (1555) a Umbertide la chiesa di S. Maria della Reggia (rifatta nel sec. 17º), che rivela modi bramanteschi elaborati dal Sangallo. Il suo merito principale ... Eger (ted. Erlau) Città dell’Ungheria settentrionale, capoluogo della contea di Heves, nella valletta del fiume omonimo. ● È l’antica sede degli Agriani da cui derivò il nome. La posizione strategica ne fece una fortezza importante: distrutta dai Tatari nel 1242, fu poi circondata da mura, da cui gli abitanti ...
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Vocabolario
vallétta
valletta vallétta s. f. [femm. di valletto1]. – Nelle trasmissioni televisive, la giovane assistente di scena che collabora con il presentatore, soprattutto in spettacoli di giochi e di varietà.
vallettismo
vallettismo s. m. (iron.) La condizione e i tratti che caratterizzano una valletta di programmi televisivi. ◆ Alba Parietti non coglie al volo l’opportunità di fare una domanda a [Clemente J.] Mimun e visibilmente ne soffre, condannata...
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