Poeta peruviano (Santiago de Chuco, dip. di La Libertad, 1892 - Parigi 1938). Esordì con Los heraldos negros (1918), visione sconsolata della vita di villaggio; imprigionato per una falsa accusa, scrisse in carcere la sua opera migliore, Trilce (1922). Recatosi a Parigi, fu espulso come comunista nel 1930, e viaggiò in Spagna, Russia, ecc., tornando poi in Francia dove morì in grande miseria. La sua poesia è di una sincerità dolorosa, scevra di retorica e inosservante delle regole; spesso difficile per la complessità e il vigore delle immagini che si sovrappongono. V. si libera progressivamente degli elementi romantici, prevalenti nel simbolismo delle prime opere, e animato da una pietà umana sempre più intensa, trova nella lotta per il progresso sociale la fonte d'ispirazione principale dei suoi versi sulla guerra civile spagnola (España aparta de mi este cáliz, 1937; pubbl. 1940). Assai inferiori ai versi risultano i romanzi (El Tungsteno, 1931) e i drammi. Fra le altre opere: Escalas melografiadas (1923); Fabla salvaje (1923); Rusia 1931 (1931); postume: Poemas humanos 1923-1938 (1939); Antología de C. V. (1942); Novelas (1947). Nel 2008 è stata pubblicata in Italia l'Opera poetica completa in due volumi.