VALFURVA (A. T., 17-18-19 e 24-25-26)
È la valle più ampia e importante fra quelle che affluiscono da sinistra alla Valtellina: sul punto di confluenza si è sviluppato Bormio. La percorre il torrente Frodolfo che scende dal Cevedale; prende prima il nome di Val di Cedee, e poi quello di Val del Forno (dal ghiacciaio omonimo, di cui raccoglie le acque), che lascia dove cambia direzione per volgere decisamente a NO., dopo la congiunzione col lungo corridoio del Gavia, che procede dal Corno dei Tre Signori (metri 3359). L'ampio (oltre 20 mila ha.) bacino è circondato da una elevata chiostra di monti (Cresta del Reit, m. 3075; Cristallo, metri 3431; Ortles, m. 3899; Gran Zebrù, m. 3740; Cevedale, m. 3778; Palon della Mare, m. 3709; Tresero, m. 3602: Gavia, m. 3223), che si mantiene tale anche tra l'una e l'altra delle sbarre dividenti le valli minori dello Zebrù, del Gavia e del Sobretta (Confinale, m. 3270; Sobretta m. 3296): il paesaggio vi acquista dappertutto maestà e imponenza di linee, con un pittoresco alternarsi di aspre e profonde gole (donde il nome della valle dal lat. furvus "oscuro, cupo") a pianori e a conche alpine, in un verdeggiare di prati e di boschi, sormontati da vedrette e da ghiacciai. Data la notevole altezza dei fondivalle (tutti oltre i 1200 m.), la percentuale dellai superficie produttiva è assai bassa e anche più bassa è quella della superficie agrariai (appena il 24%; la superficie lavorabile si riduce addirittura all'1%, che sono fra le cifre che più modeste di tutta la Valtellina). L'economia rimane perciò essenzialmente pastorale (i prati permanenti occupano oltre i 3/4 della superficie agraria e forestale), con prevalenza di bovini e ovini. Buono il prodotto dei boschi, data l'abbondanza dclle conifere.
La Valfurva è compresa in un unico comune (con sede in S. Antonio), che contava 1825 ab. nel 1931 (1237 nel 1871; 1431 nel 1901): questi sono distribuiti in pochi e piccoli centri abitati, il maggiore dei quali è S. Antonio, alla confluenza dello Zibrù, ma il più noto è S. Caterina (1736 m.), presso lo sbocco del Gavia nel Frodolfo. S. Caterina che è oggi molto frequentata come stazione climatica alpina, possiede una sorgente (scoperta nel 1698) idrominerale fredda (6°) che è la più ricca di carbonato di ferro tra quelle italiane (cura dell'anemia e dell'esaurimento). Le comunicazioni gravitano sulla rotabile che da Bormio lungo il Frodolfo mette a S. Caterina e di qua per il Gavia e il passo omonimo (2652 m.) adduce alla valle dell'Oglio, donde per il Tonale si può passare in quella dell'Adige attraverso la Val di Sole. È questa la via di cominicazione che venne utilizzata durante il basso Medioevo per il traffico tra la repubblica veneta e la Germania meridionale.