Poeta e romanziere francese (Vichy 1881 - ivi 1957). Collaboratore della Nouvelle revue française, della Revue de Paris e del quotidiano argentino La Nación, cofondatore di Commerce (1924), aderì alle correnti e ai circoli letterarî d'avanguardia, in cui portò un gusto affinato dalla conoscenza delle letterature antiche e moderne, uno spirito creativo tendente all'estetismo e all'ironia (come nel suo capolavoro: A.-O. Barnabooth. Ses oeuvres complètes, 1913, autobiografia immaginaria di un poeta sudamericano), un cosmopolitismo e, più precisamente, un'aspirazione europeistica, che è tipica della sua generazione e che, nella sua opera, viene professata apertamente. Diffusore della letteratura ispano-americana, contribuì anche alla conoscenza di J. Joyce, di cui tradusse l'Ulisse, e di I. Svevo. Si ricordano fra le sue opere, oltre al citato Barnabooth, Fermina Marquez (1911); Enfantines (1918); Amants, heureux amants (1923); Paris de France (1926); Aux couleurs de Rome (1938); Ce vice impuni, la lecture (1941). Notevoli inoltre la sua attività di traduttore (Whitman, Joyce, Bacchelli, Cecchi), di cui definì la pratica in Sous l'invocation de St.-Jérôme (1945), e il suo Journal (1954-55).