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Brumel, Valery

di Giorgio Reineri - Enciclopedia dello Sport (2004)
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Brumel, Valery

Giorgio Reineri

Unione Sovietica • Tolbuzino (Siberia), 14 aprile 1942-Mosca, 26 gennaio 2003 • Specialità: Salto in alto

Chiamato il 'cosmonauta' per i suoi voli magici e per la capacità quasi di galleggiare nell'aria, è stato il più grande saltatore di tutti i tempi con lo stile ventrale (straddle). Allievo prediletto di Vladimir Dyatchkov, forse il più famoso teorico dell'allenamento, portò il record del mondo, in soli due anni ‒ dal 1961 al 1963 ‒ da 2,23 m a 2,28 m. Di non grande statura (1,85 m) ma dotato di straordinaria potenza e elasticità muscolare ‒ era capace di correre i 100 m in 10,5″ ‒ si sottoponeva ad allenamenti durissimi, fin da quando, appena quattordicenne, s'era appassionato al salto in alto. Di pari passo con la tecnica, aveva sviluppato la forza muscolare con un enorme lavoro di pesistica e, attraverso lo studio della preparazione dei danzatori sovietici, aveva perfezionato ogni movimento del corpo, così da offrire il meglio dal punto di vista non soltanto atletico ma anche estetico. La sua spinta con la gamba sinistra, che faceva seguito a una rincorsa ritmata con assoluta precisione, e lo slancio della gamba destra verso l'alto erano impressionanti non meno dell'esattezza con la quale avvolgeva l'asticella, anticipando con il braccio destro e con la testa il passaggio del corpo. Ebbe un esordio fulminante alle Olimpiadi di Roma 1960 dove, appena diciottenne, ottenne il secondo posto alle spalle del georgiano Robert Shavlakadze, ma davanti al primatista del mondo, l'americano John Thomas. Campione d'Europa nel 1962, il 21 luglio 1963 superò a Mosca 2,28 m, suo ultimo record del mondo, al quale assistette entusiasta anche Nikita Krusciov. Nel 1964 a Tokyo vinse la medaglia d'oro con 2,18 m, la stessa misura di John Thomas. Nell'ottobre del 1965, al ritorno da una competizione in Francia, ebbe un incidente di moto sulla strada dall'aeroporto a Mosca. Dopo varie operazioni, riuscì a evitare l'amputazione della gamba destra, ma la sua carriera era finita. Nel 1970 riuscì ancora a saltare 2,06 m. Si dedicò quindi a scrivere, compose poesie e novelle, ma incominciò anche a bere. Con il fegato distrutto, morì solo e dimenticato in un ospedale moscovita.

Vedi anche
Rosemarie Ackermann Ackermann ‹àkërman›, Rosemarie. - Atleta tedesca (n. Lohsa, Sassonia, 1952), nata Witschas. È stata tra le massime interpreti del salto in alto con la tecnica dello scavalcamento ventrale, vincendo l'oro ai campionati europei di Roma nel 1974 e alle Olimpiadi di Montreal nel 1976. È stata la prima donna ... Bikila, Abebe Maratoneta etiope (Addis Abeba 1932 - ivi 1973). Fu il primo atleta a conquistare due medaglie d'oro nella maratona olimpica a Roma (1960) e a Tokyo (1964). Divenne celebre, oltre che per i suoi successi, anche per il suo caratteristico modo di gareggiare a piedi scalzi. Morì a soli 41 anni, in seguito ... Oerter, Alfred Oerter ‹ë´ëtë›, Alfred. - Atleta statunitense (Astoria, New York, 1936 - Fort Myers, Florida, 2007); specialista nel lancio del disco, ha vinto la medaglia d'oro in quattro edizioni consecutive delle Olimpiadi: Melbourne, 1956; Roma, 1960; Tokyo, 1964; Città di Messico, 1968. Pàmich, Abdon Pàmich ‹pàmič›, Abdon. - Marciatore italiano (n. Fiume 1933). Vincitore nei 50 km di marcia della medaglia d'oro alla XVIII olimpiade (Tokyo 1964) e del titolo di campione europeo nel 1962 e 1966.
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