CIOLI, Valerio
Scultore, nato forse nel 1529, morto nel 1599. Di famiglia settignanese (Firenze), avviato da Simone, suo padre, scultore, quindicenne fu aiuto del Tribolo nei lavori della villa di Castello presso Firenze. A Roma (c. 1548), presso Raffaello da Montelupo, e poi nuovamente a Firenze per Cosimo I, restaurò sculture antiche. Oltre a lavori d'occasione eseguì la Scultura per il mausoleo del Buonarroti in S. Croce. Restano di lui il busto di V. Danti (1576) sulla tomba dell'artista a Perugia, il monumento Serguidi (1580) nel Duomo di Volterra, e, dei suoi ultimi anni, sculture destinate a decorazione di giardini, come la fontana del contadino oggi in Boboli (viale dell'aranciera). Qui forse fu trasportato anche un Mietitore, ricordato dalle fonti come sua opera che è da identificare per assoluta concordanza di caratteri con una figura di questo soggetto presso la vasca dell'Isolotto. I suoi modi si riscontrano anche in una fontana figurante una donna che lava la testa a un ragazzo, sempre in Boboli, dove si trova anche il ritratto marmoreo del Barbino buffone di corte, cavalcante una tartaruga. Nel 1599 il C. condusse marmi da Carrara per altre statue sempre destinate allo stesso giardin0 e rimaste interrotte alla sua morte. In bronzo ci resta del C. una replica del Barbino, e un bel candelabro eseguito per i Granduchi, oggi al Museo del Bargello.
È chiaro nelle sue opere il substrato formale michelangiolesco che va però attenuandosi a vantaggio di una maggior leggerezza e varietà di profili, sì che l'artista raggiunge nelle opere a decorazione di Boboli un'essenza ornamentale che fa presentire la scultura barocca.
Bibl.: G. Vasari, Le Vite, ed. Milanesi, VI, Firenze 1878, p. 478; V. Borghini, Il riposo, Firenze 1730; F. Baldinucci, Notizie dei professori del disegno, X, Firenze 1767, p. 149; K. Busse, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VII, Lipsia 1912 (con bibl.); A. E. Brinckmann, Barockskulptur, Berlino-Neubabelsberg 1919; L. Dami, Il giardino italiano, Milano 1924; A. Colasanti, Le fontane d'Italia, Milano-Roma 1926.