BRJUSOV, Valerij Jakovlevič
Poeta russo nato nel 1873 morto nel 1924, appartenente al movimento decadente-simbolista della fine del sec. XIX e del principio del XX; si distinse per un insaziabile desiderio di perfezione formale anche a danno dell'ispirazione. Le raccolte di versi con cui la sua fama si consolidò furono Tertia vigilia del 1901, Urbi et orbi del 1903, Stephanos del 1906, in cui sono alcuni modelli di "classicismo simbolico" brjusoviano (Achille sull'altare, Orfeo ed Euridice). Dopo Stephanos cominciò la decadenza, ma alcuni suoi lavori, come la raccolta di Poeti armeni del 1916, sono tuttora degni d'attenzione. Tra i poeti stranieri che l'influenzarono, si possono citare Verlaine e Virgilio, di cui tradusse l'Eneide. Il B. scrisse anche alcuni romanzi la cui prosa non è meno solenne e ieratica della poesia dei poemi: L'angelo di fuoco (1909) di soggetto medievale tedesco e L'altare della vittoria (1911) il cui soggetto si svolge a Roma sotto Graziano nel sec. IV d. C. Il B. fu uno dei pochi scrittori dell'anteguerra che riconobbero il potere sovietico.
Traduz. italiane: si leggono in Antologia dei poeti russi del sec. XX, a cura di R. Naldi Olkienizkaia, Milano 1924; francesi, in Anthologie des poètes russes, a cura di J. Chuzewille, Parigi 1914; e numerose sono le traduzioni tedesche: Balmont e Brjusov, Gedichte, trad. W. Gröger, Berlino 1921; Der feurige Engel, Monaco 1910; Der Siegesaltar, Monaco 1913.
Bibl.: Cfr. Russkaja literatura XX veka (La letteratura russa del sec. XX) a cura di S. A. Vengerov, Mosca 1914, dove l'articolo su Brjusov appartiene a F. D. Batjuskov.