MALFATTI, Valeriano
Nacque il 20 nov. 1850 a Rovereto dal barone Cesare, podestà della città nel 1851 e nel 1867, e da Irene da Chiusole. Studiò presso il ginnasio locale e poi al Politecnico di Stoccarda, dove si laureò in ingegneria. Dal 1880 fu membro della giunta comunale di Rovereto e, dal 1886 al 1915, podestà.
Durante la sua amministrazione favorì l'insediamento a Rovereto di nuovi impianti industriali, mentre il Comune si fece carico della realizzazione della centrale elettrica della Flora e predispose i progetti e i finanziamenti del grande impianto idroelettrico del Ponale a Riva del Garda. Sempre con il diretto contributo dell'amministrazione comunale furono inoltre realizzate alcune importanti opere pubbliche, come il Pellagrosario alle Ghiaie, il nuovo ospedale, l'orfanotrofio maschile, le case operaie, la ferrovia Rovereto-Riva, le scuole elementari maschili e femminili, i giardini pubblici, il ponte sul Leno. Agli inizi del Novecento il M. promosse un piano regolatore sistematico della città e a quello scopo nel 1907 chiamò da Vienna K. Mayreder, che aveva elaborato il piano regolatore della capitale austriaca. Il piano fu lo strumento che guidò per quasi un quarantennio lo sviluppo di Rovereto.
In politica il M. si schierò con i liberali-nazionali. Fece parte del comitato promotore della società Pro Patria e, nel 1885, ne sottoscrisse lo statuto. Il 28 nov. 1886 tenne un discorso all'assemblea generale della società a Rovereto.
Il 28 apr. 1888 fu nominato socio corrispondente dell'Accademia roveretana degli Agiati e, il 29 dicembre, socio onorario. Il 19 dic. 1897 fu eletto presidente dell'Accademia, carica che mantenne fino al 14 dic. 1898.
Nel 1883 fu eletto deputato al Landtag tirolese come rappresentante della città e della Camera di commercio e industria di Rovereto. In quella sede si batté, insieme con i deputati liberali trentini, per una Dieta trentina che assicurasse l'autonomia amministrativa del Trentino dal Tirolo tedesco e per la salvaguardia dell'identità nazionale. Intervenne ripetutamente su alcune importanti questioni riguardanti la concessione di fondi per lavori stradali e idraulici nel Trentino, i finanziamenti per costruire la ferrovia Rovereto-Arco-Riva, i miglioramenti economici ai maestri, il Consiglio scolastico provinciale, l'approvazione della legge sanitaria e, soprattutto, la soluzione dell'annosa questione della legge elettorale. Il M. intervenne contro l'azione svolta dall'associazione Tiroler Volksbund in alcune zone periferiche del Trentino e protestò contro l'istituzione di scuole tedesche nella regione e l'introduzione della lingua tedesca negli uffici pubblici. Il 5 maggio 1900 sottoscrisse un'interpellanza, che ebbe però esito negativo, per il riconoscimento dell'autonomia amministrativa del Trentino.
Il 1( giugno 1885 risultò eletto nella curia del grande possesso fondiario nobile al Parlamento (Reichsrat) di Vienna. Pure in quella sede si batté per l'autonomia trentina e rivendicò i diritti nazionali nei confronti dell'elemento tedesco. Ricoprì anche la carica di vice presidente della Camera.
Nel 1897 fu eletto presidente del Club italiano, costituito in quell'anno stesso in seno al Parlamento, che comprendeva, fra liberali e cattolici, 8 trentini e 11 "adriatici". Sempre in quell'anno protestò con un'interpellanza contro il progetto governativo di istituire una scuola tedesca a Rovereto e di sopprimere le classi superiori del locale ginnasio. Nel marzo 1901 lamentò la mancata istituzione della richiesta facoltà universitaria di lingua italiana a Innsbruck e in ottobre presentò un'interpellanza in merito ai disordini studenteschi avvenuti in quella città. Il 16 marzo 1904, insieme con gli altri deputati italiani, protestò contro il progetto governativo di trasferire a Rovereto i "corsi paralleli" dell'Università di Innsbruck, che egli si proponeva invece di trasferire a Trieste. Analoghe proteste furono sottoscritte dal M. nel maggio 1905 e nel febbraio 1906.
Il M. fu sempre rieletto al Parlamento fino al 1918. Nel 1907 e nel 1911, con l'introduzione del suffragio universale, fu eletto nel collegio di Rovereto, Riva e Arco. Il 18 dic. 1910, in un'interpellanza alla Camera viennese, protestò contro le perquisizioni arbitrarie e gli arresti seguiti nel Trentino al cosiddetto caso Colpi: un episodio di spionaggio militare a favore dell'Italia di cui era stato imputato, nell'autunno 1909, un certo G. Colpi. Il processo alla spia aveva peggiorato i rapporti diplomatici tra Italia e Austria.
Il 26 luglio 1914 si recò a Roma per ottenere dal governo italiano facilitazioni per l'approvvigionamento del Trentino. Durante il breve soggiorno ebbe occasione di conversare a lungo con l'ambasciatore d'Italia a Vienna, G. d'Avarna duca di Gualtieri, e incontrò molti giovani conoscenti favorevoli alla guerra all'Austria. A tutti costoro espresse il giudizio che l'Italia fosse impreparata al conflitto contro gli Imperi centrali, e confidò la speranza che il Trentino potesse essere unito all'Italia senza subire gli orrori di una guerra combattuta fra le sue valli. Nell'aprile 1915, in un colloquio con un deputato italiano, egli così sostenne, riassumendo il suo pensiero: "Neutralità, autonomia di Trieste, annessione del Trentino e Friuli austriaco e di qualche isola dell'Adriatico" (C. Malfatti, p. 474).
Il 25 giugno 1915 il M. fu sollevato dalla carica di commissario ufficioso di Rovereto, perché sospettato di sentimenti irredentistici, e invitato a lasciare la città. Egli raggiunse Igls presso Innsbruck e, dopo qualche tempo, Salisburgo, dove il 10 febbr. 1916 fu denunciato da un impiegato tedesco che aveva trovato nella biblioteca civica di Rovereto alcuni suoi scritti atti a incriminarlo. Internato a Katzenau, nel luglio 1917 beneficiò dell'amnistia generale per i reati politici concessa dal giovane imperatore Carlo I e poté così partecipare alla seconda sessione dei lavori della Camera (25 settembre - 20 dic. 1917). Nella discussione sul bilancio dello Stato del 23 ottobre, insieme con gli altri deputati italiani, votò contro le spese militari e, in seguito, protestò più volte con il ministro degli Interni per le ripetute requisizioni, a Rovereto, di alloggi per le truppe e derrate alimentari.
Ottenuto il passaporto per l'Italia il 26 ott. 1918, fu tra i primi, insieme con i deputati E. Conci e A. De Gasperi, a ritornare nel Regno, passando per la Svizzera, e a recarsi a Roma, dove ottenne dal governo Orlando aiuti per i profughi che tornavano nelle loro case e per l'opera di ricostruzione. Nel dopoguerra fu nominato commissario civile e poi sindaco di Rovereto.
Agli inizi del 1919 fu inviato dal governo italiano a Vienna, dove diresse la commissione per gli Affari civili presso la legazione italiana. Il 30 sett. 1920 fu nominato senatore del Regno e il 23 nov. 1921 membro della Commissione consultiva regionale per la Venezia Tridentina, istituita presso l'Ufficio centrale per le nuove province con l'incarico di predisporre i provvedimenti per l'assetto definitivo dell'amministrazione delle province stesse.
Nel 1930 fu insignito con la medaglia d'oro del governo "al decano degli Italiani a Vienna, al fondatore e presidente della sezione viennese della Dante Alighieri".
Il M. morì a Rovereto il 18 ott. 1931.
Fonti e Bibl.: Rovereto, Biblioteca comunale, Arch. Valeriano Malfatti; Ibid., Arch. stor. del Comune, Mss.: T. Fait, Sviluppo storico dell'abitato di Rovereto. La pianificazione fra il 1856 e il 1956; Trento, Biblioteca comunale, Mss., 3933: Scritti politici di V. Riccabona. "Il barone M. e la riforma elettorale"; Stenographische Berichte des Landtages für die gefürstete Grafschaft Tirol, Innsbruck 1883-1914, passim; Stenographische Protokolle über die Sitzungen des Hauses der Abgeordneten des österreichischen Reichsrates, Wien 1885-1914, ad ind.; necr., in Studi trentini di scienze storiche, XII (1931), pp. 375 s.; G. Chiesa, Barone V. M., in Memorie dell'I.R. Acc. di scienze, lettere ed arti degli Agiati in Rovereto, III 1903, p. 815; Quarant'anni di vita municipale (1880-1920), Rovereto 1920; A. Sandonà, L'irredentismo nelle lotte politiche e nelle contese diplomatiche italo-austriache, II, 1878-1896, Bologna 1938, ad ind.; S. Defrancesco, Rovereto nel dopoguerra. Undici anni di vita municipale. Memorie storiche: novembre 1918 - marzo 1930, Rovereto 1941; C. Malfatti, Nell'attesa del Trentino unito alla Patria: V. M., in Studi trentini di scienze storiche, XLVII (1968), pp. 469-477; M. Garbari, V. de' Riccabona, 1844-1927. Problemi e aspetti dell'irredentismo trentino, Trento 1972, ad ind.; U. Corsini, Il colloquio De Gasperi - Sonnino. I cattolici trentini e la questione nazionale, Trento 1975, ad ind.; I. Ganz, La rappresentanza del Tirolo italiano alla Camera dei deputati di Vienna 1861-1914, Trento 2001, ad ind.; Österreichisches Biographisches Lexikon 1815-1950, VI, p. 35.