TROTZENDORF, Valentino
Propriamente Friedland di cognome, mutato più tardi in quello di T. dal villaggio Troitschendorf, presso Görlitz, dove nacque il 14 febbraio 1490. Maestro tra i più insigni dell'umanismo tedesco, insieme con lo Sturm, che lo superò come umanista e come creatore di grandi organismi scolastici, mentr'egli fu propriamente educatore di vocazione, e con indirizzo più decisamente confessionale (protestante). Insegnante dapprima a Görlitz, si recò nel 1518 a Wittenberg a studiarvi sotto Lutero e Melantone, col quale ultimo rimase poi in intimi rapporti. Nel 1523 fu chiamato alla scuola di Goldberg nella Slesia, alla quale, specialmente quando vi tornò, dopo un'interruzione durata dal 1529 al 1530, si dedicò completamente come direttore, sollevandola dalle cattive condizioni in cui era caduta.
Notevole l'organizzazione disciplinare della scuola, che prendeva a modello quella politica della repubblica romana, con spunti tolti dalla Grecia. Nella vita, nell'ordinamento e nella disciplina delle 6 classi, ciascuna divisa in tribù, gli allievi avevano diverse attribuzioni come economi, efori, questori, censori. Questi ultimi, un console e 12 senatori formavano una magistratura, che giudicava delle mancanze. Il T. stesso aveva le funzioni di dictator perpetuus su tutti. Quanto all'ordinamento didattico, esso fu definito dalla Schulordnung che il T. presentò al duca di Slesia Federigo II nel 1546, e della quale molto sopravvisse in quelle Leges scholae Goldbergensis che il duca Enrico XI emanò nel 1563. S'insegnavano latino, greco, retorica, dialettica e soprattutto religione; ma anche musica, aritmetica, elementi di filosofia morale e naturale. Fondamentale lo studio della grammatica; molte le ripetizioni, frequentissimi i lavori scritti e le dispute orali in latino (su materia morale o dogmatica). Nelle classi inferiori vigeva una specie di sistema monitoriale, in quanto il T. era coadiuvato da scolari anziani (decuriones).,
La scuola però decadde negli ultimi anni della vita del T., che morì il 26 aprile 1556. Egli lasciò un Rosarium (Wittenberg 1565), un libretto di Precationes (ivi 1564), una Catechesi (ivi 1558), che erano testi composti per la sua scuola.
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