VALENCIENNES (A. T., 32-33-34)
Città della Francia settentrionale, capoluogo del circondario omonimo del dipartimento del Nord. Antica piazzaforte, attualmente smantellata, è sede vescovile, di tribunale civile e di commercio.
È situata (30 m. s. m.) sulla Schelda, alla confluenza con la Rhônelle, nella grande e fertile pianura fiamminga: l'abitato è poco espanso con case in gran parte di vecchia architettura. Notevoli sono il museo, la biblioteca, il palazzo di città costruito al principio del sec. XVII, la chiesa di Saint-Géry e quella di Notre-Dame dei secoli XV e XVI.
Valenciennes è stata un centro importante per la fabbricazione di pizzi e di merletti; industria rimasta fiorentissima fino al principio del sec. XVIII e decaduta poi per la concorrenza di altri mercati francesi di produzione. L'industria tessile non è, però, scomparsa del tutto e conta tuttora notevoli manifatture di stoffe, di tele di batista, di maglierie. Sviluppate sono anche le industrie alimentari, metallurgiche, chimiche e meccaniche, installate in prevalenza sulle rive della Schelda: sulla loro produzione poggia una fiorente attività commerciale. Industria e commercio devono la loro prosperità alla presenza di un ricco bacino carbonifero con una produzione annua media di 15 a 20 mila tonn.; alla posizione di Valenciennes al centro di un'importante rete ferroviaria e di canali navigabili che la collegano direttamente e rapidamente a Parigi (km. 228) e al Mare del Nord (km. 150); al porto sulla Schelda, il cui movimento commerciale è di circa mezzo milione di tonn. annue.
Il territorio circostante è prevalentemente coltivato a barbabietole da zucchero, a cotone, a lino, a cicoria, i cui prodotti vengono in gran parte assorbiti dalle industrie locali. Lo sviluppo economico-industriale ha portato a un notevole e rapido incremento demografico: la popolazione, quasi tutta accentrata nel capoluogo e nei sobborghi, da 24.662 ab. nel 1872 è passata a 34.766 nel 1911, a 40.023 nel 1926 e a 42.359 nel 1931.
Monumenti. - Fortificata nel sec. XVII dal Vauban, ha conservato a lungo, con i canali e i loro muraglioni, la Piazza d'armi e il "beffroi", i mercati, le numerose chiese e pie istituzioni, il carattere di una bella città fiamminga. Tale era l'aspetto di Valenciennes al tempo della giovinezza del Watteau che vi nacque nel 1684 e i cui ricordi si ritrovano dappertutto. Purtroppo non tutto il complesso si è conservato; la città moderna invade sempre più l'antica la quale conserva tuttavia begli esemplari d'architettura civile. Sulla Piazza d'armi sorge il monumentale Palazzo comunale, elevato nel 1618, il cui beffroi crollò nel 1843. Vanno inoltre menzionati la piazza Saint-Jean, il Mercato delle erbe, il Mercato del pesce. La più bella delle chiese, Notre-Dame-la-Grande, costruita nel secolo XIII, fu completamente demolita agl'inizî del XIX; si riallacciava al gruppo delle chiese di Noyon, Soissons, Cambrai. La chiesa di Saint-Géry conserm ancora parti risalenti ai secoli XIII e XV. Al sec. XVII risale la graziosa chiesa di S. Nicola. La chiesa di Notre-Dame-du-Saint-Cordon fu edificata nel 1850-64 nello stile del sec. XIII.
L'Accademia di pittura, che servì a lungo da Museo civico, comprende oggi oltre a numerose opere d'arte due sale consacrate al Carpeaux. Nel Nuovo Museo vi sono opere molto importanti: una Deposizione dalla Croce del Rubens, quadri del Jordaens, G. de Crayer, Snyders; disegni del Watteau e il suo bel ritratto dello scultore Antoine Pater di Valenciennes; e il bozzetto del Carpeaux per il monumento al Watteau in Rue de Paris.
Bibl.: Mgr. Dehaisnes, L'art dans la Flandre, l'Artois et le Hainaut, Lilla 1886; D. Buvry, Tableau de Valenciennes au XVIIIe siècle, manuscrit inédit publié par Marmottan, Valenciennes 1887; Catalogue du Musée de Valenciennes, ivi 1894; L. Serbat, L'église Notre-Dame-la-Grande de Valenciennes, in Revue de l'art chrétien, XLVI (1903), pp. 366-383; E. Pilon, Watteau et son école, 2ª ed., Parigi 1924; R. de Lasteyrie, L'Architecture gothique en France à l'époque gotique, ivi 1924.
Storia. - La città deve la sua origine non già a un imperatore romano di nome Valentiniano, ma a un "fisco" (fisc) merovingio (giudizio di Clodoveo III nel 695). La sua posizione nella pianura fiamminga le fruttò quello sviluppo economico e politico proprio delle altre città della regione; fin dal secolo XI vi fioriva la drapperia e una "carta" del 1067 ne regolava l'attività. Quando cessò la signoria dei conti di Valenciennes, la città venne incorporata all'Hainaut. Da allora, drappi e pizzi arricchirono la città che, ben presto, ottenne numerose istituzioni municipali, riconosciute giuridicamente nella "pace di Valenciennes" del 1114, accordata dal conte Balduino III.
Gl'imperatori di Germania, fra cui primo Enrico II, tentarono di abolire alcuni privilegi ma invano; lo stesso fece nel 1291 il conte Jean d'Avesnes, ma contro di lui intervenne Filippo il Bello, che inaugurò in tal modo utili relazioni tra la corona di Francia e Valenciennes. Ma questa città seguì la sorte del Hainaut e passò nelle mani dei duchi di Borgogna (riforma municipale del 1457) e poi dei re di Spagna.
Nel 1567 si sollevò contro Filippo II. Durante le guerre di Luigi XIV, Valenciennes fu ripetutamente oggetto di attacchi francesi; Turenne e La Ferté falliscono nel 1656, ma nel 1677 il re occupa la città, e la conquista viene riconosciuta dai trattati di Nimega e di Utrecht. L'antico regime assistette alla decadenza dell'industria dei drappi e dei pizzi di Valenciennes, decadenza compensata dal fiorire delle industrie del cotone, del metallo e del carbone. La città, assediata nel luglio-agosto 1793 dagli eserciti della seconda coalizione, fu ripresa da Schérer il 27 agosto 1794.
Bibl.: H. D'Outreman, Histoire de la ville et comté de Valenciennes, Douai 1639; L. Cellier, Chartes communales de Valenciennes XI-XIIe siècles, Valenciennes 1868; id., Une comune flamande. Recherches sur les institutions politiques de la ville de Valenciennes, ivi 1873; Cappliez, Histoire des métiers de Valenciennes, ivi 1893; H. Lancelin, Histoire de Valencienne depuis ses origines, ivi 1934.