VINAY, Valdo
– Nacque a La Spezia il 10 agosto 1906 da Pietro Giosuè, maestro valdese originario di Villasecca (Torino), e da Iside Saccomani, figlia del direttore della scuola della missione battista di La Spezia, dove il padre di Valdo lavorava.
Valdo era il secondogenito della coppia, fratello di Valdesina, di Tullio, pastore valdese e senatore della Repubblica (v. la voce in questo Dizionario), e di Cornelio, politico socialista e sindaco di Arezzo. Nel 1941 sposò Teresa Marullo Reedtz, con la quale ebbe tre figli.
Vinay compì gli studi superiori alla scuola latina di Pomaretto (Torino), al liceo Petrarca di Trieste e al collegio valdese di Torre Pellice. Iscrittosi nel 1925 al Politecnico di Torino, due anni più tardi decise di dedicarsi agli studi teologici, frequentando la Facoltà valdese di teologia a Roma, con soggiorni di studio a Lipsia e, nel 1932, a Bonn. Negli anni di studio romano frequentò la casa di Giuseppe Gangale, animatore della rivista Conscientia, che contribuì alla formazione del gruppo che prese le redini della rivista Gioventù cristiana, cercando di trasmettere in Italia il pensiero della teologia dialettica; nel corso della sua permanenza a Bonn, inoltre, Vinay venne ammesso nella Dogmatische Sozietät, un circolo ristretto di allievi di Karl Barth, il cui pensiero sarebbe stato al centro della sua tesi di laurea dal titolo Le linee cristologiche nella teologia di Karl Barth, discussa nel 1933.
Prima della consacrazione come pastore della Chiesa evangelica valdese, avvenuta nel 1933, Vinay curò temporaneamente le comunità di Taranto, Messina e Reggio Calabria, Forano Sabino, isola della Maddalena, Palermo, Milano, Genova, Grotte e Agrigento. La sua prima sede pastorale fu invece quella di Fiume e Abbazia, con cura anche della diaspora istriana; qui, Vinay si confrontò con una comunità cosmopolita sempre più vessata dalla normativa fascista di carattere nazionalista. In questi anni fu attivo collaboratore di Gioventù cristiana, con scritti sulla teologia barthiana e notizie degli scontri tra la Chiesa confessante tedesca e i ‘cristiano-tedeschi’.
Dall’ottobre del 1940 si trasferì a Roma, dove era stato chiamato dalla Facoltà valdese di teologia per sostituire Giovanni Miegge, per gli insegnamenti di storia della Chiesa e teologia pratica. Accanto alla docenza (svolta sino all’emeritazione, nel 1976), a Vinay venne affidata la direzione della biblioteca della Facoltà, la direzione del periodico valdese La Luce (1946-47) e, nel 1945, fu tra i fondatori – e segretario – del Centro evangelico di cultura di Roma, per il quale pubblicò alcuni opuscoli sul pensiero di Martino Lutero.
Nei primi anni del dopoguerra, Vinay svolse un’attività di predicazione ed evangelizzazione a Colleferro, Ferentino e nel Basso Lazio; tale opera ricevette l’aiuto di parte degli studenti della Facoltà e del professore Giovanni Gonnet, ma incontrò le resistenze di altri colleghi, convinti che si trattasse di una distrazione dallo studio.
Gran parte delle energie di Vinay furono dedicate al dialogo ecumenico, prendendo parte a iniziative di matrice protestante, laica e cattolica. Nel 1948 a Bossey partecipò a un convegno del Consiglio ecumenico delle chiese (di cui, dal 1963, divenne membro della commissione Fede e costituzione), occasione che gli permise di prendere contatti con il teologo Oscar Cullmann e convincerlo a tenere brevi corsi per gli studenti della Facoltà. Vinay fu un osservatore privilegiato del Concilio Vaticano II, come giornalista accreditato per il periodico tedesco Kirche in der Zeit. Dal 1968 venne coinvolto nelle attività del Segretariato attività ecumenica, mentre dal 1973 iniziò a frequentare attivamente la nascente Comunità di Sant’Egidio di Roma. Il rispetto e la considerazione ottenuti da parte del mondo cattolico, gli permisero di tenere corsi presso il Pontificio ateneo di S. Anselmo dal 1969 al 1981, lezioni al Pontificio ateneo Seraficum e allo Studio teologico S. Bernardino dei francescani di Verona, nonché di partecipare a importanti iniziative editoriali come l’Enciclopedia delle religioni (Firenze 1970-1976), il Dizionario degli istituti di perfezione (Roma 1974) e la Storia delle idee politiche economiche e sociali (Torino 1987).
I meriti nella ricerca teologica e in campo ecumenico valsero a Vinay tre lauree honoris causa (Università di Basilea, 1948; Università di Jena, 1961; Facoltà teologica Comenius di Praga, 1969), ma gli fruttarono anche alcune critiche in seno al mondo valdese, in disaccordo con Vinay riguardo al suo impegno nel dialogo e nella collaborazione con il mondo cattolico.
Morì a Roma il 25 novembre 1990.
Opere. La dottrina di Dio nella teologia di C. Barth, Torre Pellice 1942; L’uomo nel pensiero di Lutero e la crisi della società odierna, Roma 1949; I due regni nella teologia di Lutero, Roma 1950; Facoltà valdese di teologia 1855-1955, Torre Pellice 1955; Ernesto Buonaiuti e l’Italia religiosa del suo tempo, Torre Pellice 1956; Evangelici italiani esuli a Londra durante il Risorgimento, Torino 1961; Il Concilio Vaticano II in una visuale protestante italiana, Torino 1964; Luigi Desanctis e il movimento evangelico fra gli italiani durante il Risorgimento, Torino 1965; La Riforma protestante, Brescia 1970; Ecclesiologia ed etica politica in Giovanni Calvino, Brescia 1973; Le Confessioni di fede dei valdesi riformati con i documenti del dialogo fra la “prima” e la “seconda” riforma, Torino 1975; Storia dei valdesi, III, Dal movimento evangelico italiano al movimento ecumenico (1848-1975), Torino 1980; Commento ai Vangeli, Brescia 1992.
Fonti e Bibl.: Torre Pellice, Archivio storico della Tavola valdese, s. IX, f. 405, Vinay Valdo; Archivio della Facoltà valdese di teologia, s. II, Carte Valdo Vinay (in partic. gli scritti autobiografici nei ff. 2 e 5) e Corsi accademici, 3 Corsi di Valdo Vinay. Nello stesso f. 2 una bibliografia delle pubblicazioni di Vinay si trova allegata al dattiloscritto V. Vinay, Autobiografia. Necrologio in L’Eco delle Valli Valdesi, 7 dicembre 1990.
G. Gonnet, In ricordo di V. V. (1906-1990), in Bollettino della Società di studi valdesi, dicembre 1991, n. 169, pp. 144-152; P. Ricca, V. V. 1906-1990. La vita, le opere, la fede, in Protestantesimo, XLV (1991), pp. 2-40; S. Gottardi, L’Evangelo tra le frontiere. Note su gli evangelici di Fiume, Abbazia e Pola, Mondovì 1993, passim; R. Coïsson, V. V. maestro di pastori, in Protestantesimo, XLVII (1993), pp. 202-207; M. Löhrer, V. V. visto dall’Aventino, ibid., pp. 208-213; K.V. Selge, V. V. storico della Riforma e della Chiesa evangelica in Italia, ibid., pp. 178-201; J.A. Soggin, V. V. e la Biblioteca della Facoltà, ibid., pp. 214-218; M. Vingiano, V. V. e il SAE, ibid., pp. 219-221; S. Rostagno, La Facoltà valdese di teologia dal 1922 al 1976. Rapporti con la cultura, in La comunità cristiana di Roma, III, La sua vita e la sua cultura tra età moderna ed età contemporanea, a cura di M. Belardinelli - P. Stella, Roma 2002, pp. 420-423; P. Ricca, V. V.: teologo valdese e pioniere dell’ecumenismo in Italia a cento anni dalla nascita, in Protestantesimo, LXII (2007), 2, pp. 73-84; K.B. Conteh, Il luogo della Parola nella visita pastorale. V. V. e la teologia dell’incontro, tesi di laurea triennale, Facoltà valdese di teologia di Roma, a.a. 2018-19. Per una lettura critica del lavoro storiografico di Vinay, G. Rochat, La storia valdese contemporanea: problemi di interpretazione e prospettive di ricerca, in Gioventù evangelica, XXXI (dicembre 1981), n. 72, pp. 5-12. Sulla divergenza di prospettive riguardo al movimento ecumenico tra Vinay e Vittorio Subilia, F. Ferrario, Subilia, Vittorio, in Dizionario biografico degli Italiani, XCIV, Roma 2019, pp. 494-496.