valdesi
Vivere come gli apostoli
Il movimento dei valdesi – il cui nome deriva dal fondatore Valdo, un mercante di Lione – si sviluppò nel 12° secolo e si caratterizzò per il tentativo di seguire alla lettera il messaggio evangelico. Scomunicati dalla Chiesa di Roma nel 1184 e nel 1215, furono oggetto di ripetute persecuzioni, anche perché nel 1532 aderirono alla Riforma protestante. Oggi i valdesi sono circa 35.000 e la maggior parte di loro vive in Italia
«Costoro non hanno mai fissa dimora, vanno in giro a due a due a piedi nudi, vestiti di lana, senza possedere nulla, mettendo tutto in comune come gli apostoli, seguendo nudi un Cristo nudo». Così un membro della Curia romana descrive, nel 1179, i primi valdesi che si recavano a Roma per chiedere al papa l’autorizzazione a predicare (autorizzazione che non ottennero). Questa descrizione mette bene in luce alcuni tratti salienti del movimento valdese delle origini: la povertà («vestiti di lana», non di seta come i ricchi); la predicazione itinerante («vanno in giro a due a due»); la comunanza dei beni («mettendo tutto in comune»), che però non sembra essere durata a lungo; l’imitazione di Cristo («seguendo nudi un Cristo nudo»).
Del fondatore Valdo – Valdesius in latino – non si sa molto: era un ricco mercante di Lione che in seguito a una crisi spirituale cambiò completamente vita, seguendo alla lettera la parola di Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi» (Matteo 19, 21). «Seguire Gesù» significò per lui adottare uno stile di «vita apostolica» che comportava due scelte precise: mettere in pratica nella vita quotidiana il Discorso della montagna (Matteo 5, 6, 7, quindi rifiutare la violenza, la guerra, la pena di morte, la vendetta, la menzogna, il giuramento, la pietà esteriore) e dedicarsi a una evangelizzazione di base diffondendo la conoscenza della Bibbia, che Valdo fece tradurre nella lingua del popolo che non capiva più il latino.
I valdesi erano ortodossi sul piano dottrinale, ma criticavano la condotta del clero e l’intreccio tra la Chiesa e i poteri politici ed economici dell’epoca. Non è tuttavia tanto per queste critiche, al tempo assai diffuse, che i valdesi furono scomunicati – dal Concilio di Verona (1184) e poi, definitivamente, dal Concilio lateranense IV (1215) –, quanto perché rivendicavano anche per i laici, quali essi erano (non appartenevano a un ordine religioso né al clero), e per le donne il diritto di predicare.
Dichiarati eretici (eresia) insieme a molti altri movimenti affini, cominciarono a essere perseguitati. La violenza della repressione li costrinse a entrare in clandestinità, fatto che non impedì loro di espandersi, oltre che in Francia e in Italia, anche nell’Europa centrale e orientale.
Nel 15° secolo stabilirono strette relazioni con il movimento riformatore boemo avviato da Giovanni Hus. In Italia i valdesi erano presenti sia al Nord (Piemonte e Lombardia) sia al Sud (Puglie e Calabria). La concentrazione maggiore si ebbe in alcune valli in provincia di Torino, ancora oggi chiamate valli valdesi. Qui, nel Sinodo di Chanforan (1532), i valdesi decisero di uscire dalla clandestinità e di aderire alla Riforma protestante, divenendo una Chiesa riformata di impronta calvinista (Calvino e il calvinismo). La persecuzione aumentò e divenne particolarmente cruenta. Dopo la revoca dell’Editto di Nantes (1685), i valdesi, come i protestanti francesi, furono costretti in massa all’esilio, trovando rifugio soprattutto in Germania. Soltanto nel 1848 essi ottennero, insieme agli ebrei, i diritti civili, mentre la libertà religiosa fu sancita dalla Costituzione repubblicana entrata in vigore nel 1948.
Tra l’Ottocento e la prima decade del Novecento molte famiglie valdesi per sfuggire alla povertà emigrarono in vari paesi europei, in America Settentrionale e in quella Meridionale: così sorse in Uruguay e in Argentina la più cospicua comunità valdese all’estero. Oggi i valdesi sono in tutto circa 35.000 (dei quali 20.000 in Italia).
La loro teologia e organizzazione ecclesiastica sono quelle del protestantesimo storico. Partecipano attivamente al movimento ecumenico e fanno parte del Consiglio mondiale delle Chiese. Malgrado le differenze tuttora esistenti con la Chiesa cattolica su varie questioni dottrinali – struttura della Chiesa, funzione e potere dei ministri e così via – e morali – rapporti con lo Stato, bioetica e via dicendo –, i valdesi dialogano con essa a vari livelli.