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VALANGA

di AIdo Sestini - Enciclopedia Italiana (1937)
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VALANGA (fr. e ingl. avalanche; sp. alud; ted. Lawine)

AIdo Sestini

La neve accumulata sui fianchi delle montagne facilmente può staccarsi dal suo substrato (terreno, neve più vecchia) e precipitare a valle, formando la valanga. Le valanghe sono uno dei fenomeni più comuni delle regioni di alta montagna; esse prendono molta parte nell'eliminazione della copertura nevosa dell'alta montagna e nell'alimentazione dei ghiacciai. Oltre che di neve, possono aversi valanghe di ghiaccio, se un ghiacciaio termina sospeso sopra una parete rocciosa.

Le valanghe vere e proprie, quelle di neve, presentano una zona di raccolta o almeno di distacco, in alto, una zona lungo la quale la neve precipita e infine una zona di deposito (cono della valanga). La zona dalla quale la valanga parte è in genere situata sopra al limite dei boschi, mentre il cono si forma di solito nel fondo delle valli.

La causa che determina la messa in moto della neve è bene spesso molto piccola: può essere il vento, la rottura e la caduta di una cornice di neve, il passo di un animale e dell'uomo, perfino le vibrazioni del suono, ecc. La neve, anche quando forma uno strato assai compatto, si frammenta più o meno minutamente secondo il suo stato; il movimento può essere di scivolamento, di rotolio, di vero scorrimento. Le valanghe di solito non si formano se il pendio ha un'inclinazione minore di 22°-24°, ma si sono verificati casi di valanghe con un pendio di soli 14°. Naturalmente la valanga è più facile a formarsi con pendio regolare e suolo liscio, privo di vegetazione arborea.

I caratteri assunti da una valanga variano secondo diverse condizioni, di cui le principali sono la conformazione, l'orientamento e l'inclinazione del pendio, la quantità di neve accumulata, la sua stratificazione e sopra tutto lo stato della neve. Si distinguono due tipi fondamentali di valanghe, appunto dipendenti dallo stato della neve: valanghe di neve fresca (cioè di recente caduta), cristallina, asciutta, pulverulenta, superficiale, e valanghe di neve umida, generalmente vecchia (valanghe di fondo), già assestata e quindi più pesante e di maggior coesione, più o meno ghiacciata. Le prime (v. volanti, v. pulverulente), si verificano nei periodi molto freddi, durante o dopo abbondanti nevicate. Facilmente si risolvono in una grande nube di neve finemente suddivisa, e questa provoca nella caduta una corrente d'aria fortissima (per compressione), che precede la valanga stessa ed è causa di gravi danni ai boschi e alle abitazioni anche assai oltre il punto di arresto della valanga, e fin sul fianco opposto della valle. Il deposito, formato da queste valanghe, è di solito poco distinto. Le valanghe del secondo tipo sono invece frequenti dopo un innalzamento della temperatura (specialmente in caso di Föhn), quindi in primavera, con l'inizio del disgelo. Cadono quasi con regolarità ogni anno negli stessi luoghi, raramente più volte all'anno. La neve, nella caduta, si foggia spesso in pallottole ben arrotondate, fino a 1-2 metri di diametro, compatte. Queste valanghe formano conoidi, alti anche 10-20 metri, che possono talora permanere per tutta l'estate. Opere di difesa contro le valanghe consistono in muretti, palizzate, terrazzamenti, ecc., sulla traiettoria della valanga o meglio nella zona di raccolta; in muraglioni, gallerie, cunei, ecc., per la protezione di villaggi, strade, ferrovie.

Bibl.: W. Paulcke, Lawinengefahr, ihre Ensthehung und Vermeidung, Monaco 1926; F. Fankhauser, Über Lawinen und Lawinenverbau, in Beih. zur schweizer. Zeitschr. für Forstwesen, 1928; M. Zdarsky, Beiträge zur Lawinenkunde, Vienna 1929; W. Flaig, Lawinen, Lipsia 1935; Club Alpino Itailano, Le valanghe, come si formano e come si possono evitare, Milano 1936.

Vedi anche
neve Precipitazione atmosferica costituita da aghi o lamelle di ghiaccio organizzati in cristalli con caratteristiche forme geometriche, spesso riuniti in fiocchi. ● Le precipitazioni nevose provengono principalmente da vasti sistemi di nubi stratificate, animate da lenti moti ascensionali. La formazione ... CAI Sigla di Club Alpino Italiano, organizzazione fondata a Torino nel 1863 per iniziativa di Quintino Sella; ha lo scopo di promuovere l’alpinismo in ogni sua manifestazione e la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane. Provvede tra l’altro alla realizzazione, manutenzione ... galleria arte e architettura Ambiente di forma allungata destinato a servire come elemento di comunicazione fra ambienti contigui, oltre che a particolari funzioni. ● Nelle chiese bizantine e preromaniche una galleria, o loggiato, si svolgeva in una teoria di archi sopra le navate laterali (matroneo); in età ... mugo Nome comune (anche pino mugo o barancio) di Pinus mugo (v. fig.), che è il più piccolo dei pini europei. Tipicamente forma cespugli di 1-3 m, con i rami maggiori sdraiati, e costituisce una boscaglia subalpina notevolmente intricata, detta mugheta; eccezionalmente può crescere in forma di piccolo albero, ...
Categorie
  • METEOROLOGIA in Fisica
Altri risultati per VALANGA
  • valanga
    Enciclopedia on line
    Slittamento in massa di uno strato nevoso posto su un pendio montuoso. Oltre che di neve, si hanno v. di ghiaccio, se un ghiacciaio termina sospeso sopra una parete rocciosa. Le v. vere e proprie, quelle di neve, rientrano tra i processi di nivazione; esse presentano una zona di raccolta (o di distacco), ...
  • slavina
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    slavina [GFS] Var. di lavina, specific. per la frana di neve polverosa.
Vocabolario
valanga
valanga s. f. [voce di origine preindoeur.]. – 1. a. In geografia fisica, massa di neve che precipita lungo un pendio montuoso, da una zona, o nicchia, detta «di raccolta» o «di distacco» a una zona «di deposito» (dove si forma il cono...
lavina
lavina s. f. [lat. tardo labīna, der. di labi «cadere, scivolare»]. – Valanga di neve invernale o primaverile; talvolta col nome di lavine si indicano le frane di pietrame, mentre le valanghe di neve polverosa vengono dette slavine.
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