BLENIO, Val di (A. T., 21-22)
Valle del Canton Ticino che a sud di Biasca confluisce nella Valle Leventina. Abitata già dai Leponzî, fu da Augusto unita, con tutto il Sopra-Ceneri, alla Gallia Cisalpina, di cui seguì le ulteriori vicende fino alla caduta dell'Impero romano. Mantenendo a lungo l'ordinamento territoriale romano, presenta ancora nel Medioevo l'esistenza di vasti possedimenti comuni, e il caratteristico ordinamento a piccole comunità autonome. Della Valle di Blenio, sempre in unione con la Val Leventina, si fa parola nel testamento di Attone, vescovo di Vercelli (948), allorché fu donata al capitolo della Metropolitana di Milano. L'importanza del passo del Lucomagno, che era allora una via di grande comunicazione fra Italia e Germania, fece sì che l'imperatore pretendesse disporre della Valle di Blenio come di feudo imperiale, nominando balivi a lui fedeli. Nel 1176 il Barbarossa assediava il castello di Serravalle, che si opponeva al suo congiungimento con un nuovo esercito: onde si rese possibile la vittoria di Legnano. Ai conti tedeschi successe la famiglia vallerana de Turre, con la carica di avogadri, ma nel 1182 i bleniesi insorsero, distruggendo i loro castelli (giuramento di Torre). In seguito Federico II investiva della Val di Blenio Enrico di Sacco, signore di Mesocco (1220), ma tutte queste infeudazioni vanno poste in relazione con le lotte combattute fra i monarchi teutonici e il comune di Milano, che aveva sempre alleato il capitolo metropolitano.
Sotto il governo dei quattro canonici ordinarî e conti, la valle sviluppa una propria autonomia, tenendo regolari placiti a Sala, i consigli generali a Taverne, e riscattando i beni che possedevano i monasteri di S. Pietro in Ciel d'Oro e quello di Disentis. Nel secolo XIII la famiglia degli Orello tentò estendere la sua signoria in Val di Blenio e per un certo tempo vi riusci (1213-20), ma poi ne fu cacciata, né miglior successo ebbe nel secolo seguente. Infine vi riuscirono i Visconti, ch'ebbero ceduta dal Capitolo la giurisdizione civile, e che infeudarono la valle ai Pepoli di Bologna: questi, però, furono a loro volta cacciati nel 1445, in seguito a una sollevazione vallerana, durante la quale trovò la morte Taddeo, fra le rovine del castello di Serravalle. Anche la dominazione de' Bentivoglio durò breve tempo. Durante la guerra di Giornico la valle fu occupata dai confederati, ma la pace di Lucerna (1482) ripristinò il governo ducale. Nel 1500 fu occupata dalla confederazione e da allora seguì sempre le sorti del rimanente Canton Ticino.
Bibl.: A. Ceruti, Il contado delle Tre Valli Elvetiche conferito a quattro canonici Ordinari della Metropolitana di Milano, in Boll. Stor. Svizzera italiana, XX (1898); G. Biscaro, Le origini della signoria della Chiesa Metropolitana di Milano sulle valli di Blenio, Leventina e Riviera nell'Alto Ticino, ibid., XXXII (1910); C. Meyer, Blenio und Levantina von Barbarossa bis Heinrich VII, Lucerna 1911; E. Pometta, Come il Ticino venne in potere degli Svizzeri, I, Bellinzona 1913; E. Pometta, Moti di libertà nelle terre ticinesi prima della loro venuta in potere degli Svizzeri, Bellinzona 1918; F. Schneider, Die Enstehung von Burg und Landgemeinde in Italien, Berlino 1924, pp. 250-58; E. Pometta, Gli ultimi anni di Blenio Ducale, in Archivio Stor. Svizzera italiana, II (1927); G. P. Bognetti, Sulle origini del comune rurale nel Medioevo, Pavia 1927; E. Pometta, La guerra di Giornico e le sue conseguenze, Bellinzona 1929.