VAL CAVALLINA (A. T., 17-18-19 e 20-21)
CAVALLINA È la valle del Cherio (affuente dell'Oglio), dall'origine al suo sbocco nell'alta pianura bergamasca, presso Trescore Balneario. La sua superficie è di 84 kmq., per il 93% produttiva; di questa il 44% è atta a colture e il 37% lavorabile. Come le altre valli bergamasche, è incisa entro le pieghe subalpine dei calcari mesozoici, che qui s'alzano di poco oltre i 1000 m. (M. Torrezzo, al limite con la finitima Valcamonica, m. 1378), mentre il fondo, fortemente alluvionato, resta tutto al disotto dei 340 m. Il piccolo lago di Endine (337 m. s. m.; perimetro km. 11; superficie kmq. 2,13) costituisce la parte più elevata della valle, e descrive un arco leggermente convesso in senso opposto a quello di Sebino, mentre il Cherio continua per 25 km. in direzione press'a poco da NE. a SO.
Il nome della Val Cavallina si vuole derivato dall'allevamento di cavalli che vi teneva la Repubblica veneta (ma è probabilmente in rapporto invece con un gentilizio romano Cavilla o Capella, o con la voce prelatina cabellus nel significato di "ruscello"), ma non corrisponde più all'economia agricolo-pastorale che vi domina oggi ed è volta essenzialmente allo sfruttamento dei bovini (ovini e caprini sono quasi scomparsi). Notevole anche l'attività industriale, che assorbe l'8,3% della popolazione (industrie tessili). Questa, che assommava a 9037 ab. nel 1871, era cresciuta a 13.897 ab. nel 1921, dopo di che è leggermente diminuita (13.714 nel 1931). La densità (142 ab. per kmq.) è tra le più alte delle valli prealpine; forte è perciò anche l'emigrazione (caratteristica quella, specializzata, dei minatori), anche non temporanea. L'insediamento ha luogo in piccoli centri (23, raggruppati in 7 comuni); di questi uno solo (Endine) superava nel 1931 i 1000 ab. La Val Cavallina è servita in tutta la sua lunghezza dalla tramvia che da Lovere sul lago d'Iseo conduce a Bergamo, nella cui provincia la valle resta compresa.
Bibl.: G. Castelli, Prealpi Bergamasche, Milano 1900.