VAJDA János (Giovanni)
Poeta ungherese, nato il 7 maggio 1827 a Pest, morto a Budapest il 17 gennaio 1897. Ancor giovane si fece attore, poi prese parte alla campagna del 1848-49 e dopo la sconfitta venne inviato come soldato semplice in un reggimento di stanza in Italia. Dal 1857 in poi fu attivo come giornalista.
Fra i lirici ungheresi rivelatisi dopo il 1848, V. ebbe il talento più originale, caratterizzato da un genio rivoluzionario e pessimistico. Preziosa è la sua lirica meditativa, il cui tono scettico, fosco e triste ritorna anche nella sua poesia amorosa, in parte di grandissimo valore artistico. Nel campo dell'epica, accanto ad alcuni racconti e favole di carattere popolare, la letteratura ungherese deve a V. uno dei migliori romanzi poetici, il Találkozások (Incontri), 1877. Notevole pure l'Alfréd reqénye (Il romanzo di Alfredo), 1876, ricco di contenuto lirico.
Bibl.: G. Kerekes, V. J. élete és munkái (Vita e opere di G. V.), Budapest 1901; M. Bródy, V. J., ivi 1904; M. Rubinyi, V. J., ivi 1922; L. Kéky, V. J., ivi 1927; F. Riedl, V. Reviczky, Komjáthy, V. J., ivi 1932.