Lindsay, Vachel Nicholas
Poeta e scrittore statunitense, nato a Springfield (Illinois) il 10 novembre 1879 e morto ivi il 5 dicembre 1931. Autore del primo testo teorico in lingua inglese dedicato al cinema, The art of moving image, ebbe il merito di elevare il dibattito da un livello meramente giornalistico a un'analisi di più ampia portata; al centro della sua indagine, la convinzione che la nuova arte cinematografica avrebbe condotto a una trasformazione dell'umanità intera dal punto di vista percettivo, artistico e spirituale: una rivoluzione alla cui guida si sarebbero posti gli Stati Uniti.La vita e il pensiero di L. furono profondamente influenzati dalla sua fede: proveniva infatti da una famiglia devota alla dottrina di A. Campbell, che enfatizzava la formazione individuale del cristiano e la missione spirituale della democrazia americana. Dopo aver abbandonato la facoltà di Medicina dello Hiram College in Ohio, studiò dal 1901 al 1903 presso il Chicago Art Institute e in seguito, fino al 1904, presso la New York School of Art, dedicandosi contemporaneamente anche alla scrittura. Proprio nel 1904 ebbe la prima di una lunga serie di visioni mistiche, che descrisse successivamente in un poema; due anni dopo intraprese un lungo viaggio a piedi attraverso gli Stati Uniti, predicando e guadagnandosi da vivere grazie alla lettura dei suoi versi, esperienza che avrebbe replicato molte altre volte, percorrendo così gran parte del Paese. Raggiunto il successo con la pubblicazione del poema General William Booth enters into heaven (1913), e poi con quella di The Congo (1914), all'apice della fama venne invitato a recitare davanti al presidente W. Wilson.
Nel 1915 pubblicò The art of moving image, indagine teorica originariamente intitolata The religion of the movies, nella quale riconosce nel mezzo cinematografico ‒ definito pittura, scultura e architettura in movimento ‒ la stessa forza spirituale che pervade la poesia. Poeti e registi collaborano dunque, secondo L., alla nascita di una nuova mitologia della nazione, creando figure simboliche, rivelazioni straordinarie, che pure attraverso i film risultano accessibili a chiunque. Proprio in virtù della loro immediata comprensibilità, le immagini cinematografiche vengono considerate un 'nuovo geroglifico', un linguaggio fortemente simbolico caratterizzato da un'espressività intuitiva e senza mediazioni. Nel corso della sua indagine, L. individua inoltre tre differenti tipologie di film: quelli d'azione, che trattano di avventure o di viaggi, quelli di argomento intimo, i melodrammi e, infine, gli "splendor pictures", i film 'magnifici', suddivisi a loro volta in favolistici, patriottici, religiosi e di massa. A esemplificare efficacemente quest'ultimo tipo, che mette in scena le grandi folle narrando eventi di carattere storico, è The birth of a nation (1915; Nascita di una nazione) di David W. Griffith, regista con cui L. ebbe contatti diretti e che poté leggere e apprezzare il trattato. Nell'ambito di questa visione profetica del cinema come strumento di evoluzione spirituale si collocano anche i versi, pubblicati negli stessi anni, che L. dedicò alle attrici Mae Marsh e Mary Pickford, cantate come figure angeliche che, attraverso lo schermo cinematografico, si fanno tramite tra la dimensione umana e quella divina.
A partire dal 1920, anno della pubblicazione del romanzo The golden book of Springfield, accolto sfavorevolmente dal pubblico, la fama di L. conobbe un crescente declino e si aggravarono le sue già provate condizioni economiche: il poeta, che soffriva sempre più frequentemente di gravi crisi depressive, infine si tolse la vita.
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