LAMPREDI, Urbano
Nato a Firenze nel 1761, morto a Napoli nel 1838. Mutò il suo nome, ch'era Iacopo Giuseppe, in quello di Urbano, quando entrò fra gli scolopî. In tale qualità esercitò l'uffizio sacerdotale e didattico a Roma e a Siena; poi lasciò l'abito e fu giornalista, cattedratico laico in Milano, esule in Francia, ramingo in Spagna, Inghilterra, e altrove. Nel 1825 si fermò a Napoli. Spirito battagliero, e passato perciò di polemica in polemica, s'acquistò tuttavia la stima di valenti e probi amici. Ebbe l'ingegno pronto e svariata cultura, anche nelle scienze fisiche e matematiche. Pubblicò qualche saggio di una traduzione dell'Odissea, notevole solo perché tendente a rendere la semplicità omerica senza le adorne armonie del Monti né le graziose e un po' leziose eleganze del Pindemonte (1830); quindi si dedicò pure alla Iliade (un saggio nel 1833, con un paragone tra Omero e Dante); tradusse anche i frammenti di Arato e Appiano e Apollonio Rodio, con agilità di frase e di verso. Interessanti le pagine autobiografiche, ove rammentò le sue baruffe letterarie (1833 e 1835) per la Lettera del Monti al Bettinelli, per alcuni scritti del Foscolo, ecc.
Bibl.: E. Rocco, in Biografia degli Italiani illustri, ecc., di E. Tipaldo, VII, Venezia 1830, p. 381 segg.; D. Müller, Biografie, Torino 1853, p. 216 segg.; G. Gandolfi, La contessa T. Malvezzi e il suo salotto, Bologna 1900.