UOMO QUALUNQUE
. Settimanale satirico politico fondato nel 1944 e diretto dal commediografo e giornalista Guglielmo Giannini (v. in questa App.) che vi criticò violentemente l'operato dei CLN e dei governi della esarchia. Il tono facile e popolare, lo stesso linguaggio assai colorito, ma spesso coraggiosamente efficace, diedero al settimanale grande diffusione, appoggiata sul consenso politico di larghi strati dell'opinione pubblica italiana attratti dall'atteggiamento di recisa opposizione alle intemperanze della lotta antifascista e della connessa epurazione. Il numero degli aderenti, via via crescente, permise al Giannini l'organizzazione del "Movimento dell'U. Q." e la creazione di una teoria politica del "qualunquismo", che trovò la sua formulazione nel volume del Giannini, La Folla, edito nel 1945. Il 2 giugno 1946 il movimento prese parte alle elezioni con il nome di "Fronte dell'U. Q.". I 36 deputati qualunquisti eletti, guidati dallo stesso Giannini, diedero il loro appoggio al governo De Gasperi, dopo l'abbandono del Tripartito, contribuendo a formare con i liberali e con i democristiani la maggioranza governativa anticomunista. Il qualunquismo, che aveva raggiunto il maggior successo nelle prime elezioni comunali di Roma del 1946, in cui aveva conquistato circa un quarto dei seggi, travagliato poi da successive scissioni, partecipò con poca fortuna alle elezioni del 1948 nel "Blocco Nazionale" in unione col P. L. I. I pochi rappresentanti già iscritti al Fronte dell'U. Q. Che risultarono eletti, nell'impossibilità di formare gruppi parlamentari a sé stanti al senato e alla camera, s'iscrissero a gruppi di altri partiti, in massima parte al Partito liberale o ai gruppi misti.