universale
Aggettivo che sta per " generale ", " che si estende a tutte le cose di una certa specie ", " che vale per tutti "; è opposto a ‛ particolare ' (v.). Il termine qualifica tutto ciò che è relativo a un intero ambito o a una classe d'individui (al superlativo in Cv I VIII 3 e III VI 5). Gli usi di u. sono da rapportare strettamente alla concezione dell'universo dantesco e all'uso del termine ‛ universo ' (sost. e agg.: v.).
In Pd XXXIII 91 La forma universal di questo nodo è l'idea archetipa dell'universo, il ‛ modello ideale ' presente in Dio e identificantesi con Dio stesso: nella sua visione, D. contempla in Dio (Nel suo profondo, v. 85), legato con amore in un volume [cfr. il magno volume di XV 50, usato a designare Dio], / ciò che per l'universo si squaderna (XXXIII 86-87; cfr. il quaderno / de la vostra matera di XVII 37-38). ‛ Quaderni ' sono i fascicoli che entrano nella composizione di un libro quando siano legati insieme; prima di esser legati, o in seguito a rottura del legame, essi risultano ‛ squadernati '; l'universo è il costituirsi in molteplicità del mondo delle idee, presente, in unità, nel Verbo; è, cioè, l'insieme delle sussistenze (v. SUSSISTENZA) o esseri contingenti, creati da Dio, che partecipano di quel mondo ideale ipostatizzato nel Verbo, in Dio stesso; cfr. il Buti: " La forma universal di questo nodo, cioè la forma d'ogni cosa, che è nodo fermo che tiene ogni cosa nel suo essere, e questo è Iddio "; Benvenuto: " Et subdit: credo ch'io vidi la forma universal di questo nodo, idest, ligaminis; quasi dicat, ideam universi quae est in pectore Dei, sicut expositum est superiori capitulo huius Paradisi "; Landino: " l'idea dell'universo, la quale è nel petto di Dio, dal quale, come da unico nodo, tutte le cose collegate procedono ". Di conseguenza, l'universo risulta organizzato a somiglianza della ‛ forma u. ', che è Dio stesso, ad opera della natura (Mn II VI 4 natura, si solam formam universalem divinae similitudinis in universo intenderet, media autem negligeret, ecc.; cfr. Pd I 104).
La locuzione natura universale designa l'insieme delle cause seconde o cieli, strumenti dell'azione di Dio nei riguardi di tutto il mondo della generazione e della corruzione, e cioè del mondo sublunare; essa ordina e dispone la natura particolare, che invece opera solo nei riguardi di cose di una stessa specie (Cv I VII 9, III IV 11, IV IX 2 e 3, XXVI 3, Quaestio 44 [tre occorrenze], 45, 48 [due occorrenze] e 49; v. NATURA). Si noti che in Cv IV IX 2 e 3 natura universale designa Dio stesso, il quale però è indicato, più propriamente, come universalissima cagione di tutte le cose (Cv III VI 5; cfr. Dio... universalissimo benefattore, in I VIII 3), cioè causa prima e assoluta di tutto, causa incausata; l'uso del superlativo sottolinea che Dio rappresenta il vertice di una struttura piramidale secondo la quale sono ordinate le cause u., cioè le cause che operano in rapporto a tutto un ambito ben definito, o che in rapporto a questo ambito esercitano una ‛ certa ' azione causale. Le cause che sono effetti della causa prima, a loro volta sono dette u. in rapporto a tutto ciò che ad esse segue dal punto di vista ontologico: l'affermazione è contenuta nella prop. I § 1 del De Causis, cit. in Ep XIII 57 Omnis causa primaria plus influit super suum causatum quam causa universalis secunda.
‛ Causa primaria ' è, secondo Alberto Magno (De Causis II I 2), la Causa prima, l'Intelligenza, l'Anima nobile e la Natura, mentre (cap. 5) " universalis causa... universalis non dicitur quia praedicabilis sit de multis sed quia influit in omnibus, sub se existentibus, universaliter; hoc enim est, secundum dicta Platonis, universale quod est ante rem, ex quo simplici et impermixto existente, esse, nomen et rationem omnia sequentia recipiunt: et hoc modo etiam secundaria dicitur universalis ad eam quae sequitur ipsam ".
Allo stesso ordine d'idee - che qualifica come u., sul piano ontologico, un principio attivo, causale, d'ordine generale - va ricondotto Cv II IV 5: le Intelligenze sono chiamate da Platone ‛ idee ', che tanto è a dire quanto forme e nature universali; ciascuna ‛ forma e natura universale ', secondo Platone, è il principio unico di ciascuna specie di esseri (v. FORMA; IDEA), in ognuno dei quali per partecipazione è presente come norma immanente di vita e di sviluppo.
Le forme universali che lo intelletto possibile... potenzialmente in sé adduce (Cv IV XXI 5) sono, secondo D., ‛ semi ' (" rationes seminales ") delle conoscenze u. o concetti che l'intelletto umano porta con sé al momento dell'infusione nel feto ad opera di Dio (cfr. le formas universales aut speties di Mn I III 9).
Altre occorrenze del termine si riferiscono alla totalità del genere umano (cfr. l' ‛ universalis civilitas humani generis ' di Mn I II 8), che secondo D. è strutturata sul modello dell'universo, di cui ripete i principi ordinatori: perché la universale religione de la umana spezie, cioè la ‛ società ' umana nel suo insieme, possa raggiungere la perfezione, dev'esserci un solo monarca che a li diversi e necessari offici ordinare abbia del tutto universale e inrepugnabile officio di comandare (Cv IV IV 6); il monarca così viene a porsi come universalissima causa inter mortales ut homines bene vivant (Mn I XI 18); egli cioè è la causa prima dalla quale riprendono l'efficacia causale coloro che governano le varie società intermedie nelle quali si organizza l'umanità, dalla ‛ famiglia ' al ‛ regno ' (anche qui l'uso del superlativo sottolinea l'assolutezza della causalità del monarca sul genere umano). La sua autorità deriva de Fonte universalis auctoritatis (III XV 15), cioè da Dio, ed esercita l'ufficio della ‛ Monarchia universalis ' (X 9) come erede di quella ‛ universalis iurisdictio ' che fu conseguita dai Romani (II VIII 14). Solo un monarca fornito di autorità su tutto il mondo garantisce la pace universale realizzata già al tempo di Augusto (Cv IV V 8; cfr. Mn I XVI 2; comunque, sempre garantita dai Romani, Mn II V 5) e condizione indispensabile perché l'uomo possa conseguire il suo fine (I IV 2 e 5).
L'amore universale che le cose dispone ad amare e ad essere amate è la ‛ generale ' disposizione dell'anima all'amore, contrapposta all'amore... speziale (Cv III VIII 13). Convento universale (IV IV 8) è l'adunanza di tutti i popoli e di tutte le nazioni. ‛ Principia universalia ' sono gli " enunciati generali " (Mn I XIV 8; v. PRINCIPIO); signum universale (III VIII 4, 5, 6 e 10) è il ‛ quantificatore u. ' che fa sì che il termine, che segua ad esso in una proposizione, si riferisca a tutti gl'individui compresi nella classe denominata dal termine stesso (v. SEGNO; termine).