UNITA BIOLOGICA
UNITÀ BIOLOGICA - Un prodotto terapeutico non può essere somministrato in modo razionale che quando si conosca perfettamente la sua attività biologica, in rapporto a una determinata dose. Tuttavia può accadere (e accade soprattutto per prodotti terapeutici ancora indeterminati o impuri o instabili, come ormoni, vitamine, sieri antibiotici, ecc.) che sia impossibile dosare un farmaco per le consuete vie ponderali o volumetriche. Un giudizio di attività, non solo qualitativo ma quantitativo, può, in tal caso, derivarsi dal confronto con la risposta biologica ottenuta da una determinata quantità di un prodotto "tipo", scelto e accettato come campione. Si chiama unità l'espressione dell'attività manifestata da una quantità determinata di tale campione.
Un accordo su queste titolazioni biologiche su piano internazionale fu reso necessario dall'introduzione in terapia del siero antidifterico, dell'insulina, delle prime vitamine, ecc., e la Società delle Nazioni (Ginevra, 1921) si fece promotore di riunioni internazionali di esperti allo scopo di scegliere i campioni e definire le unità per i diversi prodotti, che mano a mano rendevano indispensabile un comune criterio di valutazione. Numerose riunioni internazionali sono state indette in varie epoche. Vengono di volta in volta fissati i campioni internazionali, i quali possono successivamente esser sostituiti e modificati. Solo l'unità internazionale, una volta accettata, è un valore immutabile, ancorché l'attività corrisponda volta a volta ad un peso differente delle successive preparazioni "campione". Si può prescindere, ugualmente nelle titolazioni dalla uniformità di tecnica. Tenendo fissa l'unità ed il campione si è anche al riparo delle variazioni implicite nei reattivi biologici ed i diversi operatori hanno altresì la più assoluta libertà d'azione.