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ungere

di Alessandro Niccoli - Enciclopedia Dantesca (1970)
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ungere

Alessandro Niccoli

Solo nella Commedia, nel significato usuale di " spalmare, cospargere di olio o di altra materia grassa ".

Per indicare Eva a D., s. Bernardo ricorre a una metafora di origine biblica (cfr. Is. 1, 6): La piaga che Maria richiuse e unse, / quella ch'è tanto bella da' suoi piedi / è colei che l'aperse e che la punse (Pd XXXII 4). Eva, cedendo all'insidia del serpente, sedusse Adamo alla disobbedienza e aprì la piaga del peccato originale; Maria, generando il Redentore, con la sua maternità divina medicò e risanò il genere umano: " illa percussit, ista sanavit " (Agost. Serm. XVIII). Tutta la terzina è costruita in modo che l'idea della redenzione preceda quella della colpa: in esatta corrispondenza con aperse e punse, anche richiuse e unse sono invertiti fra loro rispetto all'ordine logico: Maria " spalmò di unguenti " la piaga, e la fece richiudere.

Negli altri esempi ricorre il participio passato con valore di aggettivo. I campioni (v.) lottano fra loro nudi e unti (If XVI 229) per offrire minor presa all'avversario (qui lo spunto è offerto da Virgilio Aen. III 281-282 " Exercent patrias oleo labente palaestras / nudati socii "). Una fiamma lambisce la piante dei piedi dei simoniaci come suole il fiammeggiar de le cose unte / muoversi pur su per la strema buccia (XIX 28).

Vale " sporco, imbrattato di cibi unti ", in If VI 16 [Cerbero] Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra, per cui l'Anonimo chiosa: " Però che [i golosi] mangiono bruttamente ed ungonsi; la barba per la unzione ne diviene atra, cioè nera ed obscura ".

Vocabolario
ùngere
ungere ùngere (letter. o pop. tosc. ùgnere) v. tr. [lat. ŭngĕre] (pres. io ungo, tu ungi, ecc.; pass. rem. unsi, ungésti, ecc.; part. pass. unto). – 1. a. Cospargere, spalmare di materia grassa: u. gli scarponi con l’apposito grasso; gli...
unguentare
unguentare v. tr. [dal lat. tardo unguentare] (io unguènto, ecc.), raro. – Ungere con unguento, spalmare d’unguento.
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