unanimita
unanimità Meccanismo finalizzato a individuare l’alternativa vincente in base all’esito di una votazione. La procedura di voto all’u. stabilisce che la soluzione adottata da una collettività sia quella che ha incontrato le preferenze di ciascuno degli aventi diritto al voto, nessuno escluso. Se l’esito della votazione non attesta l’esatta convergenza di tutte le preferenze, il principio di u. implica inerzia, ovvero la proposta votata non viene accolta e permane la situazione iniziale. Questo aspetto risulta di notevole importanza nella teoria delle votazioni (➔ voto), dato che il rispetto della regola dell’u. comporta di fatto l’assegnazione a ogni soggetto di un diritto di veto. Per questo motivo, tale meccanismo è di norma adottato in contesti in cui il grado delle preferenze tra i votanti sia sufficientemente omogeneo, o tale debba risultare.
La regola dell’u. soddisfa il principio forte di efficienza paretiana. Secondo tale principio, un insieme di persone migliora la propria soddisfazione passando da uno stato a a uno stato b, quando alcuni (al limite solo uno) migliorano la propria condizione, lasciando gli altri indifferenti. Ogniqualvolta l’utilità di un individuo sia minacciata dal passaggio allo stato b, questi, in base alla regola dell’u., può esercitare il proprio diritto di veto, preservando lo status quo. Per questo motivo si sostiene che ogni decisione adottata con il criterio dell’u. produce un miglioramento nel senso di Pareto.
Il Trattato di Roma (➔ Trattato che istituisce la Comunità Economica Europea) prevedeva che talune proposte potessero essere accolte solo con il consenso di tutti gli Stati membri riuniti in sede di Consiglio. Dopo l’adozione dell’Atto unico europeo (➔), il perimetro di applicazione della procedura di voto all’u. si è progressivamente ristretto, anche se un numero limitato di politiche particolarmente sensibili continua a essere sottoposto al voto per mezzo di tale regola. Ne sono un esempio, in particolare, la fiscalità, la sicurezza o la protezione sociale, l’adesione di nuovi Stati all’Unione Europea, la politica estera e di difesa comune.
Nel caso di votazioni binarie con esclusione (voto tra due alternative di cui quella scartata non può ripresentarsi agli elettori) la regola dell’u. può indurre i soggetti a votazioni insincere per finalità strategiche. Infatti, un soggetto potrebbe essere indotto a esercitare il proprio diritto di veto, al fine di far risultare vincente l’alternativa che gli garantisce l’utilità maggiore. Si consideri come esempio il caso in cui due votanti debbano scegliere tra 5 alternative con una votazione binaria (si porrà dunque a votazione l’alternativa A con B; la vincente sarà poi confrontata con C e così via). Nel caso di votazioni sincere si avrebbe come esito del voto la soluzione E; tuttavia, il soggetto due potrebbe mentire nella prima votazione e porre il proprio veto sull’alternativa B, in quel caso l’esito della votazione risulterebbe manipolato e a prevalere sarebbe la soluzione D.
Il voto all’u., pur rispondendo a un criterio massimo di democrazia, presenta problemi di due ordini: da un lato la manipolazione del voto, dall’altro il permanere dello status quo, in ragione delle difficoltà con cui un numero ampio di individui può trovare un accordo, specie quando intervengono questioni redistributive. Per tali ragioni, alla regola dell’u. è di norma preferito il voto a maggioranza (➔ maggioranza, voto a; ➔ anche qualificata, maggioranza).