Melnati, Umberto (propr. Raimondo)
Attore cinematografico e teatrale, nato a Livorno il 17 giugno 1897 e morto a Roma il 30 marzo 1979. Tra gli interpreti più caratteristici della commedia italiana degli anni Trenta e Quaranta, dopo una felice esperienza teatrale proseguì con successo la sua carriera di attore brillante nell'ambito del cinema. Molto spesso al fianco di Vittorio De Sica, si affermò nei ruoli a lui congeniali del sempliciotto, del giovane bellimbusto o del goffo innamorato, accentuandone il lato comico con una recitazione artefatta, nervosa, screziata da sonorità stridule e nasali. Figlio d'arte, cominciò a lavorare in teatro ancora giovanissimo e nel 1936 formò una propria compagnia, la De Sica-Rissone-Melnati, che allestì con discreto successo spettacoli musicali e commedie comico-sentimentali fino al 1939, anno in cui si sciolse. Parallelamente M. aveva dato inizio alla sua attività cinematografica, apparendo in alcuni film d'evasione nei ruoli tipici, e poco impegnativi, delle commedie agili e briose del tempo. Il debutto cinematografico vero e proprio avvenne nel 1932 con Due cuori felici di Baldassarre Negroni, tra le prime commedie musicali italiane. Da allora divenne una presenza quasi irrinunciabile nella cinematografia dei telefoni bianchi, dove animò con le sue mossette e la sua tonalità sempre sopra le righe i personaggi spesso disegnati sulla sua persona. Apparve in La segretaria per tutti (1932) di Amleto Palermi, con De Sica e Giuditta Rissone, e in Oggi sposi (1934) di Guido Brignone, e, dopo vari film di poco rilievo, raggiunse la popolarità nel 1936 con L'uomo che sorride di Mario Mattoli, interpretato al fianco di De Sica e Assia Noris. Con i due attori partecipò anche al fortunato Il signor Max (1937) di Mario Camerini e, nello stesso anno, recitò in Contessa di Parma, commedia sofisticata di Alessandro Blasetti. Nel 1938 fu di nuovo accanto a De Sica in La mazurka di papà di Oreste Biancoli e interpretò La casa del peccato, con Amedeo Nazzari e Alida Valli, film diretto da Max Neufeld che lo volle anche in Mille lire al mese (1939). Prese poi parte a diverse commediole brillanti di Carlo Ludovico Bragaglia (Belle o brutte si sposan tutte… e Un mare di guai, entrambi del 1939; Pazza di gioia, 1940; Barbablù, 1941), al più ambizioso Rose scarlatte (1940) di De Sica e Giuseppe Amato, dalla commedia Due dozzine di rose scarlatte di A. De Benedetti, e nello stesso anno, al drammatico La peccatrice di Palermi, in cui comparve ancora una volta accanto a De Sica.
Dopo altre meno significative apparizioni (Enrico IV, 1943, di Giorgio Pastina; Quartieri alti, 1945, di Mario Soldati), M. fu assorbito per qualche anno da un ritrovato impegno di capocomico. Dai primi anni Cinquanta tornò a essere una presenza assidua nel cinema d'intrattenimento (tra gli altri film, Miss Italia, 1950, di Duilio Coletti; Altri tempi ‒ Zibaldone n. 1, 1952, e Peccato che sia una canaglia, 1954, entrambi di Blasetti), offrendo una pregevole interpretazione in La valigia dei sogni (1953) di Luigi Comencini, in cui è un ex attore del cinema muto che ripercorre attraverso gli spezzoni di film, da lui conservati, la storia del cinema delle origini.
Nell'ultimo periodo della sua carriera si dedicò nuovamente al teatro e alla realizzazione di alcune commedie per la televisione.
Melnati Umberto, in Enciclopedia dello spettacolo, 7° vol., Roma 1975, ad vocem.