Cosmo, Umberto
Critico letterario (Vittorio Veneto 1868 - Corio Canavese 1944), professore nei licei di Torino. Studioso dei primi secoli della letteratura italiana, si è appassionato particolarmente alla figura e all'opera di s. Francesco e di Dante.
Dopo i primi saggi sulla fortuna dantesca nel Seicento, con il lavoro Le stampe della Commedia e delle opere minori di D. nel Seicento, in Primi saggi, Padova 1891 - tema che sarà ripreso e svolto nel più tardo Con Dante attraverso il Seicento, Bari 1946 - e con la stampa de Le osservazioni alla D.C. del secentista Nicola Villani, Città di Castello 1894, allo studio dell'Alighieri il C. dedica anni di intenso lavoro. I frutti saranno costituiti, oltre che dalle numerose recensioni, dagli articoli sugli " Studi danteschi ", sul " Giornale dantesco ", ecc., dalla riedizione del commento del Tommaseo alla Commedia (Torino 1920, voll. 3), preceduto da un'introduzione in cui sono messi felicemente in evidenza limiti e pregi della critica tommaseiana, nell'ambito del dantismo ottocentesco; dalla Vita di D., Bari 1930, dove, superato decisamente l'eruditismo ottocentesco, sono fuse in una felice sintesi le notizie storiche e la delineazione dello svolgimento spirituale e artistico della personalità dantesca; dall'Ultima ascesa, Bari 1936, che è una ricostruzione dell'iter salvifico del poeta al cielo, e oltre che introduzione critica alla lettura della terza cantica, ricreazione, quasi simpatetica, dell'anelito morale e intellettuale dell'ultima mistica scalata. Ai precedenti si aggiunge l'ultimo saggio Guida a D., Firenze 1947, sintesi di tesi già esposte nelle opere precedenti, puntualizzanti lo svolgimento storico-spirituale di D. dal finito all'infinito, dalla storia all'ascesi.
Di formazione critico-metodologica positivistica, lungi dal condividere certi eccessi ‛ documentaristici ' e l'arido eruditismo di quella scuola, il C. fu sempre incline alla considerazione del risultato artistico della formazione e della cultura di D. e ai valori poetici della sua opera. D'altro canto la costante valutazione delle coordinate di pensiero e di cultura che sostanziano la fantasia poetica di D., di cui il critico percepì, in maniera quasi drammatica, l'alta tensione morale, non lo dispose ad accettare la soluzione offerta dal Croce al grosso problema della poesia dantesca, la cui distinzione tra una struttura impoetica e la poesia sembrò allo studioso tale da compromettere l'unità del poema, che egli individuava nel concetto fulcro " dell'ordine universale " e nello spirito etico-religioso che tutto lo sostanzia. La costruzione teologica diviene così parte integrante della poesia: non a caso Gramscl dalle pagine del C. trarrà lo stimolo a svolgere le sue tesi sui valore dell'elemento strutturale nella Commedia, come fonte e condizione di miti e di situazioni poetiche. Il C. si sforzò sempre, infatti, di alimentare di motivazioni storico-filosofiche le scelte di poesia, tenendosi, con ciò, lontano da ogni forma di estetismo impressionistico.
Bibl. - Per le edizioni delle opere dantesche del C. e per un giudizio sulla sua attività d'interprete di D., v. soprattutto B. Maier, Introduzione alla nuova edizione di Guida a D., Firenze 1964.