SCINZENZELER, Ulrich (Enricus). – Non è nota la data di nascita, da collocare intorno alla metà del Quattrocento, ma si sa che era figlio «quondam domini Petri» e che era di origini bavaresi, come egli stesso attesta nel colophon del Virgilio finito di stampare, in società con Leonhard Pachel, il 13 maggio 1478: «Per prudentes viros Leonardum Pachel, Uldericumque Scinzenzeler ex industriosa gente Theutonica, patriaque Baveria» (ISTC, Incunabula Short-Title Catalogne, iv00160600)
Pachel era di Ingolstadt, mentre sulla base del cognome è stato ragionevolmente ipotizzato come luogo di origine di Scinzenzeler il villaggio della bassa Baviera Zinzenzell, non distante da Ratisbona. In realtà, il colophon delle Familiares di Cicerone, sottoscritto dai due tipografi il 22 aprile 1480 (ic00519600) sembrerebbe riportare entrambi a una origine comune: «per prudentes opifices Leonardum Pachel & Ulderichum Scinczenceller alamanos ex civitate Ingelstat».
Si trasferì a Milano nel 1472, dove da poco era stata introdotta la stampa e dove avviò l’attività di tipografo a partire dalla fine del 1477, anno in cui uscirono gli opera omnia di Virgilio (iv00160200, esemplare unico a Friburgo), riproposti poi anche l’anno successivo. Per un decennio, fino al 1487, lavorò in società con Pachel, che si può ipotizzare fosse suo coetaneo, dato che, al momento della morte, il 7 marzo 1511 – o 1512 come sostiene Sandal (1981, p. 16) – Pachel aveva sessant’anni e dunque doveva essere nato nel 1451.
La società tra i due tipografi bavaresi doveva essere già in atto, o comunque progettata, il 21 agosto 1476 quando Ambrogio Cavagni da Lavagna, fratello del tipografo e libraio Filippo, stipulò con Pachel e Scinzenzeler un contratto di affitto al canone annuo di 23 fiorini per alcuni locali nella parrocchia milanese di S. Zenone al Pasquirolo (presso l’attuale piazza S. Babila), dove era ubicata l’officina tipografica di Filippo da Lavagna e dove fu impiantata quella nuova della società Pachel-Scinzenzeler, che pure abitavano in zona.
Parte integrante dell’accordo era la consegna a Cavagni di un esemplare, del valore di un fiorino, scelto tra le edizioni che sarebbero uscite dai torchi degli stampatori tedeschi. Se il costo del volume fosse stato superiore, essi avrebbero potuto ricevere la differenza in contanti o sottrarla al canone di affitto. La locazione dell’immobile contribuisce a spiegare anche i rapporti di Pachel e Scinzenzeler con Filippo Cavagni, per il quale stamparono probabilmente il Filocolo di Giovanni Boccaccio, uscito il 4 febbraio 1478 (ib00741500). I due tedeschi cripticamente indicati nel colophon («impresa per Philippo de Lavagna: soto sui alamani impressore de ello») sarebbero infatti Pachel e Scinzenzeler, a cui l’edizione andrebbe attribuita sulla base dei caratteri tipografici impiegati.
La collaborazione con Cavagni proseguì poi occasionalmente fino al 17 maggio 1483, quando furono stampate le Apostillae ad Bartolum super secunda parte Codicis di Alessandro Tartagni (it00018750). Il contratto di locazione livellaria fu rinnovato più volte negli anni seguenti: il 27 settembre 1481 e il 3 agosto 1484. Da quest’ultimo documento si viene a sapere che Pachel e Scinzenzeler avevano trasferito la loro residenza nella zona di Porta Romana, nella parrocchia di S. Giovanni Itolano.
Nel corso della loro collaborazione, impiegarono una decina di polizze di caratteri gotici e solo tre di romani, per produrre circa centocinquanta edizioni con una copertura tematica assai ampia, ma linguisticamente orientata al latino: dai libri liturgici ai testi giuridici, dai classici alle grammatiche, dalle opere a carattere religioso e devozionale a quelle mediche. Anche dopo la frattura del 1487, tra il 1489 e il 1490 i due tornarono occasionalmente a lavorare insieme, stampando altre quattro edizioni, segno che la rottura della società non dovette avvenire in modo traumatico. L’ultima sottoscrizione riguarda le Vitae sanctorum Patrum, nella traduzione italiana di Domenico Cavalca (ISTC, ih00231000), che Scinzenzeler ripropose poi da solo il 16 febbraio 1499 (ih00234500).
Il nome di Scinzenzeler comincia a figurare da solo già verso la fine del 1487, a partire dalla stampa delle Quaestiones super Aphorismos Hippocratis di Giovanni Sermoneta, sottoscritte il 22 novembre (is0047500). Di questa seconda fase della sua attività editoriale, caratterizzata dalla pubblicazione di un numero crescente di testi giuridici, che affiancano i classici e le opere religiose, si devono segnalare due importanti edizioni in greco: l’editio princeps di Isocrate del 24 gennaio 1493 (ii00210000), curata dall’umanista greco Demetrio Calcondila e gli Erotemata dello stesso Calcondila non datati, ma usciti probabilmente in quell’anno (ic00419860).
Il 16 settembre 1488, a seguito della morte di Ambrogio Cavagni, il locale della stamperia in S. Zenone al Pasquirolo veniva affittato da un altro fratello di Filippo Cavagni, Giovanni Stefano, al solo Scinzenzeler, che per stipulare un contratto enfiteutico (vietato agli stranieri) chiese e ottenne una dispensa ducale in quanto residente in città da sedici anni.
Alcuni anni dopo lo scioglimento della società con Pachel, Scinzenzeler si legò soprattutto, ma non esclusivamente, a Giovanni da Legnano, per il quale stampò poco più di venti edizioni di carattere giuridico, rivolte all’orbita dell’Università di Pavia. Il primo frutto di questa collaborazione dovrebbe potersi identificare nelle Comoediae plautine, stampate il 1° dicembre 1490 (ip00781000). Si tratta, probabilmente, di un primo contatto, visto che le edizioni esplicitamente sottoscritte da Scinzenzeler per il da Legnano si concentrano negli anni 1493-94, a partire dal Super Infortiatum del giurista perugino Angelo degli Ubaldi, pubblicato il 18 maggio 1493 (iu00007500), e poi, ancora di più, tra il 1498 il 1499, fino ai Commentaria in primam partem Infortiati di Giasone del Maino, del 3 settembre 1499 (im00414800).
In seguito Giovanni da Legnano, a causa anche della morte di Scinzenzeler, si rivolse per la stampa delle proprie edizioni a Pachel. Non appare casuale che la prima edizione certamente commissionata dal da Legnano a Pachel, l’Ars minor di Donato curata da Antonio Mancinelli, sia uscita il 21 ottobre 1499, poco dopo la scomparsa di Scinzenzeler (id00348500).
Non è noto il nome della moglie di Scinzenzeler, probabilmente di origini italiane, da cui ebbe due figli, Giovanni Angelo e Margherita; questa si sposò con Giorgio de Castro Sannazaro e poi, in seconde nozze, con Santo Scaravaggi.
Morì, probabilmente a Milano, prima del 22 ottobre 1499, data in cui venne rinnovato il contratto di affitto livellario per i locali in S. Zenone al Pasquirolo tra gli eredi di Giovanni Stefano Cavagni (Giovanni Angelo e Giovanni Giacomo) e il figlio di Scinzenzeler, Giovanni Angelo, che si definisce nell’atto «filio quondam et herede in solidum magistri Henrici teutonici». Fu sepolto nella chiesa milanese di S. Stefano in Brolio, come attesta il testamento del figlio, redatto il 4 dicembre 1503, in cui Giovanni Angelo esprimeva il desiderio di essere sepolto accanto al padre.
Tutte le edizioni successive all’ottobre 1499, ancora sottoscritte da Scinzenzeler o con la marca tipografica recante le sue iniziali (un globo con croce doppia a bracci obliqui, poggiante su un tronco), fino al Virgilio, Opera, del 7 maggio 1500 (iv00180600, in esemplare unico presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano) e addirittura al Confessionario del domenicano Teodoro da Sovico del 23 giugno 1502 (Edit16, CNCE 54459), si devono materialmente a Giovanni Angelo Scinzenzeler, che in questa fase iniziale avrà fatto ricorso all’affermato nome paterno piuttosto che al suo. È probabile che a riguardo fossero già stati presi accordi per la stampa con Giovanni da Legnano, dato che alcune delle edizioni postume uscirono per quell’editore. È il caso, per lo meno, del De Maleficiis di Bonifacio Vitalini del 19 novembre 1499 (ISTC, iv00304800) e del Super quinto libro Decretalium di Felino Sandeo del 17 febbraio 1500 (is00146600). Lo stesso vale per le Comoediae plautine, uscite il 18 gennaio 1500 con la sottoscrizione di Ulrich (ip00785000) per le cure di Giovanni Battista Pio. Questi aveva già collaborato con Scinzenzeler per la stampa delle Epistulae et poemata di Sidonio Apollinare, pubblicate il 4 maggio 1498 (ISTC, is00494000). Quest’ultima edizione era protetta da un privilegio richiesto da Giovanni Passerani da Asola, fratello del sacerdote Gerolamo che ne risulta il finanziatore. Il privilegio ducale, datato 9 novembre 1497, copriva anche l’edizione di Nonio Marcello, Festo e Varrone, sottoscritta da Giovanni Angelo nel 1500 (in00274000), segno che questi subentrò alle commesse paterne, portandole a conclusione. L’attività tipografico-editoriale fondata da Scinzenzeler fu condotta da Giovanni Angelo fino al 1526.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Milano, Notarile, Notaio Francesco Sudati, f. 2170; Notaio Giacomo Sansoni q. Protaso, ff. 616, 1809, 1810; Notaio Tommaso Barlassina q. Bertolo, f. 3406; Notaio Marco Frisiani q. Luigi, f. 3375.
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