CORTICELLI, Ulisse
Nacque a Ravenna il 30 genn. 1821 da Mariano. Le condizioni della famiglia erano disagiate, e solo per l'interessamento dello zio materno Diego Mattia, che era senza figli, poté intraprendere a Bologna lo studio delle lettere e successivamente quello della musica nella quale si mostrava particolarmente dotato. Si racconta che Rossini, avendolo udito suonare il pianoforte, lo avesse incoraggiato a proseguire lo studio. Lo zio lo mandò a perfezionarsi al conservatorio di Napoli, sotto la guida di S. Mercadante e di altri valenti maestri (G. Crescentini per il canto, F. Ruggi per il contrappunto, G. Cardelli per la partitura, F. Lanza per il pianoforte, F. Florimo per la direzione di coro). A Napoli, tappa obbligata per quanti volessero intraprendere la carriera musicale con prestigio, il giovane si distinse per impegno ed abilità, divenendo primo allievo del collegio.
Completati brillantemente gli studi, il musicista non ancora venticinquenne avrebbe voluto recarsi a Rio de Janeiro come maestro di musica alla corte dell'imperatore don Pedro II, che aveva sposato Teresa Cristina di Borbone, sorella di Ferdinando II re delle Due Sicilie, ma lo zio, allora capitano di piazza a Benevento, gli consigliò di rimanere in Italia e di concorrere al posto di "maestro della città di Perugia", bandito il 7 dic. 1844. I concorrenti a tale incarico, che comportava la direzione della scuola comunale di musica e della cappella musicale del duomo, erano ben ventinove, ma una calda e sentita raccomandazione del Mercadante al conte Giancarlo Conestabile fece cadere la scelta sul C., anche se il capitolo della cattedrale gli avrebbe preferito C. Savioli di Rimini, considerando la sua giovane età inadeguata all'assolvimento di compiti così importanti. Il C. fu eletto nell'adunanza del Consiglio comunale del 7 luglio 1845 e giunse a Perugia il 3 ottobre.
Nel 1846 fu incaricato dall'Accademia dei Filedoni di Perugia di scrivere un inno per il nuovo pontefice Pio IX, e la buona impressione suscitata, dalla sua composizione gli valse la nomina a direttore di musica nell'Accademia filarmonica della città. Contemporaneamente svolgeva una intensa attività anche fuori Perugia, soprattutto nelle Marche (San Severino e Tolentino) e nella natia Romagna, dove spesso veniva chiamato in occasione di importanti feste religiose. Il 14 nov. 1853 sposò Giulia Cesarei, nobildonna perugina, dalla quale ebbe sei figli (Evelina, Umberto, Bianca, Riccardo, Teresa, Antonio).
L'attività didattica presso la scuola comunale di musica assorbiva gran parte del suo tempo, ma questo non impedì al C. di dedicarsi alla composizione di musiche religiose, lodate soprattutto per la mancanza di elementi profani. Alcuni contemporanei lo accusarono di pigrizia nel comporre, accusa dovuta probabilmente alla sua assenza dal panorama operistico dell'epoca. Il C. aveva avuto numerosi contatti con il poeta G. Pennacchi per la stesura di un libretto, forse la Margherita Pusterla ricordata nei versi a lui dedicati nel 1851 dal perugino A. Ceccomori, ma né questo né altri progetti operistici andarono in porto, ed anzi egli fu costretto a pagare all'editore il denaro dovuto per un contratto sottoscritto e non rispettato. La scarsa attitudine per la composizione di tipo teatrale non diminuì tuttavia il suo interesse per il melodramma, se nel 1866 diresse al teatro Morlacchi di Perugia Un ballo in maschera con una compagnia di suoi allievi (tra questi Giuseppina Pasqua e Almacinzia Magi) e analogamente nel 1868 curò l'allestimento della Favorita e dei Due Foscari.
Dopo il 1860, con l'annessione al Regno dell'Umbria, le condizioni economiche della curia perugina mutarono notevolmente ed anche la produzione sacra del C. divenne sempre più sporadica, concludendosi con un Benedictus, scritto per il tenore P. Giovanni Del Papa venuto a cantare nella festa di S. Lorenzo del 1877. Nel 1870, dovendo dedicarsi all'amministrazione dei beni ricevuti in eredità per la morte del suocero Antonio Cesarei, il C. abbandonò la direzione della scuola, che fu tuttavia pregato di accettare nuovamente nel 1877.
Nel dicembre 1879, stanco e privo di forze, fu costretto a rinunciare ad ogni attività e morì pochi mesi dopo, il 5 febbr. 1880, a Perugia.
Nell'archivio musicale della cattedrale di S. Lorenzo di Perugia si trovano numerosi manoscritti, quasi tutti autografi, di musiche religiose del Corticelli. Un elenco sommario delle sue composizioni, redatto a mano poco tempo dopo la morte (Perugia, Archivio capitolare), le suddivide in "composizioni esistenti presso l'Archivio capitolare" e "composizioni dello stesso esistenti presso la sua famiglia". Da un diretto confronto tra le musiche indicate nell'elenco manoscritto e quelle attualmente esistenti nell'Archivio, risulta che in quest'ultimo sono confluite anche le opere sacre dapprima conservate in famiglia, come ad esempio l'Inno a Pio IX, composto per l'Accademia dei Filedoni, oppure le musiche datate tra il 1842 e il 1844, anteriori quindi alla sua assunzione presso la cattedrale, nelle quali è sempre scrupolosamente annotato "Ulisse Corticelli primo alunno del Regio Collegio di Napoli". La fusione del fondo privato con quello della cattedrale, limitatamente alla produzione sacra, è inoltre confermata dalla presenza, per alcune opere, di due copie autografe della partitura, complete entrambe delle relative parti d'orchestra. Le composizioni profane del C. citate nella suddetta lista manoscritta - evidentemente utilizzata anche dal Brunelli per la compilazione dell'elenco delle musiche inserito nel suo volumetto in ricordo del musicista - sono: Inno nazionale, Invocazione ad Apollo, Cavatina per soprano, Romanza per basso, Lamento del prigioniero, Duetto per soprano etenore, Pensiero per banda, e altre due romanze (La famiglia del marinaio, Pensiero). Pochi mesi prima della morte diede alle stampe a Firenze Osalutaris hostia, Ave Maria, Benedictus, dedicati a Leone XIII.
La produzione sacra del C. è tutta vocale e scritta per diversi organici che vanno dalle sole voci "alla Palestrina" alle voci con accompagnamento di grande orchestra. Frequenti sono gli adattamenti di una stessa composizione a diversi complessi strumentali o registri vocali, in relazione anche a precise esigenze di ordine esecutivo. Numerose sono, inoltre, le parti di messa staccate che, unitamente ad abbozzi rimasti incompleti, testimoniano lo spirito eccessivamente critico del musicista, il quale si poneva di tanto in tanto all'opera per scrivere nuovamente questo o quel tratto di messa.
Diamo un elenco delle composizioni del C. conservate nell'archivio musicale della cattedrale di S. Lorenzo in Perugia: Beata es virgo per tenore e organo (altra copia nella Bibl. com. di Assisi, proveniente dalla basilica di S. Francesco); Christus e Miserere a quattro voci (3 apr. 1855); Confitebor tibi Domine per voci e orchestra; De profundis per tre voci e orchestra (30 luglio 1844, per la cattedrale di Terni); due Dixit Dominus per quattro voci ed organo; due Dixit Dominus per quattro voci e orchestra; Domine ad adiuvandum per voci e orchestra (1853); tre Domine ad adiuvandum per quattro voci e orchestra (uno datato 1860); Ecce quam bonum per quattro voci e orchestra (settembre 1844); Ecce sacerdos magnus a quattro voci (24 luglio 1846); Flos Carmeli per tenore e orchestra (1858); Inno a Pio IX per voci e orchestra (testo di F. Bartoli, 1° ott. 1846); Inno per il S. Cuore per soprano e organo (1872); Inno per S. Lorenzo per voci e organo (6 ag. 1867); altra versione per voci e orchestra; Inno per S. Pietro per quattro voci e organo; Laetatus sum per voci e orchestra; Laudate pueri per quattro voci e orchestra; Litanie per la Vergine per tre voci e organo; Magnificat per quattro voci e orchestra (2 ag. 1846); Magnificat per cinque voci ed organo; Magnificat per cinque voci e orchestra; Maria desolata per voci e orchestra (per il venerdì santo del 1859); altra versione per voci con accompagnamento di quartetto d'archi e fagotto; Miserere per quattro voci ed archi; Nisi Dominus per voci e orchestra; Osalutaris hostia per voci e orchestra; Responsori per il mercoledì santo (1860); undici Tantum ergo: per contralto e organo, due per tenore e organo, per basso e organo, per soprano, coro e organo, per soprano, tenore, coro e organo (1868), per basso (o tenore) e orchestra, per tre voci e organo (7 marzo 1846), due per tre voci e orchestra (uno datato Napoli 3 dic. 1843), per otto voci e organo; Te Deum per quattro voci e orchestra (28 luglio 1846); Tu es Petrus a cinque voci (1857); Veni creator Spiritus per quattro voci e organo (6 giugno 1854); Veni creator Spiritus per quattro voci e orchestra; Veni Sponsa Christi per quattro voci e orchestra (12 febbr. 1844); Veni Sponsa Christi per cinque voci e orchestra (23 apr. 1846); Messa a quattro voci con accompagnamento di pianoforte (giugno 1842, con correzioni di Mercadante); Messa per quattro voci e orchestra (Napoli 1843); Messa per cinque voci e orchestra (10 ag. 1852); Messa per quattro voci e orchestra; Kyrie; cinque Gloria; due Cum sancto Spiritu;quattro Domine Deus;due Dominus a. dextris;tre Laudamus; tre Laudamus e gratias;cinque Qui tollis; Quoniam;due Quoniam e Cum sancto Spiritu; Credo; Credo, Sanctus e Agnus Dei; Sanctus e Benedictus; Benedictus (luglio 1877); Agnus Dei.
Fonti e Bibl.: Perugia Arch. capitolare di S. Lorenzo, Atti capitolari e posizione risguardante la cappella musicale;F. Bartoli, Inno posto appositamente in musica dal maestro U. C., in La sera del 4 ott. 1846, Perugia 1846; A. Ceccomori, Ad U. C., Perugia 1851; Id., Terza rima per matrimonio, Perugia 1853; Il Paese, agosto 1877, marzo 1880; G. Brunelli, U. C., cenni biografici, Perugia 1883; Id., U. C., maestro di musica, in Foglie sparse. Prose, Siena 1893, pp. 115-153; C. Sartori, Casa Ricordi 1808-1958, Milano 1958, pp. 53-60; L. Bonazzi, Storia di Perugia dalle origini al 1860, Città di Castello 1960, II, p. 521; G. Brunelli, Assisi. La cappella della basilica di S. Francesco. Catalogo del fondo della Biblioteca comunale, Milano 1962, p. 200.