UGUCCIONE da Pisa
Canonista e lessicografo, nato a Pisa verso la metà del sec. XII; morto nel 1210. Studiò a Bologna, e vi insegnò come decretalista (1178-90), avendo per discepolo Lotario de' Conti, il futuro papa Innocenzo III, che lo tenne sempre in grande considerazione, sottoponendogli importanti questioni e indirizzando a lui alcune lettere inserite poi nelle Decretali di Gregorio IX. Nel 1190 fu creato vescovo di Ferrara, e, in seguito, trasferitosi a Nonantola (1197-1201) per attendere, d'ordine del papa, al riassetto dell'abbazia, conobbe in questa biblioteca il lessico di Papia, e concepì l'idea di rielaborarne e accrescerne il materiale in un'analoga compilazione.
Documento insigne degli studî canonici di U. è una ancor inedita Summa al Decretum di Graziano, che egli compì verso il 1187, pur lasciando nel commento qualche lacuna (causae XXIII-XXVI) che fu riempita da Giovanni de Deo (1250). Si tratta di opera largamente comprensiva di quasi tutto il sapere acquisito ai suoi tempi in merito all'esegesi casuistica, e costituisce il più esteso e autorevole tra i molti commentarî di Graziano.
Anche le Derivationes sono tuttora inedite; esse ebbero una grande autorità e diffusione per più secoli, e furono il dizionario di Dante. A una pomposa introduzione segue il copioso materiale lessicografico delle voci ordinate alfabeticamente. Le etimologie sono in gran parte arbitrarie, e in tale libertà inventiva U. supera i suoi stessi modelli: Papia e Osbern; ma, dando alle sue spiegazioni un carattere comprensivo e pratico, egli riuscì a mettere insieme un prezioso strumento di consultazione, ricco di cognizioni varie, con qualche nozione di greco, citazioni dai poeti latini, spiegazioni giuridiche, e anche trattazioni singole abbastanza estese sulla storia dei significati d'una parola. Anche questa compilazione ebbe un continuatore in quel Guillaume de Noyon, che nel sec. XIII la ampliò arricchendola insieme di copiose citazioni dalle Scritture e dai classici.
U. scrisse inoltre due operette grammaticali: il De dubio accentu, inteso a stabilire mediante norme prosodiche la pronunzia di alcune parole, il Rosarium, e forse anche un vocabolario latino-germanico.
Bibl.: J. F. Schulte, Geschichte der Quellen u. Liter. des canon. Rechts, I, Stoccarda 1875, pp. 156-170; G. Goetz, in Leipzig. Sitzungsberichte, 1903, pp. 121-133, e in Corpus glossarior. latin., I (1923), pp. 190-96; P. Toynbee, Dantes Studies, ecc., Londra 1902, pp. 97-114; F. Gillmann, studî varî, in Archiv für katholisches Kirchenrecht dal 1906 al 1930, e in Zeitschrif. d. Savignystiftung (kanon. Abt.), Weimar, XXI (1932); C. H. Haskins, Guillaume de Noyon, in Speculum, II (1927), p. 477; A. Marigo, I codici manoscritti delle "Derivationes" di U. Saggio d'inventario bibliogr., Roma 1936.