UGONE I d'Arborea
UGONE I d’Arborea (Ugo Ponç de Bas, Punzu, Pontius, Poncetus). – Figlio di Ugo Ponç de Cervera, visconte di Bas (in Catalogna), e di Sinispella, figlia illegittima di Barisone I di Arborea, nacque nel 1178 (dichiara infatti il 28 agosto 1198 «professus sum habere annos XX»; Codex diplomaticus Sardiniae, a cura di P. Tola, I, 1, 1861, doc. CXLVIII).
L’insediamento in Sardegna della casata catalana era avvenuto tramite Agalbursa de Bas, sorella di Ugo Ponç e moglie in seconde nozze di Barisone I di Arborea. Con Ugone I si radicò la dinastia che avrebbe retto le sorti del giudicato fino al principio del XV secolo.
Ugone ereditò dal padre (morto nel 1185 circa) il viscontado catalano (affidato alla luogotenenza degli zii paterni Ponç de Cervera e Hug de Torroja); i suoi primi passi furono pilotati dalla influente zia Agalbursa, che all’età di sei anni lo fece nominare (nel 1184) curatore dei distretti giudicali (curatorìas) di Bonorzuli e Parte Valenza e ottenne che venisse associato al trono (come attesta un sigillo di foggia catalano-aragonese, recante la legenda «sigillum Pontii regis Arboree», apposto nei documenti a fianco a quello di Barisone; I Libri iurium..., I, 2, a cura di D. Puncuh, 1996, doc. 396).
Alla morte di Barisone (1186) la successione al giudicato divenne peraltro una pedina nella complessa scacchiera dei contrasti fra Pisa e Genova per il controllo della Sardegna, perché il trono fu rivendicato con successo da Pietro (I), figlio di primo letto, sostenuto dall’aristocrazia e dal clero locale, e riconosciuto dalla città toscana; Ugone riparò a Genova con Agalbursa, che fece valere i suoi legami con il conte di Barcellona Ramon Berenguer III. Il giovanissimo Ugone fu vincolato da Agalbursa «Dei gratia Arboree regina» a sottoscrivere, raggiunti i quattordici anni, un accordo che in cambio dell’aiuto offrì ai genovesi ampie concessioni e salvaguardie nel giudicato (Codex diplomaticus Sardiniae, cit., doc. CXVII).
Il patto, negoziato tra il conte di Foix e Ogerio Pane (il celebre cronista genovese) e ratificato definitivamente il 30 novembre 1186 con ulteriori clausole antipisane, fu avallato dal re d’Aragona Alfonso II (il Casto), cugino di Agalbursa; presenziarono autorevolissimi esponenti dell’aristocrazia laica ed ecclesiastica catalana. Anche il giudice di Torres lo sottoscrisse (24 novembre).
Il giovanissimo Ugone dovette peraltro attendere ancora a lungo prima di svolgere un ruolo politico attivo.
La presa di potere nel giudicato di Cagliari da parte di Guglielmo marchese di Massa indusse il comune di Genova (desideroso di recuperare le somme sborsate in occasione dell’incoronazione di Barisone I a re di Sardegna e riequilibrare gli spazi di influenza nell’isola) a trarre dalla propria parte Pietro I di Arborea, che nel 1189 si accordò con la città ligure e ne divenne vassallo, impegnandosi a saldare i debiti contratti dal padre Barisone, oltre a concedere al Comune ligure delle donnicàlias in numero equivalente a quelle possedute da Pisa in Arborea (B. Fadda, Le pergamene relative alla Sardegna..., 2001, doc. 14).
Ciò pose le premesse per un accordo fra i due contendenti, e il nuovo tutore di Ugone nel 1192 (lo zio paterno, il catalano Ramon de Torroja, succeduto ad Agalbursa, scomparsa prima di tale data), ne rappresentò gli interessi nell’arbitrato affidato a Guglielmo Tornello console del Comune di Genova. L’esito assicurò il titolo regio a entrambi, la salvaguardia dell’integrità territoriale e un governo condiviso, dando avvio in Arborea a una complicata fase di sovrani condomini; tuttavia le clausole furono favorevoli a Ugone che, in caso di morte di Pietro senza eredi legittimi, avrebbe regnato sull’intero giudicato (Codex diplomaticus Sardiniae, cit., docc. CXVII-CXXI; I Libri iurium, cit., doc. 396).
Nella guerra che ne seguì, con l’invasione dell’Arborea da parte di Guglielmo di Cagliari (1196) e l’immediato riconoscimento della sua autorità da parte dell’aristocrazia e delle istituzioni ecclesiastiche arborensi, Pietro fu catturato e Ugone riparò ancora una volta a Genova.
La questione si risolse più tardi, grazie alla mediazione di Ubaldo arcivescovo di Pisa, che operò sapientemente anche a tutela degli interessi della sua città. Attorno al 1200 infatti Ugone sposò (per procura) Preziosa, figlia di Guglielmo di Cagliari (mentre Agnese, sorella di costei, fu unita a Mariano II, figlio del giudice di Torres e di Sinispella). Ciò consentì finalmente a Ugone di recuperare il potere sulla metà del giudicato che, come condomino, gli spettava.
La restante quota, unitamente alle fortezze, trattenuta da Guglielmo come dote della figlia, gli sarebbe stata consegnata al momento delle nozze, non appena la fanciulla avesse raggiunto l’età da marito.
Mentre Pietro rimase in prigionia (e in tale condizione morì al principio del XIII secolo), a partire dal 1200 circa fino alla metà del 1206 Ugone governò in condominio con Guglielmo. Le nozze solenni tra Ugone e Preziosa furono celebrate tra il giugno e l’ottobre del 1206; l’unione contrariò il pontefice Innocenzo III al quale peraltro non rimase che prenderne atto. Dal matrimonio nacque Pietro, futuro giudice d’Arborea (Pietro II).
La storiografia tra i successori di Ugone ricorda anche un Costantino, secondo alcuni studiosi anch’egli suo figlio, per quanto non documentato con certezza dalle fonti.
L’ultima attestazione di Ugone è del 1211 e risulta certamente scomparso entro il 1216.
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