UGOLINO da Camerino
Nacque presumibilmente intorno alla metà del XIV secolo e fu membro della famiglia camerte dei de Paracaseis (de Paracasiis, de Parachasatis, de Paratacaseis). Non si conoscono i nomi dei genitori.
Nulla si sa della sua formazione; le prime notizie risalgono al 1382, quando è già priore del convento dei frati predicatori (domenicani) di S. Agostino a Padova. Il 13 novembre di quell’anno nell’obituario del convento è registrata la donazione di 200 lire da parte del defunto Bartolomeo da Teolo (de Titullo) e si fa riferimento al priorato di Ugolino, definito anche theologie professor (Mazzatinti, 1894, p. 42). Successivamente, Ugolino dovette spostarsi a Roma.
Diverse sono le testimonianze riguardanti l’operato di Ugolino nella provincia della Lombardia inferiore in qualità di procuratore generale dell’Ordine.
Il 28 marzo 1389 il maestro generale gli concesse la facoltà di assegnare a sua discrezione beni ai conventi della provincia; il 22 ottobre è citato come destinatario della somma in denaro che un baccelliere padovano, fra Giovanni da Durazzo, dovette consegnare dopo l’avvenuta vendita del frumento del convento, mentre il 30 novembre fu presente, insieme con il priore della Minerva, presso il convento di Bologna, alla conferma di Bartolomeo Dominici come vicario dell’Ordine. Per lo stesso giorno è menzionato tra i presenti alla rimozione di Tommaso da Fermo dal provincialato della Lombardia inferiore.
Molto intensa fu poi la sua partecipazione alle attività di governo dell’Ordine nei primi anni Novanta.
Ugolino partecipò l’11 aprile 1390 anche alla promozione di fra Pietro Engerlin a vicario della provincia di Teutonia. Il 12 dicembre dello stesso anno fu incaricato da Bonifacio IX, insieme con i priori della Dalmazia e della Lombardia inferiore, di visitare i conventi di Udine, Cividale del Friuli e Capodistria (in precedenza trascurati dal superiore della neocostituita provincia dalmata) suggerendo infine (1393) il loro ritorno all’appartenenza alla provincia lombarda. Il 28 maggio 1392 presenziò alla nomina di fra Giovanni di Nicola da Anagni a provinciale della parte della provincia di Francia obbediente a Raimondo da Capua. In questi ultimi anni della sua attività come procuratore, Ugolino fu particolarmente vicino alla Curia pontificia e vide accrescere le sue prerogative. Nel corso del 1392 infatti fu nominato vicario del maestro generale (del quale poté gestire la corrispondenza e gli introiti), con pieni poteri nei conventi (specialmente laziali e umbri) in cui la curia di volta in volta avesse risieduto. In particolare, gli fu affidata la gestione di un delicato avvicendamento del responsabile della provincia domenicana inglese. Infine, fu anche nominato maestro della curia nel caso il titolare fosse impossibilitato o avesse rinunciato alla reggenza.
Il 17 luglio 1395 ottenne da Raimondo da Capua la riconferma nella carica di procuratore generale dell’Ordine, ma nel dicembre fu sollevato dall’incarico. Sei mesi dopo (28 giugno 1396) fu nominato vicario per le province di Ungheria, Polonia e Romania (Dacia). Ciononostante, diverse sono le testimonianze della sua presenza a Roma per gli anni seguenti; nel 1397 ottenne di poter risiedere presso il convento della Minerva e, nuovamente, fu incaricato di governare i conventi in cui si fosse trasferita la curia. Alcuni pagamenti avvenuti tra il 1398 ed il 1403 attestano anche i rapporti che intercorsero tra Ugolino e il convento di S. Sisto a Roma.
Agli inizi del XV secolo divenne maestro del sacro palazzo apostolico (carica coincidente con quella di rettore della facoltà di teologia). In tale veste si distinse, tanto da essere definito «vir eruditissimus […]; tam acuti ingenii fuit ut prelatos ecclesie lectionibus, disputationibus verteret in stuporem» (Mortier, IV, 1909, p. 68). In questo periodo si impegnò attivamente affinché venisse approvata la regola de paenitentia sancti Dominici, aderendo a una richiesta inviatagli da Tommaso Caffarini da Siena (v. in questo Dizionario) il 23 novembre 1402.
Tommaso lo pregò di leggere il suo trattato De penitentia sancti Dominici e di appoggiarne – in quanto persona attiva in «romana Curia, et in illa a diu practicus» (Tractatus de ordine, 1938, p. 58) – l’approvazione presso Bonifacio IX. Ugolino fu anche indicato (insieme col procuratore generale dell’Ordine e il vicario d’Italia) tra le personalità più adatte per intercedere presso il cardinale di Bologna Cosma Migliorati (il futuro Innocenzo VII), che in effetti fu determinante nell’approvazione della regola del Terz’ordine domenicano (bolla Apostolicae sedis del 26 giugno 1405).
Ugolino doveva essere ancora maestro del sacro palazzo il 1° luglio 1406, in quanto è documentato il conferimento del titolo di dottore in teologia da parte sua a Melchiorre Iunta da San Gimignano degli eremitani di S. Agostino. Nei convulsi anni che precedettero l’indizione del concilio di Costanza, Ugolino rimase fedele all’obbedienza romana. Il 5 novembre 1408 infatti Gregorio XII lo nominò vicario generale dell’Ordine; egli non risulta tra i partecipanti al concilio di Pisa del 1409, al quale invece fu presente il maestro generale dell’Ordine Tommaso da Fermo. L’appoggio di costui al neoeletto Alessandro V comportò gravi conseguenze per Ugolino che il 24 maggio 1410, nel capitolo generale celebrato a Bologna (ove poco prima il papa pisano era scomparso), fu scomunicato, privato di tutti i suoi beni (che vennero donati alla provincia di S. Domenico) e condannato a sei anni di carcere.
La motivazione principale del provvedimento contro Ugolino da Camerino fu l’invio ad alcune province dell’Ordine di lettere volte a screditare proprio Tommaso da Fermo, accusato del decadimento dell’Ordine e di subalternità ai francescani. Le sanzioni furono comminate anche ad alcuni collaboratori di Ugolino: il magister theologie Angelo da Camerino, Giacomo da Legnago del convento di Padova e Natale da Venezia. Stessa sorte toccò al maestro in teologia Stefano e ad Antonio priore di Fiesole.
Tuttavia Ugolino continuò la sua attività di maestro del sacro palazzo apostolico per conto di Gregorio XII e, da vicario generale, divenne anzi un punto di riferimento (insieme con Giovanni Dominici) per i conventi osservanti d’Italia. Al concilio di Costanza partecipò (dall’inizio) tra le fila dell’obbedienza romana, che aveva a capo il maestro generale Leonardo Dati da Firenze (in contrapposizione al maestro di obbedienza avignonese Jean de Puinoix).
Ugolino ricoprì con tutta probabilità la carica di maestro del sacro palazzo anche sotto il pontificato di Martino V. L’ultima attestazione infatti risale al 1420 ed è l’incarico, per ordine di Luigi vescovo di Maguelonne e sostituto del camerlengo, di esaminare ed eventualmente concedere i gradi dottorali in teologia al baccelliere domenicano Jean Curali da Valladolid.
Si ignora la data di morte.
I ruoli ricoperti e gli studi compiuti permisero ad Ugolino la compilazione di sermonari di vario genere: De Tempore, De Sanctis, Sermones pro dominicis diebus ac feriis Quadragesimalibus, De Beatissima Virgine Deipara.
Oltre alla sua stimata attività di teologo e all’importanza del suo ruolo nelle complesse vicende della Curia romana, Ugolino da Camerino ebbe dunque un ruolo di qualche rilievo nella storia domenicana fra Tre e Quattrocento, in particolare per la vicinanza agli ambienti riformatori e per l’approvazione della regola del Terz’ordine.
Bullarium Ordinis Fratrum Praedicatorum, Roma, II, 1730, pp. 322 s.; 479; VII, 1739, p. 76; G. Mazzatinti, L’obituario del convento di S. Agostino di Padova, in Miscellanea di storia veneta, s. 2, II (1894), pp. 1-45 (in partic. p. 42); Acta capitulorum generalium Ordinis Praedicatorum (1380 – 1498), a cura di B. Reichert, Roma 1900, pp. 141-143; Registrum litterarum Fr. Raymundi de Vineis Capuani Magistri Ordinis 1380-1399, a cura di T. Kaeppeli, Roma 1937, pp. 3, 21, 29, 34, 37, 39 s., 43, 59, 82, 96, 133, 187, 219, 241; Tractatus de Ordine FF. de paenitentia s. Dominici di f. Tommaso da Siena, a cura di M.H. Laurent, Siena 1938, pp. 56-58. S. Razzi, Istoria degli uomini illustri, Lucca 1596, p. 209; C. Lilii, Dell’Historia di Camerino, II, Macerata 1652, p. 207; V.M. Fontana, Syllabus magistrorum Sacri Palatii Apostolici, Roma 1663, p. 96; Id. Sacrum Theatrum Dominicanum, Roma 1666, p. 435; Id. Monumenta Dominicana breviter in Synopsim collecta, Roma 1675, pp. 246, 288; A. de Altamura, Bibliothecae Dominicanae, Roma 1677, p. 139; A. Rovetta, Bibliotheca Chronologica illustrium virorum Provinciae Lombardiae Sacri Ordinis Praedicatorum, Bologna 1691, p. 57; J. Gerson, Opera omnia, novo ordine digesta et in V tomos distributa, Anversa, 1706, p. 1011; J, Quétif - J. Echard, Scriptores Ordinis Praedicatorum recensiti, notisque historicis et criticis illustrati, Parigi 1719, I, p. 759; G. Catalani, De magistro sacri palatii libri duo, Roma 1751, pp. 82 s.; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, LXV, Venezia 1854, p. 212; P. Savini, Storia della città di Camerino, Camerino 1864, pp. 276 s.; A. Mortier, Histoire des maîtres généraux de l’ordre des Frères Précheurs, III, Paris 1907, pp. 555, 649, 680; IV, 1909, pp. 31, 68 s., 94, 109, 117; I. Taurisano, Hierarchia Ordinis Praedicatorum, Roma 1916, pp. 42, 91; R. Creytens, Le “Studium Romanae Curiae” et le Maître du Sacré Palais, in Archivum Fratrum Praedicatorum, XII (1942), pp. 1-83 (in partic. pp. 75 s.); G.G. Meersseman, Études sur l’ordre des Frères Prêcheurs au début du Grand Schisme, in Archivum Fratrum Praedicatorum, vol. XXVII, 1957, pp. 168-199 (in partic. pp. 179-194); J. Koudelka, Il convento di S. Sisto a Roma O. P. negli anni 1369-81, in Archivum Fratrum Praedicatorum, XLVI (1976), pp. 5-24 (in partic. p. 16); H. Millet, Les pères du Concile de Pise (1409): édition d’une nouvelle liste, in Mélanges de l’École française de Rome. Moyen age-temps modernes, XCIII, 2 (1981), pp. 713-790 (in partic. p. 746); T. Kaeppeli - E. Panella, Scriptores Ordinis Praedicatorum Medii Aevi, IV, Roma 1993, pp. 126 s.; D. Penone, I Domenicani nei secoli. Panorama storico dell’Ordine dei frati Predicatori, Bologna 1998, p. 201; L. Cinelli, La canonizzazione di Caterina da Siena: la santa nello specchio dei frati Predicatori, in Virgo digna coelo. Caterina e la sua eredità. Atti… 2011, a cura di A. Bartolomei Romagnoli - L. Cinelli - P. Piatti, Città del Vaticano 2013, pp. 119-151 (in partic. p. 123); F. Bartolacci - R. Lambertini, Tommaso da Fermo, da baccelliere a Bologna a generale dell’Ordine, in Memorie domenicane, XLV (2014), pp. 83-97 (in partic. pp. 84, 87).