UGO marchese di Toscana
Nato circa il 953-54 dal marchese Uberto di Toscana e da Willa, figlia di Bonifacio duca di Spoleto e marchese di Camerino, governò la marca di Toscana ancora minorenne dal 961 e amministrò Spoleto e Camerino dal 986 al 996 per morire quasi cinquantenne a Pistoia il 21 dicembre 1001.
Professò legge salica; sua moglie Giuditta si disse consanguinea di Corrado II il Salico; suo nonno fu Ugo di Arles, re d'Italia. Il padre, spodestato da Berengario II, fece una politica fiacca e incerta, stretto com'era tra la vicina forza di un partito italiano e le vaghe promesse di un ancor debole partito tedesco. U., invece, non ebbe esitazioni: si schierò decisamente della parte degli Ottoni e si affermò subito come uno dei più risoluti ed eminenti seguaci della loro politica, che si basava sullo schiacciamento della recalcitrante feudalità laica, sul riconoscimento di molte attribuzioni laiche alle più duttili autorità ecclesiastiche, sul concetto della superiorità dell'imperatore sul papa, sulla necessità di restaurare comunque e dovunque l'autorità dell'impero.
Specialmente accanto a Ottone III, U. svolse un'attività intensa in questo senso, sì che la sua opera è certo da riconoscere preminente nelle ardite riforme romane, nella politica veneziana (il marchese era cognato del doge Pietro IV Candiano), nella lotta contro Arduino d'Ivrea, nei tentativi per la conquista dell'Italia meridionale e nelle riforme ecclesiastiche, che vanno sotto il nome del giovane e fantasioso imperatore.
Fu sepolto nella Badia di Firenze, dove ancora il 21 dicembre si commemora l'anniversario della morte del "Gran Barone" dantesco (Par., XVI, 127-29). Il monumento sepolcrale è opera insigne di Mino da Fiesole.
Bibl.: A. Falce, Il marchese U. di Tuscia, Firenze 1921.