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BERNASCONI, Ugo

di Luciano Caramel - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 9 (1967)
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BERNASCONI, Ugo

Luciano Caramel

Nacque a Buenos Aires il 21 maggio 1874 da Leone e Giuseppina Pini, originari di Olgiate, presso Como. Condotto adolescente in Italia, seguì a Milano le scuole classiche e passò poi all'università di Pavia, dove iniziò gli studi matematici. Le sue prime esperienze artistiche risalgono alla metà dell'ultimo decennio dell'Ottocento: di quel tempo è un Ritratto della madre (datato 1895; Cantù, propr. Bernasconi), dominato da esigenze di obiettiva trascrizione della realtà e da una solida definizione dei volumi. Negli anni seguenti fu attratto da ricerche più complesse, soprattutto per influenza del Segantini, il cui esempio - probabilmente in gran parte mediato dal pittore milanese G. Sottocornola, che il B. frequentava con regolarità - lo stimolò a servirsi, sia pur con estrema libertà, di un linguaggio divisionistico, come prova una veduta dell'AltaValle del Piave del 1899 (Cantù, propr. Bernasconi).

Nel 1899 il B. partì per Parigi, ove conobbe Matisse e nel 1904 espose agli Indépendants accanto a Cézanne. A Parigi frequentò dapprima l'Académie Julian e poi la scuola di Eugène Carrière, sotto il cui influsso adottò una pittura quasi monocroma, bruna, che presentava figure e paesaggi entro il velo avvolgente dello sfumato (di questo periodo sono l'Autoritratto della Galleria d'arte moderna di Milano e alcuni paesaggi e ritratti conservati dai familiari a Cantù).

Rientrato in Italia nel 1905, il B. si stabilì a Roma e poi a Firenze e a Milano, interrompendo il soggiorno con lunghi e frequenti viaggi all'estero. In questi anni, dopo un primo momento di rinnovata adesione allo stile adottato a Parigi, la sua pittura, senza rinunciare alle morbidezze del Carrière (che mutano però di tono, attraverso la riscoperta della tradizione lombarda, da Leonardo al Ranzoni), riacquista progressivamente il colore, che diventa sempre più vivo e luminoso, mentre nuova evidenza prende anche la struttura plastica dell'immagine, che del resto non era stata mai del tutto trascurata, neppure nelle opere più vibranti e fuse degli anni parigini.

Parallelamente alla pittura, frattanto, il B. coltivava gli studi letterari e l'attività di scrittore, alla quale egli si dedicò fin dalla giovinezza, utilizzando la parola in funzione del ritrarre, con una attenzione al particolare fisionomico e mimico dei personaggi tale da far trasparire continuamente nella penna dello scrittore il pennello del pittore. Per la perfetta simmetria con cui l'artista riesce a riunire nella pagina ogni oggetto, ogni gesto, ogni più irriflesso tic dei personaggi, G. Bellonci (1960) ha addirittura avvicinato il B. alla odierna scuola du regard, cioè alla pura visività del nouveau roman, della quale, tuttavia, la prosa del B. - soffusa di un'intima liricità, di una calda simpatia al personaggio e alle cose che lo circondano - non ha la fredda oggettività.

Come scrittore il B. raggiunse i maggiori risultati nel volume Uomini e altri animali (stampato nel 1914 a Milano, ma composto a Parigi nel 1902): una raccolta di prose nate da esperienze di viaggio, che ebbe una certa fortuna e l'apprezzamento della critica. Già nel 1899 il B. aveva però pubblicato un altro libro di Racconti, in cui sono gli echi della vita di studente a Milano e a Pavia, e nel 1910 Precetti e pensieri ai giovani pittori, che fu la prima prova in un genere al quale egli resterà sempre affezionato, scrivendo e in parte dando alle stampe (in volume o su giornali e riviste) centinaia di massime e aforismi di vario argomento, nutriti anche dallo studio dei moralisti e pensatori francesi (Pascal, Montaigne, Bossuet, La Rochefoucauld, Vauvenargues, Joubert).

L'impegno letterario e filosofico, nel B., non va separato da quello pittorico, giacché l'abitudine alla meditazione, all'introspezione, e la predilezione per la speculazione filosofica influenzarono sempre anche la sua arte, impedendole di scivolare nel naturalismo illustrativo (egli, tra l'altro, non dipingeva mai dal vero) e dandole un caratteristico tono mentale che la allontana insieme dall'Impressionismo e dal Carrière.

Quando sopravvenne la prima guerra mondiale, il B. partì volontario. Congedato, in seguito a malattia contratta durante il servizio militare, decise di trasferirsi in campagna, a Cantù, in Brianza, dove visse austeramente ed in solitudine fino alla morte, avvenuta il 2 genn. 1960.

A Cantù il B. eseguì gran parte della sua produzione artistica: molte decine di dipinti (soprattutto ritratti di familiari e paesaggi, nei quali la sua pittura è sviluppata senza scosse e senza sostanziali novità), oggi conservati in numerose collezioni private e pubbliche (Roma, Galleria naz. d'arte moderna; Firenze, Galleria degli Uffizi; Milano, Galleria d'arte moderna; Parigi, Musée des Ecoles étrangères, nonché presso la famiglia Bernasconi). Tra i più importanti premi conseguiti dal B. si ricordano: 1937, medaglia d'oro all'Esposiz. Universale di Parigi; 1942, gran premio alla Biennale di Venezia; 1959, premio naz. "Presidente della Repubblica" dell'Accadernia di S. Luca.

Scritti: Racconti, Milano 1899; Precetti e pensieri ai giovani pittori, Malnate 1910; Uomini e altri animali, Milano 1914 (seconda edizione con aggiunte, 1926); A. Wildt, L'arte del marmo (stesura letteraria del B.), Milano 1921 (seconda e terza edizione, 1922 e 1948); Le presenti condizioni della pittura in Italia. Due discorsi, Milano 1923; Pensieri ai pittori, Milano 1924; Prefazione al catalogo della mostra del B. (Bottega di poesia), Milano 1925; Arturo Tosi, Milano 1925 (seconda e terza edizione, 1936 e 1944); Francesco Messina, Milano 1937 (seconda edizione, 1942); Adolfo Wildt, Milano 1941; Del disegno, pensieri, in C. Linati, Disegni di U. B.,Milano 1944, pp. 9-14; Pensieri d'amore, Milano 1954; Due poesie, in L. Sinisgalli, Pittori che scrivono, Milano 1954, pp. 17 s.; Ricordo di Vittorio Grubicy De Dragon, in Catalogo della II Mostra figurativa di pittura contemporanea "Città di Desio", Desio 1954; Marina Agliè (Due racconti), Milano 1957; Pensieri ai pittori, Milano 1961.

Numerosi altri scritti, particolarmente di argomento artistico, sono pubblicati in giornali e riviste; si ricordano (per l'importanza della sede, o per il numero degli scritti): Arte Mediterranea, La Voce, Corriere Italiano (Roma), Emporium, Il Broletto (Como), Il Convegno (Milano), Il Frontespizio, Il Ponte, Il Secolo, Il Vaglio (Firenze), Riviera Ligure, La Fiera Letteraria, La Provincia (Como), La Provincia di Como della domenica, L'Esame, L'Italia del popolo (Milano), Pegaso, Rassegna d'Arte antica e moderna.

Traduzioni (edite, dopo il 1914, dall'Istituto editoriale italiano, Milano s.d.) delle Orazioni funebri di Bossuet (Breviari intellettuali, n. 52), dei Pensieri di Joubert (Breviari Intellettuali, n. 69, prima versione italiana), delle Massime e altri scritti di La Rochefoucauld (Gli Immortali, s. 2 LVII; ristampata a Milano 1950), dei Pensieri di Pascal (Gli Immortali, s. 2, LXXXIV; ristampata a Milano 1932), della Storia di Manon Lescaut e del cavaliere Des Grieux di A. F. Prévost (Gli Immortali, s. 1, XXXI), delle Riflessioni e Massime di Vauvenargues (Breviari intellettuali, n. 95), oltre che di passi delle opere di Montaigne (la traduzione è andata perduta).

Bibl.: [G. P. Lucini], Uomini e altri animali di U. B., in La Folla, Milano, 10 maggio 1914, p. 12; C. Neppi, Un pitt. novelliere. Il sensualismo di U. B., in Giornale del Mattino, Bologna, 28 maggio 1914; Kim (A. Scarfoglio), Uomini e altri animali, in Il Mattino, 5-6 giugno 1914; E. Cecchi, U. B., in La Tribuna, 14 luglio 1914; G. Boine, Plausi e botte: U. B., in La Riviera Ligure, Oneglia, ott. 1914; G. Bellonci, U. B., in Giorn. d'Italia,15dic. 1914; C. Linati, Un Pittore e scrittore lombardo, in La Perseveranza, 14 febbr. 1922; G. Titta Rosa, Uno scrittore ed artista canturino, in La Provincia di Como,18-19 giugno 1922; E. Somaré, L'arte di U. B., in L'Esame,III(1924), pp. 621-625; G. Papini-P. Pancrazi, Poeti d'oggi (1900-1925), Firenze 1925, pp. 154-160; M. Sarfatti, Mostre d'arte: U. B., in Il Popolo d'Italia, 9 genn. 1925; C. Carrà, Artisti lombardi: U. B., in L'Ambrosiano, 10 genn. 1925; F. Palazzi, U. B., "Uomini e altri animali", in L'Italia che scrive, maggio 1926; G. Titta Rosa, Note e profili: U. B., in Corriere Padano, Ferrara, 29 marzo 1933; L. Vitali, U. B., in Domus, n. 64, aprile 1933, pp. 184-185; A. Soffici, U. B., Milano 1934; R. Serra, Scritti-Epistolario, Firenze 1934, p. 522; C. Linati, Pittore lombardo: U. B., in L'Ambrosiano, 23 apr. 1936; Artisti ital.: U. B., in Il Frontespizio, XI(1939), n. 2, pp. I-VIII f.t.; C. Linati, Disegni di U. B…, Milano 1944; P. Pancrazi, Scrittori d'oggi, serie 1, Bari 1946, pp. 77-85; A. Soffici, Trenta artisti moderni italiani e stranieri, Firenze 1950, pp. 50-55; M. Radice, U. B. pittore, Como 1951; A. Bucci, B., in Corriere d'Informazione, 24-25 nov. 1952; F. Catania, Panteon dei contemporanei: U. B., in Corriere della Provincia, Como, 10 maggio 1954 (con un'antologia della critica sul B.); U. B., a cura di L. Capelli e V. Scheiwiller, con saggi e articoli di A. Bucci, R. Carrieri, G. Papini, A. Romanò, G. Scheiwiller, V. Scheiwiller, A. Soffici, testimonianze di G. Boine e P. Pancrazi e pagine inedite del B., in La Fiera Letteraria,13 giugno 1954; G. Titta Rosa, Un romantico del Novecento, in Corriere Lombardo, 11-12 genn. 1960; G. Bellonci, B. scrittore, in Il Messaggero, 27 genn. 1960; A. Luzzani, Arringhe e scritti, Milano 1960, pp. 209-218; M. Valsecchi, Il patriarca di Cantù dipinse da filosofo, in Il Giorno, 10 genn. 1960; Id., Il pittore patriarca, in Il Tempo, 29 apr. 1961; C. Angelini, Quattro lombardi e la Brianza, Milano 1961, pp. 59-67; C. Carrà, Segreto Professionale, Firenze 1962, pp. 338-343; G. Ballo, La linea dell'arte italiana, Roma 1964, I, pp. 144, 145, 174, 175, 184, 201, 220, 272, 294; M. Monteverdi, Disegni di U. B., Como 1966; C. Carrà, U. B., Milano 1967; L. Caramel, U. B., Como 1967; Arte moderna in Italia 1915-1935 (catal.), Firenze 1967, p. 106; Encicl. Ital.,VI, p. 754; H. Vollmer, Künstler-Lexikon des XX. Jahrh.s, I, p. 187; R. Maillard-D. Formaggio, Dizionario della pittura moderna, Milano 1959, p. 23.

Vedi anche
De Ròcchi, Francesco De Ròcchi, Francesco. - Pittore italiano (Saronno 1902- Milano 1978). Esponente del chiarismo milanese, muovendo dalla tradizione lombarda ottocentesca, elaborò una pittura segnata da una raffinata tessitura cromatica e da una semplificazione formale non immemore dell'arte di C. Carrà. De Grada, Raffaele Pittore italiano (Milano 1885 - ivi 1957). Dopo aver studiato a Karlsruhe, visse per molti anni a Zurigo. Tornato in Italia (1915), si stabilì a Milano. Autore soprattutto di paesaggi, notevoli specialmente per qualità di colore. Pirandèllo, Fausto Pirandèllo, Fausto. - Pittore italiano (Roma 1899 - ivi 1975), figlio di Luigi. Studiò scultura con S. Lipinsky; poi dal 1923 si dedicò alla pittura. Nel 1927, recatosi a Parigi con G. Capogrossi, studiò in particolare P. Cézanne e G. Braque (Natura morta con molle, 1928, Roma, Galleria nazionale d'arte ... Maccari, Mino Pittore, incisore e scrittore italiano (Siena 1898 - Roma 1989). Vasta è la sua opera di disegnatore, per lo più rivolta alla satira sociale e politica, e di alta qualità artistica, sensibile all'esempio di J. Ensor e G. Grosz. Nella pittura, pur non discostandosi dai motivi consueti, Maccari, Mino sviluppa ...
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