DECEMBRIO, Uberto
Uberto di Anselmo D., padre di Angelo (v.) e di Pier Candido (v.), nacque a Vigevano verso il 1350; morì a Treviglio il 7 aprile 1427. Trasferitosi a Pavia fu assunto fin dal 1391 a segretario di Pietro Filargo (il futuro Alessandro V), e lo accompagnò a Praga nell'ambasceria degli anni 1393-95; morto Gian Galeazzo Visconti (1402) passò alla segreteria di Giovanni Maria. Nel 1410 fu imprigionato da Facino Cane, alla cui morte (1411) riprese la libertà. Nel 1422 e 1427 ebbe la podesteria di Treviglio. Imitatore del Salutati, fu in Lombardia uno dei primi seguaci dell'umanesimo. Le sue opere, scritte in una forma latina abbastanza sciolta sebbene retorica e poco pura, sono: alcune orazioni, quattro libri De re publica, la Politeia di Platone tradotta, dialoghi morali e un manipolo di lettere importanti per la storia della cultura.
Bibl.: M. Borsa, Un umanista vigevanasco del sec. XIV, in Giorn. Ligust., XX (1893), pp. 81-111, 199-215; F. Novati, Aneddoti Viscontei, in Arch. stor. lomb., XXXV, 1908; R. Sabbadini, in Giorn. ligust., XVII (1890), pp. 330-32; A. Corbellini, Appunti sull'umanesimo in Lombardia, in Bollett. Soc. pavese st. patria, XVI (1916), pp. 109-47.