BANDINI, Uberto
Nacque a Rieti il 28 marzo 1860. Dopo aver terminato il liceo a Perugia, il B. si iscrisse al conservatorio di musica di Napoli, dove studiò per un anno contrappunto con lo stesso direttore, Lauro Rossi, e canto con il maestro Lombardini. Continuò, tuttavia, gli studi al liceo musicale di S. Cecilia a Roma, dove fu buon allievo per il pianoforte di G. Sgambati e uno dei più promettenti per la composizione di E. Terziani.
Le doti di esecutore e di compositore fecero affermare il B., giovanissimo, nell'ambiente musicale romano: ai primi del 1880, insieme con il suo amico e compagno di conservatorio A. Costa, il B. prese parte ad alcuni "trattenimenti musicali per invito" (veri concerti) che l'Accademia Filarmonica Romana aveva promosso nella sua nuova sede (provvisoria) in via dei Crociferi. Il B. e il Costa suonarono nel primo di questi concerti, il 23 febbraio, l'ouverture del Fidelio di Beethoven, ridotta per pianoforte a quattro mani, mentre nel secondo (22 marzo), a loro interamente affidato, si distinsero per il gusto e la scelta sapiente, quanto inusitata, del programma. Nel terzo concerto (24 aprile), ancora da loro organizzato, il B. e il Costa presentarono composizioni proprie (Il giovin bardo, ballata di T. Moore, per mezzo soprano, coro, doppio quartetto e timpani il B., e un Quintetto in mi minore per archi e pianoforte il Costa), opere di discreto successo (la ballata del B. dovette essere replicata). Nel frattempo il B. aveva anche partecipato, insieme con altri 86 concorrenti, al concorso bandito dal Comitato dei concerti popolari di Torino verso la fine del 1879 per una ouverture a piena orchestra, vincendone il primo premio con Eleonora. Fantasia sinfonica sopra una leggenda di A. Burger (Roma 1878). Il lavoro, eseguito poi al Teatro Vittorio di Torino il 21 nov. 1880, ebbe un successo di critica contrastato, ma piacque molto al pubblico e venne di nuovo eseguito al Crystal Palace di Londra il 21 marzo 1881 e al Lennox Lyceum di New York nello stesso anno. La collaborazione del B. e del Costa intanto continuava a dare i suoi frutti: aperti alle più nuove ed ardite tendenze musicali, wagneriani ferventi dietro l'esempio del loro maestro Sgambati, i due giovani avevano composto insieme un Preludio sinfonico alla tragedia Amleto, che il direttore della Società orchestrale romana, E. Pinelli, presentò alla Sala Dante il 26 apr. 1881 e che diede origine a una delle frequenti (e più o meno violente) polemiche del mondo artistico.
Alla stroncatura che il critico-giornalista F. Flores d'Arcais fece di questa composizione il B. e il Costa contrapposero un opuscolo intitolato Una curiosa polemica. Brevi cenni sul presente stato della critica e dell'arte musicale in Italia,Roma 1881,uno scritto breve, ma serio, utile anche per la conoscenza e delle condizioni musicali italiane nell'ultimo quarto del sec. XIX e del credo artistico dei due giovani autori.
Nella polemica il B. e il Costa rimproveravano in primo luogo al d'Arcais di essere presente solo dove si faceva "musica cattiva" e di brillare, invece, per la sua assenza da tutti i concerti di "musica buona, sia di Palestrina, Bach, Pergolesi o Beethoven", quasi fossero "... quelle esecuzioni... tante offese personali" (p. 4). Passavano poi a elencare le sue numerose contraddizioni critiche, la sua volubilità di opinioni e di gusto musicale (assai dubbio e passatista), derivate da scarsa cultura, e a sospettarlo, con una punta di velata malignità, critico opportunista, quasi un parassita di artisti e d'impresari.
Ma se come compositori d'avanguardia, o più semplicemente come compositori, il B. e il Costa potevano essere accolti con qualche riserva, non così fu la loro più importante iniziativa: la fondazione della "Società Bach", che il De Angelis definisce "... ambiente effettivamente da iniziati per la severità e nobiltà della musica che vi si eseguiva". Con questa loro impresa coraggiosa, dati i tempi, essi ebbero il merito di diffondere a Roma la musica bachiana e di educare il gusto musicale di allora, riesumando opere di altissimo valore e di difficile quanto rara esecuzione, specialmente di musica sacra, polifonica e vocale, del Palestrina, di Josquin Després, di Orlando di Lasso, di A. Lotti, di A. Caldara, del Pergolesi, e ancora di Beethoven, di E. d'Astorga, di C. de Morales, ecc.
La Società, che fu costituita tale solo nel 1895 (dopo che ai soci fondatori, B. e Costa, erano venuti ad affiancarsi altri promotori, fra i quali i più significativi rappresentanti del mondo culturale e artistico, romano e straniero, e 130 semplici soci, amatori di musica e artisti che partecipavano anche alle esecuzioni), ebbe il suo lontano inizio in un concerto organizzato dal B. e dal Costa verso la fine del 1880alla Sala Dante, nel quale furono eseguiti il Magnificat e alcuni cori della Missa solemnìs (Hohe Messe)in si minore di J. S. Bach, la prima esecuzione parziale in Italia di questa partitura bachiana. I concerti, sotto la direzione del Costa, continuarono dapprima nell'abbandonato oratorio di S. Lorenzo dell'arciconfraternita del SS. Sacramento a via Belsiana (1880-90),frequentato anche da G. D'Annunzio e da lui ricordato nel suo romanzo Il trionfo della Morte (Milano 1928, pp.41-44),poi alla Sala dell'Ospizio di S. Filippo al vicolo Orbitelli e infine, dal 1896ai primi anni del sec. XX, alla Sala Costanzi, dove raggiunsero un successo non comune sia per la raffinatezza dei programmi sia per le grandiose esecuzioni.
Durante questi anni il B. si era dedicato alla direzione orchestrale e perfezionato nella composizione, così che nel 1884 ottenne per concorso il posto di professore di composizione all'Istituto musicale "C. Pollini" dì Padova, di cui divenne direttore dal 1885 al 1887. Si ricordano, di questo periodo, la sua Prolusione all'anno scolastico 1886-87 letta agli alunni dell'Istituto mus. di Padova..., Milano s. d. (estratto dalla Gazzetta mus. di Milano,XLI [1887], n. 49, pp. 360 s. e n. 51, 374 S.), La musica nella evoluzione della civiltà italiana, Venezia 1887, e infine la sua direzione di uno dei più importanti concerti orchestrali nella sede dell'Istituto stesso.
Nel 1888 il B., ormai completamente dedito all'insegnamento, veniva nominato professore d'armonia al conservatorio di musica di Milano fino al 1891 per poi passare, vinto il concorso nel 1900, al conservatorio di Napoli in qualità di professore d'armonia complementare e dal 1906, succedendo nella cattedra a G. Puzone, di armonia principale. A testimonianza della sua attività didattica rimangono i suoi buoni trattati, editi dalla Casa Ricordi, di Scuola di Armonia, Contrappunto e Composizione... Libro primo: Armonia,Milano s. d. [ma 1887], e Libro secondo: Contrappunto,ibid. s. d. [ma 1900] - il terzo volume non fu pubblicato, ma nel 1936 la casa Ricordi stampò di nuovo i due volumi sotto il titolo Scuola di Armonia, Contrappunto e Fuga e nel 1943 ancora il primo, Armonia -; Regole d'armonia e piccoli bassi progressivi,I e II ediz. riveduta dall'autore, Milano s. d.; Progressioni su tutta l'estensione della scala, Milano s. d. [ma 1902], C Canti dati, disposti in ordine progressivo per uso scolastico,ibid. s. d. [ma 1908]. Delle sue composizioni, oltre quelle già citate, si ricordano, fra le tante, Elegia per orchestra, Op. 7 (riduzione per pianoforte dell'autore), Bologna s. d.; Suite in la per pianoforte, op. 12, Bologna s. d., e Suite della Suocera,Op. 23 (Alla santa memoria di una Suocera), Bologna s. d.
Il B. morì, a Marianella (Napoli) nella notte fra il 20 e il 21 nov. 1919.
Bibl.: G. Depanis, I concerti popolari ed il teatro Regio di Torino. Quindici anni di vita musicale…, II, 1879-1886, Torino 1915,pp. 104 ss., 110; R. Giraldi, L'Accad. Filarm. Romana dal 1868 al 1920, Roma 1930, pp. 101 s., 103 s.; A. De Angelis, La musica a Roma nel secolo XIX,Roma 1935, pp. 101 s., 120-122, 124, 127; S. Leoni, L'Istituto musicale "Cesare Pollini" di Padova,Firenze 1941, pp. 138 s., 145; F. Mompellio, Il conservatorio di musica "Giuseppe Verdi" di Milano,Firenze 1941, p. 105;A. De Angelis L'Italia musicale d'oggi. Diz. dei Musicisti,Roma 1928, p. 46; C. Schmidl, Diz. universale dei Musicisti,I,p. 107; G. Grove's Dict. of Music and Musicians,I,London 1954, p. 398; Diz. Ricordi della Musica e dei Musicisti,Milano 1959, p. 99.