Donati, Ubertino
Figlio di Donato del Pazzo, eponimo della famiglia, fu il capostipite del ramo dei Donati da cui nacque Gemma. Sposò una Ravignani, è ricordato da D. per una sua ostilità a imparentarsi tramite la famiglia della moglie, con gli Adimari: sì che non piacque ad Ubertin Donato / che poï il suocero il fé lor parente (Pd XVI 119-120). La spiegazione di questa riluttanza del Donati verso questa parentela è chiarita dall'Ottimo: " [Gli Adimari] a tempo di messer Cacciaguida erano sì piccoli e sì nuovi cittadini, che non piacque a messer Ubertino Donato d'esser loro parente, quando egli volevano tórre una de' Ravignani per moglie, la cui sirocchia messer Ubertino aveva sposata; il quale messer Ubertino disse che non voleva ch'egli l'avesse, sì come non tanto nobile ". Forse storicamente non è esatto credere gli Adimari dei nuovi ricchi e soltanto degli arrivati al tempo di Cacciaguida, poiché essi erano di una casata di nobiltà feudale e molto antichi; è più probabile ritenere che D. abbia in questo modo voluto ulteriormente esprimere la sua ostilità verso la casata di cui già nei versi precedenti dà un giudizio negativo.
Ubertino insieme con il padre appose il signum manus a un documento del 29 novembre 1173: " s. m. Donati del Pazzo et Ubertini filii eius ". Allo stesso modo appose il signum manus, insieme col fratello Vinciguerra, ad atti degli anni 1178 e 1181: " s. m. Ubertini et Vinciguerrae germanorum filiorum Donati " si legge in uno, " Ubertini et Vinciguerrae filiorum Donati " nell'altro.
Bibl. - M. Barbi, A proposito di Buoso Donati ricordato nel canto XXX dell'Inferno, in " Bull. " XXIII (1916) 128 n. 2; ID., Gemma Donati e Corso, in " Studi d. " II (1920) 158 (rist. in Problemi II 344).