ubersexual
s. m. inv. e agg. Maschio eterosessuale che cura il suo aspetto esteriore, mettendo in evidenza la sua mascolinità; a esso relativo.
• Se per le ragazze è tornata di moda la french manicure impreziosita da decorazioni gioiello e piercing, per l’uomo c’è la ricostruzione; il maschio ubersexual e contemporaneo non ha unghie smangiucchiate, ma curate da refilling ristrutturanti e al posto dello smalto un peeling effetto lucido smagliante. (Michela Proietti, Corriere della sera, 21 ottobre 2007, Cronaca di Milano, p. 19) • The New Macho (Ubersexual; Heteropolitan; Machosexual). Termini con cui le riviste patinate hanno cercato di annunciare il ritorno del maschio all’antica, «meno vanitoso e meno gay». Secondo [Mark] Simpson «è qualcosa di vecchio reimpacchettato e venduto come nuovo. Ora che la mascolinità è stata resa merce, perché non fare il repackaging dell’uomo regolarmente?». (Francesco Pacifico, Repubblica, 14 febbraio 2012, p. 58, Cultura).
- Dall’ingl. ubersexual, a sua volta ricavato dalla prep. ted. über ‘sopra’ e dall’agg. sexual ‘sessuale’.
- Già attestato nel Corriere della sera del 4 dicembre 2005, p. 1, Prima pagina (Maria Laura Rodotà).