uberizzazione
s. f. Trasformazione sulla base dei criteri di disintermediazione adottati da Uber.
• dietro tutto questo c’è anche un’ideologia, un pensiero forte di quest’epoca. Lo riassume il matematico Nassim Taleb, il teorico del «cigno nero» (eventi altamente improbabili come la crisi del 2008), quando scrive: «Il tema del nostro tempo è uberizzare, cioè eliminare l’intermediario». Uber nacque solo sei anni fa a San Francisco eppure ha già ispirato intere biblioteche di studi sull’uberizzazione dell’economia. (Federico Rampini, Repubblica, 11 agosto 2015, p. 30) • Il Daesh è il califfato più Twitter. È l’uberizzazione (neologismo francese per lavoro temporaneo simboleggiato dall’azienda Uber, ndt) di un terrorismo prossimale e di massa. (Bernard-Henri Lévy, trad. di Ettore C. Iannelli, Corriere della sera, 18 luglio 2016, p. 17, Primo piano) • I tassisti rivoltosi, allora, sono contro l’inevitabile e radiosa marcia del progresso? Oppure sono lavoratori che difendono utili regole e garanzie per sé e per i clienti da una concorrenza straniera, potente e sleale, che prelude a una «uberizzazione» più generale del lavoro e della società? (Marco Morosini, Avvenire, 23 febbraio 2017, p. 2, Idee).
- Derivato dal v. tr. uberizzare con l’aggiunta del suffisso -zione.