GIRALDI, Ubaldo
Nacque a Sant'Andrea di San Lorenzo in Campo, in territorio di Pergola, nel Pesarese, il 4 apr. 1693, da "onesti genitori", e ricevette al battesimo il nome di Pietro. Si ignora dove abbia svolto i primi studi: il 18 ag. 1709, "habiendo cursado con gran fruto la latinidad y Humanidades" (E. Llanes, p. 27), entrò in religione nella casa romana degli scolopi a S. Pantaleo, dove il 5 ott. 1710 professò solennemente, assumendo il nome di Ubaldo di S. Gaetano. In S. Pantaleo seguì i corsi di retorica con gran profitto, distinguendosi per la scrupolosa esattezza nell'osservanza della regola, la purezza dei costumi, la maturità precoce, l'attaccamento allo studio e il distacco dal mondo un po' forastico che manterrà per tutta la vita, nonostante la notorietà in seguito acquisita gli imponesse contatti frequenti.
Possedendo doti pratiche di organizzazione e di ordine, gli venne inizialmente affidato l'incarico di reggente del settore economico della casa, nel quale per un triennio ottenne soddisfacenti risultati. In seguito, terminati brillantemente gli studi, fu destinato a insegnare la retorica nello stesso istituto, avendolo i superiori, viste le sue qualità, dispensato dall'iniziare l'insegnamento dalle classi inferiori, com'era costume. Anche da professore stimato e apprezzato perseverò nel precedente austero stile di vita, e anzi ne accentuò la severità: alcune fonti sottolineano che il suo atteggiamento di ritrosia (che però deponeva nei rapporti con gli allievi e i confratelli) non derivava da misantropia o poca socievolezza, ma da un piano metodico per non dissipare la sua concentrazione religiosa e il suo impegno di studio.
Dopo aver esercitato per un periodo le funzioni di segretario del procuratore generale, il G. fu nominato rettore e procuratore del collegio dove insegnava, del quale seppe riordinare il regime amministrativo, aumentandone considerevolmente le entrate. Successivamente divenne assistente e consultore provinciale, nonché confessore e procuratore di quasi tutte le case della provincia romana della Congregazione, adempiendo diligentemente agli impegni. "Vocalis" ai comizi generali del 1742, venne eletto provinciale romano per il triennio 1742-45, e in tale ruolo promosse l'organizzazione finanziaria e funzionale della Congregazione, istituendo una cassa comune per tutte le case della provincia (che comprendeva quasi tutta l'Italia centrale), nella quale confluivano anche i ricchi proventi delle sue pubblicazioni tante volte ristampate, da lui interamente devoluti. Fu inoltre per due volte assistente generale, carica di grande prestigio, nei comizi generali del 1760 e del 1772 e ottenne riconoscimenti e incarichi anche al di fuori della Congregazione: il 14 ott. 1748 fu nominato esaminatore del clero romano e poi, lasciato S. Pantaleo, rettore del rinomato collegio ecclesiastico di Roma, detto Cento preti, che guiderà per vent'anni con mano ferma e apprezzata lungimiranza, portandolo a rinomanza europea. La rettoria di Cento preti, che gli lasciava molto tempo libero, permise al G. di conseguire una formazione teologica e giuridica che lo fece reputare da molti il maggior canonista del suo tempo, e gli consentì di dedicarsi alle pubblicazioni.
Le sue opere consistettero principalmente in un erudito, metodico, faticosissimo e ingrato lavoro di aggiornamento e interpretazione di opere fondamentali in quel campo. L'unica completamente originale fu la Expositio iuris pontificii iuxta recentiorem Ecclesiae disciplinam in duas partes distributa…, I-III, Romae 1769 (parte prima, tomi I e II; parte seconda, t. III), nella quale analizzò le correzioni, ampliamenti o restrizioni apportati alle decretali dalle successive bolle dei pontefici o dai decreti delle congregazioni, dimostrando che la dottrina della Chiesa non è immutabile e che alcune costituzioni non più conciliabili coi tempi possono venir modificate o revocate. Quest'opera, diffusissima e più volte ristampata (Romae 1802 e 1822, e, accuratior, ibid. 1829-30), se ebbe da alcuni accoglienze favorevolissime (cfr. Novelle letterarie di Firenze, n.s., I [1770], 13, coll. 201 s.) fu da altri più tradizionalisti vivacemente attaccata, anche presso Clemente XIV, il quale ritenne però di non intervenire.
Delle altre pur importanti opere del G. la prima pubblicata fu Institutiones canonicae Remigii Maschat a S. Erasmo cl. reg. Scholarum Piarum, novissimis pontificum constitutionibus summariis omnium decretalium, correctionibus ex posteriori iure, et Concilio Tridentino collectis, bullarum ad eiusdem Concilii decreta spectantium compendio, auctae et illustratae ab Ubaldo… (I-II, Romae 1757-58); questo lavoro, in qualche modo propedeutico alla Expositio, fu anch'esso più volte ristampato (Romae 1760; Ferrariae 1760, 2 voll. in folio; Venezia 1760, 2 voll.; Augsburg 1762, in folio; Firenze 1854, 4 voll.). Seguirono De poenis ecclesiasticis praxis absoluta, et universalis ab adm. r.p. Carolo Antonio Thesauro S.I. jam primum in duas partes distributa, nunc notis et accessionibus earumdem poenarum ab anno MDCLIII ad currentem usque MDCCLX inflictarum, locupletata ab adm. r.p. Ubaldo Giraldi a S. Cajetano…, Romae 1760 (rist. Ferrariae 1761; una nova Romana editio accuratior vi fu nel 1831), vero e proprio codice penale ecclesiastico; e Animadversiones et additamenta ex posterioribus summorum pontificum constitutionibus et sacrarum congregationum decretis desumpta ad Augustini Barbosa "De officio et potestate parochi"… (Romae 1774, in folio; 2ª ed. ibid. 1831). È questo il lavoro che forse diffuse maggiormente la fama del G., raggiungendo quasi tutti i parroci del mondo cattolico; era stato preceduto da un'opera preparatoria, Augustini Barbosae Antistitis tractatus de parocho, multis accessionibus locupletatus ab Ubaldo Giraldi… (ibid. 1762).
Sebbene sia fama che avesse in corso nuovi lavori, non esistono manoscritti del G. presso l'Archivio generalizio delle Scuole pie. Continuò a lavorare in perfetta lucidità fino all'età di 83 anni quando, assalito da febbri persistenti, fu obbligato a letto. Decano della sua Congregazione, morì nella sede del collegio ecclesiastico Cento preti, di cui era ancora rettore, il 26 ag. 1775. Fu traslato nella casa generalizia di S. Pantaleo, nella cui chiesa venne sepolto il giorno successivo.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. generale delle Scuole pie, Memoria eorum quos fratres in Christo habuimus et dormiunt in somno pacis, 1760-79, ms. Reg. Rel. 39, al n. 194; Effemeridi letterarie di Roma, XLVI (1774), pp. 361 s. (sulle Animadversiones et addi-tamenta); Antologia romana, II (1775), 13, pp. 97 ss. (necr.); A. Horànyi, Scriptores Piarum Scholarum, II, Budae 1809, pp. 21-28; J.H. Stepf, Gallerie aller juridischen Authoren…, III, Leipzig 1822, ad vocem; A. Lombardi, Storia della letteratura italiana nel secolo XVIII, II, Venezia 1832, p. 311; E. De Tipaldo, Biografia degli italiani illustri, IV, Venezia 1837, pp. 32 s. (G.F. Rambelli); J.F. von Schulte, Die Geschichte der Quellen und Literatur des canonischen Rechts…, III, Stuttgart 1880, pp. 534 s.; E. Llanes, Escolapios insignes, IV, Madrid 1900, pp. 87-95; T. Viñas a Sancto Aloysio, Index bio-bibliographicus cc.rr.pp. Matris Dei Scholarum piarum…, Romae 1908-11, I, pp. 409 s.; II, pp. 142 s.; H. Hurter, Nomenclator literarius theologiae catholicae, V, Oeniponte 1913, p. 214; L. Picanyol, Parva Bibliotheca Calasantiana, in Boll. bibliografico scolopio, X (1934), 2, pp. 20-22; A. van Hove, Prolegomena ad codicem iuris canonici, Malines-Roma 1945, pp. 539, 558; G. Moroni, Diz. di erudizione storico-ecclesiastica, XX, p. 205; XXXIV, p. 28; XXXVII, p. 276; LI, p. 248; Biografia universale antica e moderna, ad vocem; Enciclopedia universal ilustrada europeo-americana, XXVI, pp. 141 s.; Enc. cattolica, VI, col. 648; The Catholic Encyclopedia, VI, p. 568 (A. van Hove); Diccionario enciclopedico escolopio, Madrid 1990, pp. 262 s.; Catalogo dei libri italianidell'Ot-tocento (1801-1900). Autori, III, p. 2188.