TODOROV, Tzvetan
Critico e teorico della letteratura bulgaro, nato a Sofia nel 1939. Dal 1963 vive a Parigi: allievo di R. Barthes, lavorò come ricercatore presso il CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique), nel quale divenne in seguito direttore di ricerca. Al suo nome è legata la diffusione in Europa della tradizione degli studi formalisti, riscoperti dalla cultura strutturalista degli anni Sessanta. Nel 1965 pubblicò Théorie de la littérature (trad. it., I formalisti russi, 1968), antologia di studi di formalisti russi in cui si evidenziano gli archetipi di una concezione della letteratura come "costruzione" di strutture e di segni e della critica come "scienza"; concezione che sarebbe stata alla base di un'intensa stagione degli studi letterari europei, e francesi in particolare, e alla quale T. dedicò una fitta serie di opere. Tra i testi più significativi di questo periodo sono da ricordare quelli indirizzati a disegnare − con gli strumenti interpretativi dello strutturalismo − la tradizione di alcuni generi letterari o filoni della narrativa, come Introduction 'a la littérature fantastique (1968; trad. it., 1989), Poétique de la prose (1969; trad. it., 19892), Grammaire du Decameron (1969); gli studi dedicati alle retoriche discorsive e alle teorie linguistiche e semiotiche e ai loro esiti metodologici, come Littérature et signification (1970), Théories du symbole (1977; trad. it., 1991), Les genres du discours (1978).
Un passaggio fondamentale nell'opera di T. è da cogliersi all'inizio degli anni Ottanta, quando, ancora con gli strumenti dell'analisi formalista e linguistica, si è accostato al problema dell'"altro" e dei rapporti tra individui e culture diverse. Fondamentale è risultato l'incontro con la teoria di M. Bachtin e la sua definizione del testo come "dialogo" tra voci, autori, culture molteplici (Mikhail Bakthine. Le principe dialogique, 1981; trad. it., 1990).
Da Bachtin T. deriva due prospettive: quella di una concezione più ''dinamica'' delle forme letterarie e quella della necessità d'intrecciare la riflessione etica a tale concezione, perché il "dialogo" tra i testi, tra i linguaggi, implica uno specifico atteggiamento morale oltre che culturale, tollerante e antidogmatico, di chi a esso si rapporta. La conquête de l'Amérique. La question de l'autre (1982; trad. it., 1984) è una lettura culturale della scoperta condotta in un'ottica bachtiniana. La scelta definitiva di studiare pagine o epoche della cultura in questa prospettiva d'istanza etica avviene con la palinodia critica di Critique de la critique. Un roman d'apprentissage (1984; trad. it., 1986), in cui T. prende le distanze da qualsiasi ipotesi ''scientifica'' concernente la letteratura per affermare la necessità di una critica e di una scrittura "dialogica" che mescoli finzione e storia, filosofia e scienza. L'ultima produzione di T., concentrata su problemi e su testi di filosofia, di storia e di morale, è coerente con questa tesi. Tra gli altri, si segnalano Nous et les autres. La réflexion frana̧ise sur la diversité humaine (1989), ampia analisi del pensiero francese sul tema del confronto tra cultura nazionale e il ''diverso'', e Face à l'extrême (1991), che argomenta, a partire dagli orrori del totalitarismo, la proposta di una rifondazione della morale su basi pluralistiche e antiautoritarie.
Bibl.: M. Di Maio, Tzvetan Todorov, in Letteratura Francese. I Contemporanei, Roma 1983.