Tyndall John
Tyndall 〈tindl〉 John [STF] (Leighlin Bridge 1829 - Hind Head 1893) Prof. di fisica nella Royal Institution di Londra (1853). ◆ [OTT] Diffusione di T.: la diffusione della luce che si ha da parte di particelle di un mezzo le quali abbiano dimensioni non piccole rispetto alla lunghezza d'onda, costituente una generalizzazione della diffusione di Mie quando le particelle diffondenti non sono sferiche (v. diffusione della luce: II 156 c); le particelle diffondenti, allora, non possono più esser considerate puntiformi, e va tenuto conto della fase relativa delle onde diffuse da porzioni diverse di una stessa particella; si ha diffrazione e, per centri molto grossi, semplice riflessione diffusa. La dipendenza dell'intensità I della luce diffusa dalla lunghezza d'onda e dall'intensità T₀ della luce incidente non risulta così semplice come nella diffusione alla Rayleigh e anche in quella di Mie; tra i parametri che determinano il rapporto I/I₀ compare anche il volume dei centri diffusori. Se i centri diffusori sono non molto numerosi e piuttosto grossi, come accade, per es., nelle soluzioni colloidali i singoli centri sono osservabili separatamente grazie alla luce da essi diffratta; se la luce incidente è bianca, quella diffusa, anziché essere azzurrina (come nella diffusione alla Rayleigh) è biancastra, con un debole tono cromatico dipendente dalle dimensioni dei diffusori. A una diffusione del genere è dovuto, per es., il colore biancastro delle nubi (i centri diffusori sono gocce d'acqua) e la luminosità delle nebulose diffuse lucide e la luce zodiacale. La luce diffusa può presentare componenti di debole intensità che non compaiono nella luce incidente: è il cosiddetto effetto Raman (→ Raman, Sir Chandrasekhara Venkhata). Altre volte, la comparsa di nuovi componenti nella luce diffusa può avvenire semplic. per fluorescenza. ◆ [EMG] [MCC] [TRM] Effetto T.-Röntgen: fenomeno per cui in un aeriforme capace di assorbire determinate radiazioni termiche s'instaurano onde elastiche se viene irraggiato con quelle radiazioni, interrotte periodicamente. Alla base di tale effetto è il meccanismo di trasferimento di energia dai gradi di libertà interni (vibrazionali e rotazionali) a quelli traslazionali delle molecole; variando l'intervallo di tempo in cui si permette l'assorbimento di energia elettromagnetica da parte dei gas è possibile studiare il rilassamento temporale del trasferimento energetico.